Storia della crocerossina di Borgo Palazzo che ha salvato soldati sia della prima che della seconda guerra mondiale

Irene Manzoni, classe 1886, è morta in Borgo Palazzo nel 1963. Pochi sapevano che questa infermiera già nel 1915 era operativa all’ Ospedale territoriale n.1 di Bergamo per i feriti di guerra. Con la Seconda Guerra Mondiale era sulla Nave ospedale Aquileia dove si occupava dei piloti ammarati abbattuti. Ha prestato poi servizio in Libia dove il 5 settembre 1941 il suo ospedale è stato coinvolto nel bombardamento aereo della RAF inglese. Infine, quando era a capo dell’Ospedaletto da Campo n. 893 a Derna, sebbene compromessa, ha soccorso i feriti dell’attacco alla struttura sanitaria

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Nel corso dei miei ultimi viaggi in Cirenaica, prima del disastro dell’attuale guerra civile, non sono mai riuscito ad avvicinarmi alla piazzaforte di Tobruk. Vi andavo alla scoperta dei monumenti archeologici greco-ro mani e delle vestigia rimaste dei combattimenti delle due avanzate e ritirate a pendolo (dal giugno 1940 al novembre 1942) dei reparti italiani assieme all’Afrika Korps del Feldmaresciallo Rommel e delle truppe inglesi assieme ad indiani, australiani, neozelandesi, sudafricani.

Irene Manzoni Dama Della Croce Rossa Decorata Al Valor Militare
Bergamo, 28 luglio 1965

Cercavo di trovare il luogo dell’abbattimento, il 28 giugno 1940, del trimotore SM 79 del Maresciallo Italo Balbo sul Campo T 2 della base aeronavale di Tobruk. Ogni volta mi sono dovuto arrestare, per motivi militari, nella disastrata città di Derna (già capitale della Cirenaica), conquistata dai marines italiani il 16 ottobre 1911 e tragicamente divenuta Capitale dell’ISIS nel 2014.

Ma gli intrecci della storia, e grazie a questa rubrica Ognivitaunracconto, mi hanno riportato a Derna con la rivelazione di inaspettati episodi di coraggio. Era il 10 dicembre 1941 quando la morte arrivò dal mare con la flotta inglese che bombardò il porticciolo e distrusse, insieme a tutto il resto, anche il piccolo Ospedaletto da Campo n. 893 della Divisione di Fanteria “Brescia”.

Un Ospedaletto da Campo era una struttura sanitaria che poteva ospitare fino a 50 feriti gravi, oltre ai feriti leggeri trasportabili che venivano curati da 4 medici e 12 infermieri. Tra costoro c’è anche una bergamasca: l’infermiera volontaria (Crocerossina) Irene Manzoni, classe 1886.

Già arruolatasi nel 1915 per prestare la sua assistenza a soldati feriti e minorati all’ Ospedale territoriale n.1 di Bergamo dove operava il Sergente di Sanità Angelo Roncalli (dal 1916 Cappellano Militare), Irene supera, dopo la fine della Grande Guerra, anche la terribile epidemia mortale che verrà chiamata “Spagnola”.

Scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, Sorella Manzoni viene imbarcata sulla Nave ospedale Aquileia di circa 10.000 tonnellate di stazza lorda, con altri 200 tra medici ed infermieri nelle pericolose rotte di rifornimento tra Italia e Libia. La Nave bianca salva rischiosamente dalle acque del Mediterraneo piloti abbattuti sia italiani che inglesi, tedeschi e nordamericani.

La nostra crocerossina presta poi servizio in Libia tra Tripolitania e Cirenaica e il 5 settembre 1941 viene coinvolta nel bombardamento e mitragliamento aereo della RAF inglese contro il suo ospedale a Barce, restando ferita per la prima volta guadagnando così la sua prima decorazione: la Croce di Guerra al Valor Militare.

Ristabilitasi dalle ferite diviene capogruppo delle Infermiere Volontarie dell’Ospedaletto da Campo n. 893 a Derna e qui è la Royal Navy Inglese che il 10 dicembre 1941 tenta di uccidere medici, infermiere e soldati feriti. Sorella Irene Manzoni nonostante venga colpita in varie parti del corpo, si prodiga a soccorrere e curare i feriti ottenendo la sua seconda decorazione: la Medaglia d’Argento al Valore Militare.

Ristabilitasi fortunatamente e rientrata in Patria, l’infermiera torna a Bergamo e continua a prestare servizio nelle file delle Croce Rossa Italiana. Si è spenta serenamente in Borgo Palazzo il 28 luglio 1963.

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