Ogni vita un racconto / Bergamo Città
Mercoledì 13 Novembre 2024
Borgo Santa Caterina: dove il lavoro incontra la passione
È il «Borgo d’Oro» di Bergamo. Borgo Santa Caterina è un quartiere ricco di storia, situato tra il centro e lo stadio e che, nel corso dei secoli, ha mantenuto la propria essenza e identità, anche grazie a chi l’ha popolato. Sebastiano Soddu, Aldo Ghisleni, Titta Bernini, Luisa Bonasio Rebussi, Giuseppe Anghileri, Elvira Rebussi e Elia Tombini sono solo alcuni dei volti che hanno contribuito a plasmare il carattere del quartiere, lasciando un segno profondo e duraturo.
Secondo capitolo del nostro racconto, che ci porta a ripercorrere l’evoluzione dei borghi della nostra città attraverso la memoria di tutti quei cittadini che hanno segnato la storia di Bergamo. Ricordi che sono impressi nelle necrologie del nostro giornale.
Siamo in Borgo Santa Caterina . Oggi esploriamo il «Borgo d’Oro», così chiamato (e apprezzato) dai bergamaschi. Un luogo storico, che si snoda tra il centro e lo stadio. Un rione antico che conserva la sua anima storica e un fascino fatto di tradizioni, luoghi, botteghe e personaggi, che hanno lasciato la loro impronta e hanno, con le loro storie, contribuito all’evoluzione del quartiere.
Un’evoluzione che è iniziata nel 1390, con la costruzione delle Muraine, cinta muraria ideata per proteggere i borghi della città. Nel corso dei secoli, Borgo Santa Caterina ha vissuto cambiamenti e trasformazioni, fino a diventare quello che conosciamo oggi, uno dei simboli della movida bergamasca. Un borgo pieno di vita che però non ha mai dimenticato la sua identità e il suo legame come le tradizioni del passato, anche grazie alla presenza del Santuario dell’Addolorata e all’Apparizione.
E abbiamo chiesto di raccontarci la storia degli ultimi cinquant’anni del borgo a Mario Camponuovo, ex titolare della storica pasticceria Camponuovo, nata nel 1947 dall’iniziativa del padre Giovanni e oggi gestita da «La Marianna».
«Borgo Santa Caterina – ci spiega Mario Camponuovo –, è sempre stato un quartiere molto unito e indipendente. Da quando mio padre ha aperto la pasticceria negli anni Cinquanta, ho da subito sentito un senso di appartenenza, che è sempre stato forte. Devo ammettere che negli ultimi anni quell’unità attorno alla Parrocchia e alle attività commerciali della via si è persa un po’, ma il borgo aveva davvero tutto. Era ricco di osterie, di botteghe, aveva due cinema, il cineteatro Excelsior e il Cinema Lucciola e, addirittura, una piccolissima banca privata». Angelo Maffioletti fondò un minuscolo istituto di credito con l’obiettivo di sostenere le famiglie e i commercianti locali. Con prestiti vantaggiosi e tassi d’interesse estremamente bassi, rappresentava un aiuto concreto per chi aveva bisogno di supporto finanziario e non riusciva a ottenerlo dalle altre banche. Tra le osterie citate da Mario Camponuovo, come possiamo non citare l’Osteria dell’Angelo, che ha fatto da cornice all’incoronazione del primo Duca di Piazza Pontida.
Mario Camponuovo è stato il presidente del primo gruppo dei negozianti di Borgo Santa Caterina. «Oggi molti di questi luoghi non ci sono più, ma restano molte testimonianze di questo passato». L’11 gennaio 1923, diverse realtà attive nel borgo decidono di unirsi, anche su iniziativa di don Francesco Garbelli (a cui è, inoltre, dedicata la scuola dell’infanzia del quartiere), e dare vita a quella che è una delle più belle testimonianze di questo quartiere, l’associazione sportiva Excelsior.
