Operaia con quasi 10 milioni di euro
Dalla Svizzera al sequestro della Finanza
Voleva far rientrare dalla Svizzera quasi 10 milioni di euro, tramite la voluntary disclousure, ma la Procura di Bergamo ha ottenuto dal gip Maria Luisa Mazzola il sequestro preventivo ai fini di confisca della quasi totalità della somma: 9.188.163,28 euro, perché sospetta che il denaro sia frutto di una bancarotta fraudolenta.
Gli accertamenti della Guardia di finanza di Bergamo, coordinata dal pm Nicola Preteroti, si sono concentrati sulla richiesta di voluntary disclousure che una donna, C.T., 60 anni, di Arcene, operaia e proprietaria di 5 appartamenti, aveva presentato alla Agenzia delle Entrate nel settembre 2015. Gli inquirenti hanno scoperto che il marito, P.G.P, impresario edile, nel 2005, due anni prima di morire, era stato condannato in via definitiva per una bancarotta fraudolenta da 16 milioni di euro in relazione al fallimento della sua azienda. E, deduce chi indaga, non avendo la donna un reddito tale da giustificare una provvista milionaria su un conto corrente della banca Bsi di Lugano, la somma potrebbe essere il frutto delle distrazioni nell’ambito del fallimento dell’azienda.
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