Bergamo è come un binario morto:
ogni giorno al massimo 2 treni merci

I due scali merci attualmente attivi nel bacino bergamasco - quello di Bergamo e quello di Verdello, collegato alla Dalmine Tenaris - movimentano al massimo da uno a due treni al giorno.

Un numero basso, che anche gli esperti giudicano irrisorio, per una provincia industrializzata come quella di Bergamo.

A rivelarlo è la nostra rivista dedicata all’ecologia e alla green economy «eco.bergamo» che nel numero in edicola domenica 7 maggio, gratis per i lettori de L’Eco di Bergamo ha analizzato i dati del traffico treni merci nella Bergamasca registrati da Rfi (Rete ferroviaria italiana) fra febbraio 2016 e gennaio 2017.

Dati che tengono presente non solo i convogli movimentati da Mercitalia logistisc, il polo di società del gruppo Ferrovie dello Stato che si occupa di traffico merci, ma anche quelli di tutti gli altri operatori italiani e stranieri attivi in Italia.

Sulla tratta Treviglio-Verdello, per esempio, a febbraio sono stati 48 i treni movimentati
oltre ai 20 sulla Verdello-Bergamo. Fino a giugno 2016 si sono mantenuti stabili per poi iniziare a calare e ad attestarsi, nel gennaio 2017, a 38 nella tratta Treviglio-Verdello e 9 su quella Verdello-Bergamo, a conferma che sta influendo negativamente l’insicurezza sulla destinazione del nuovo scalo merci di Bergamo (che dalla città dovrà spostarsi per la fine del 2017).

Che il traffico merci nella Bergamasca sia basso lo conferma anche l’esperto Rocco Giordano, direttore della rivista “Sistemi di logistica”, che ha partecipato alla redazione del Piano nazionale della logistica. Giordano giudica “irrisori” i dati sul traffico merci registrati da Rfi e, a suo dire, sono la conferma che il Gruppo FS «sta orientando sempre più al di fuori della Bergamasca il traffico delle merci su binari».

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