Da Calcio al team di Amazon: la linguista che fa crescere Alexa
A Torino Chiara Rubagotti, 36 anni, è nel gruppo che sviluppa la capacità dell’assistente vocale di comprendere il linguaggio. «È un po’ come un bambino. Pronti a lanciarlo in nuovi contesti».
C’è anche una bergamasca nel team di Amazon che si occupa di sviluppare e migliorare la capacità di comprensione del linguaggio naturale di Alexa. Chiara Rubagotti, 36 anni, di Calcio, dottoressa di ricerca in Scienze Linguistiche e Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, infatti, dal 2019 lavora ogni giorno per migliorare l’esperienza degli utenti italiani e spagnoli dell’assistente digitale di casa Amazon . «Nasco come umanista – racconta la ragazza – e sono da sempre appassionata di lingue straniere. Durante i miei studi ho potuto approfondire il settore della linguistica computazionale (lo studio di sistemi informatici per la comprensione e la produzione di linguaggio naturale, cioè umano, ndr) e ho scoperto che c’è intersezione tra il mondo tecnologico e la lingua».
Nuove frontiere
Appassionatasi a questo settore interdisciplinare, Chiara ha proseguito la sua carriera come linguista computazionale e nel 2019 ha assunto in Amazon, a Torino, il ruolo di Language Engineer nel team di NLU (Natural Language Understanding). Da allora si occupa di sviluppare e migliorare la capacità di comprensione del linguaggio naturale di Alexa, per migliorare l’esperienza degli utenti italiani e spagnoli.
«Sostanzialmente, occupandomi di linguistica computazionale – continua –, mi occupo di fare in modo che il linguaggio umano venga processato e compreso da Alexa. Lavoro quindi affinché Alexa capisca sempre più cose, e sempre più in modo preciso il linguaggio naturale, e faccia sempre più attività e abbia sempre più funzioni». Quindi, l’obiettivo finale è permettere alle persone di dialogare e interagire con Alexa nel miglior modo possibile. «Ad Alexa puoi chiedere e far fare tantissime cose – spiega l’esperta – e lo puoi fare parlando in modo naturale proprio grazie al nostro lavoro. Negli ultimi anni abbiamo lavorato molto per implementare Alexa e ora stiamo studiando per lanciarla in nuovi contesti (come l’auto). Alexa non è una persona, ma noi la sviluppiamo come un bambino, che prima impara a parlare e poco alla volta impara sempre di più e può fare sempre più cose. E così è per noi: prima abbiamo insegnato ad Alexa a capire il linguaggio e ora la portiamo in nuovi contesti».
Il ruolo di «ambasciatrice»
Nel 2021, inoltre, Chiara è stata selezionata insieme ad altre colleghe di Amazon come «GetIT Ambassador» per il programma di Amazon Web Services che punta a stimolare l’interesse per le competenze tecnico-scientifiche, in particolare tra le ragazze, e si rivolge a studenti e studentesse di seconda media in tutta Italia . «Amazon – conclude – è una realtà molto innovativa dal punto di vista tecnologico, dove viene valorizzata la diversità di competenze. Mi ritengo molto fortunata a lavorare in una realtà così prestigiosa e ne sono orgogliosa, come persona e come donna. So infatti che sono in un contesto privilegiato rispetto ad altre realtà, perché Amazon ha un occhio di riguardo per lo sviluppo del lavoro femminile e sono consapevole che non sia così ovunque purtroppo. E il programma di cui sono ambasciatrice lo testimonia: ci ha portato nelle scuole medie italiane per sottolineare come il contributo femminile nella tecnologia sia importantissimo. Le donne hanno sempre lavorato nella tecnologia ma sono sempre rimaste figure nascoste. Con questa nuova iniziativa vogliamo fare in modo che acquistino nuova centralità nel settore tecnologia».
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