Cinquecento anni del Miracolo a Treviglio, Delpini: «C’è senso d’impotenza, ma mai rassegnazione»
Monsignor Mario Delpini alla Messa del Miracolo a Treviglio: «Né indifferenti né rassegnati davanti alla guerra e alle sfide di oggi».
«Non si può essere indifferenti né rassegnati. Davanti alle sfide di oggi, davanti al divampare di un nuovo conflitto sulle terre d’Europa, tra popoli che provengono da tradizioni cristiane, noi proviamo lo strazio dell’impotenza. E di fronte alle sfide di questo tempo, la fragilità educativa, la fragilità delle famiglie, la poca fede del popolo cristiano, siamo presi da un senso di impotenza: cosa possiamo fare? Possiamo pregare e piangere: noi non ci rassegniamo mai». Questo è un passaggio dell’omelia dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, alla Messa per i 500 anni del Miracolo della Madonna delle lacrime di Treviglio.
«Da cristiani - ha aggiunto - non crediamo di avere ricette risolutive per i problemi di questo tempo, ma non rinunciamo a pregare, mai. Non rinunciamo a cercare strade da percorrere, mai. Non rinunciamo mai a immaginare soluzioni da proporre, mai».
Alla Messa erano presenti anche i vescovi di Bergamo, Francesco Beschi, di Brescia, Pierantonio Tremolada, di Como, Oscar Cantoni, di Crema, Daniele Gianotti, di Cremona, Antonio Napolioni, di Lodi, Maurizio Malvestiti, e di Vigevano, Maurizio Gervasoni, oltre ai vescovi emeriti di Mantova e Lodi, Roberto Busti e Giuseppe Merisi, e gli ausiliari di Milano Paolo Martinelli, Luca Raimondi e Giuseppe Vegezzi.
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