Carrello elevatore urta l’alta tensione
Scarica da 132 mila volt, operai salvi

Zingonia, solo lievi ustioni per i due operai, di 38 e 41 anni, soccorsi venerdì pomeriggio. Il loro carrello elevatore ha urtato l'alta tensione. In salvo dopo 3 ore: la linea andava prima messa in sicurezza.

Prima la paura per aver toccato i cavi dell’alta tensione con il carrello elevatore che stavano usano per dei lavori di lattoneria sul tetto di una ditta. Poi, rimasti pressoché illesi dalla scossa elettrica – resta ancora da capire come, visto che nella linea correvano 132 mila volt –, sono rimasti al freddo, a 12 metri d’altezza, per oltre tre ore. Tante sono servite per trarre in salvo due operai di 38 e 41 anni di una ditta milanese di Cornate d’Adda. Non certo perché i soccorsi sono arrivati in ritardo: anzi, il 118 con l’automedica e due ambulanze e i vigili del fuoco di Treviglio e Bergamo sono giunti in pochi minuti nel cortile della «Meyer Europe» di viale Berna a Zingonia, al confine tra Verdellino e Ciserano. Solo che la delicatezza della situazione e appunto la presenza della linea ad alta tensione necessitava lo svolgimento di passaggi tecnici indispensabili e evitare ogni possibile rischio per i due operai e per i soccorritori: la linea da 132 mila volt, che parte da Ciserano e arriva a Dalmine ed è gestita da Terna, è stata immediatamente interrotta.

Ma, proprio essendo lunga così tanti chilometri, perché venisse messa in completa sicurezza e si evitassero eventuali innesti di corrente anche involontari o dovuti al riallineamento automatico dell’impianto, i tecnici di Terna hanno dovuto mettere in sicurezza la stessa linea. Soltanto a quale punto i due operai sono stati raggiunti dai vigili del fuoco con l’autoscala, portati a terra e affidati alle cure del 118, che li ha trasportati con due ambulanze all’ospedale di Treviglio e al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. In codice giallo, ma in via del tutto precauzionale: la disavventura si è conclusa alle 19,40 di ieri sera, ma tutto era cominciato attorno alle 16,30. Quando i due operai, che erano nel cestello di un braccio meccanico per effettuare dei lavori di lattoneria sul lato ovest dell’azienda che produce pentolame – dove è in corso la costruzione di un magazzino automatizzato – a seguito di una manovra dello stesso braccio – mosso da loro stessi nel cestello – sono andati a urtare quello più basso dei tre cavi dell’alta tensione che corrono paralleli al capannone, proprio sul confine con l’azienda accanto, la «Agrati Aee», quest’ultima già nel territorio di Ciserano, mentre la Meyer ricade nei confini di Verdellino.

«Tutto è durato un istante – racconta un operaio dell’azienda che ha assistito all’infortunio –: si è sentito un boato, si è vista una fiammata e poi la corrente è andata via per qualche istante». I due operai, per fortuna, si sono salvati: hanno riportato soltanto qualche lieve escoriazine dovuta alle ustioni. «Non so come sia stato possibile, ha del miracoloso quello che è successo – sottolinea un tecnico di Terna –. Di solito infortuni con una linea primaria del genere non lasciano purtroppo scampo. Meglio così, per fortuna». Ats Bergamo ha avviato gli accertamenti per ricostruire l’accaduto: forse il cestello dentro il quale si trovavano i due operai ha funzionato come una «gabbia di Faraday», tenendo all’esterno la corrente che ha infatti fulminato il braccio e il mezzo sottostante.

Forse poi le ruote di gomma dello stesso veicolo hanno funzionato come isolante, attenuando le conseguenze della scossa elettrica. Fatto sta – ed è quello che conta – che i due operai potranno raccontare quanto accaduto, in primis proprio ai tecnici di Ats e ai carabinieri di Zingonia, intervenuti per chiarire le circostanze dell’accaduto. Tra il magazzino automatizzato in costruzione – un reticolo di metallo – e il muro perimetrale della Meyer Europe, sopra il quale corre l’alta tensione, ci sono una quindicina di metri. I due operai si dovevano dedicare al lavoro sul tetto dell’azienda, sul lato opposto rispetto ai cavi. Ma – ed è questo il problema – alla stessa altezza del cavo più basso. Probabilmente una manovra errata del carrello per riportarlo nella posizione corretta per poi scendere o spostarsi deve aver spinto il braccio troppo vicino al cavo, causando l’induzione elettrica e la conseguente folgorazione del braccio e del mezzo sottostante. Senza appunto però avere conseguenze serie per i due operai, che sono rimasti sempre coscienti. Che hanno subito dato l’allarme: un collega si trovava infatti a terra e ha chiamato il 118. In attesa di essere recuperati, sono state consegnate loro due coperte termiche, fatte salire grazie a una corda. Ma il freddo ieri sera era davvero pungente.

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