Autostrade, Coldiretti all’attacco
«No alla Bergamo-Treviglio»
«Prevalenza a ipotesi alternative, puntando sulla riqualificazione di tracciati già esistenti risolvendo le criticità di alcuni punti».
Nonostante si siano da poco spenti i riflettori sui lavori del G7 dell’agricoltura, un appuntamento che ha messo in evidenza la centralità dell’attività agricola, si torna ancora a parlare di autostrada Bergamo – Treviglio e quindi di altro consumo di suolo. «Ribadiamo la nostra contrarietà a quest’opera perché sarebbe l’ennesimo scempio di un’area già fortemente cementificata – afferma il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio -; entrambi i tracciati ipotizzati sacrificherebbero una vasta porzione di campagna tra le più fertili in assoluto, distruggendo un “polmone verde”, importante non solo dal punto di vista della produzione di cibo ma anche per contrastare i livelli di inquinamento che molto spesso superano i limiti. Verrebbe compromessa anche la rete di canali esistente, rendendo più difficile la corretta regimazione delle acque. Senza contare che il terreno impermeabilizzato dal cemento non riesce più ad assorbire le precipitazioni sempre più frequenti e intense come vere e proprie bombe d’acqua. A parole ci si preoccupa tanto di cambiamenti climatici e dissesti idrogeologici, con i fatti invece si va in tutt’altra direzione».
Per Coldiretti Bergamo la realizzazione di questo infrastruttura sarebbe l’ennesima dimostrazione di «bulimia della cementificazione» , un fenomeno che sta causando la perdita irreversibile di ettari ed ettari di terreno. Il nuovo allarme di Coldiretti Bergamo evidenzia come nel nostro Paese sia stata attuata una irresponsabile e sistematica politica di distruzione del suolo, che ha provocato la scomparsa di oltre un quarto della terra coltivata (- 28%). Negli ultimi 25 anni in Italia sono rimasti appena 12,8 milioni di ettari superficie agricola utilizzata.
«Non siamo insensibili alla necessità di intervenire per migliorare le condizioni del traffico che sappiamo essere critiche – conclude Brivio - ma nel pieno rispetto delle esigenze di tutti riteniamo di dover richiamare l’attenzione sul danno enorme che si sta arrecando al nostro territorio, penalizzando non solo agli agricoltori ma tutti i cittadini, che hanno il diritto di vivere in un ambiente salubre». Coldiretti Bergamo rilancia quindi la necessità di non investire ancora su un modello di sviluppo che ha dimostrato tutti i suoi limiti, ma di valutare attentamente ipotesi alternative alla costruzione di una nuova opera, puntando sulla riqualificazione di tracciati già esistenti risolvendo le criticità di alcuni punti, come ad esempio la circonvallazione di Verdello.
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