Angela, la nonna dell’agricoltura orobica
Un secolo di vita nei campi
Un secolo di vita dedicata alla famiglia e all’agricoltura.È il traguardo raggiunto da Angela Andreini di Fara D’Adda. Nata il 1 maggio 1919 a Mornico al Serio.
Ultima di quattro fratelli, all’età di vent’anni, dopo un’esperienza di due mesi come infermiera, ha iniziato il suo percorso lavorativo nel settore agricolo, prima accudendo il bestiame del patrigno, poi lavorando nella stalla dell’azienda gestita dal marito Paolo Facchinetti con i cognati. Un impegno che ha portato avanti fino agli anni 70, quando le operazioni di mungitura sono state meccanizzate.
«In tutti questi anni – afferma Angela Andreini – ho visto cambiare molte cose, l’agricoltura si è trasformata completamente: un tempo si faceva tutto a mano e la fatica era enorme, oggi invece per fortuna si può contare sull’aiuto delle macchine. Chi lavora nei campi però continua a svolgere un lavoro fondamentale, anche se non sempre viene adeguatamente riconosciuto».
Angela Andreini ha avuto sei figli . Nonostante i numerosi impegni familiari, si è comunque sempre interessata dell’andamento dell’azienda agricola di famiglia, che ora è gestita dai figli Alessandro e Giovanni e dal nipote Gabriele.
«L’agricoltura bergamasca – sottolinea il presidente dell’Associazione Pensionati Coldiretti Bergamo Romeo Andreini – deve molto alle persone come Angela Andreini, che con grande sacrificio e determinazione hanno costruito la storia di una parte importante della nostra comunità e della nostra economia».
Poiché è ancora attiva e crede nell’importanza di un’alimentazione di qualità, Angela Andreini ha voluto dare il proprio sostegno al Made in Italy, firmando la petizione “Stop cibo anonimo” promossa da Coldiretti e Campagna Amica per chiedere l’Unione Europea di rendere obbligatoria in etichetta l’indicazione del paese di origine per tutti gli alimenti trasformati e non trasformati in circolazione nell’Ue.
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