Sebastiano Soddu , scomparso nel luglio 2023, a 78 anni, dopo una lunga malattia, è uno dei volti che ha scritto la lunga storia dell’associazione. Ex dipendente della Banca d’Italia e attivo nel sindacato e appartenente prima al Partito comunista e poi al Partito democratico. Soddu fu a lungo l’allenatore della società calcistica rossoblù, e in seguito anche direttore sportivo e accompagnatore. Viene ricordato anche per essere stato uno dei promotori del progetto iniziale dell’Edonè.
«Tra coloro che si sono impegnati per il bene del quartiere – continua a raccontare Mario Camponuovo – c’è anche Aldo Ghisleni , che è morto a 61 anni nel 2003 dopo una vita divisa tra il lavoro alle Arti Grafiche, il sindacato e l’impegno politico e amministrativo al fianco di Guido Vicentini. Aldo era una persona semplice e generosa che, ai tempi del franchismo, andava in Spagna per aiutare i colleghi sindacalisti. Per tutti gli abitanti del borgo è una persona indimenticabile, così come tutti gli Alpini che non ci sono più, che oltre ad aver fatto parte nel tempo della sezione del quartiere, hanno contribuito e dato tanto per lo sviluppo della comunità di Borgo Santa Caterina».
Sebastiano Soddu, Aldo Ghisleni e non solo. Sono tanti i personaggi che hanno lasciato il loro segno nello storico borgo. Possiamo ricordare il medico Titta Bernini, scomparso nel 2008 dopo una breve malattia e protagonista della vita politica della città dal 1970 al 1985, quando fu eletto in Consiglio comunale. Un ricordo speciale va anche a Luisa Bonasio Rebussi, titolare nella storica drogheria dei Fratelli Rebussi, che si è spenta nel 1972 a causa di un malore improvviso mentre era in vacanza con le figlie a Fuipiano Imagna.
«I negozianti hanno sempre lasciato un’impronta nella nostra comunità – conclude Mario Camponuovo – e sono stati tra i protagonisti dei vari cambiamenti del borgo, che per molto tempo ha preservato una sua anima da “paese” all’interno della città. Ancora oggi è così, con tanti bravi negozianti che si impegnano per il benessere del quartiere con una serie di iniziative che permettono al borgo di essere attrattivo, continuando così una tradizione che anche noi commercianti di un tempo abbiamo cercato di valorizzare per creare e moltiplicare la bellezza del nostro rione».
Giuseppe Anghileri: il custode dei valori della comunità
Sono passati 5 anni dalla sua morte ma ancora oggi Giuseppe Anghileri è ricordato con grande affetto dalla comunità di Borgo Santa Caterina. Scomparso il 12 maggio 2019 all’età di 76 anni, Giuseppe era conosciuto da tutti per il suo impegno civico e politico. Il «sindaco del Borgo d’Oro» è stato per oltre vent’anni consigliere comunale e per 26 anni il presidente del Comitato dei festeggiamenti dell’Apparizione, che aveva fatto nascere.
Nel 2009 tentò la carriera da sindaco, candidandosi con la lista civica «Ama Bergamo». Giuseppe Anghileri dedicò la sua vita al quartiere e divenne negli anni un punto di riferimento per i cittadini su innumerevoli questioni, dal traffico al degrado della zona. Di professione si occupò del caveau del Credito Bergamasco, il sabato sera aveva l’appuntamento fisso con il coro del Santuario della Beata Vergine Addolorata nella celebrazione della messa prefestiva. Fu anche lo storico presidente dell’associazione Alpina Excelsior, nata nel 1963.
Ai funerali parteciparono centinaia di persone e molte furono le testimonianze di affetto riservate alla famiglia, a partire dall’ex sindaco Giorgio Gori che, insieme alla giunta, ai consiglieri, alla Presidenza del Consiglio comunale e al Segretario Generale, sottolineò come Giuseppe Anghileri si impegnò sempre «nel valorizzare la storia e migliorare la vita della sua città e del suo quartiere» e come fu «un rigoroso custode dei valori comunitari e religiosi nei quali profondamente credeva». Anche Franco Tentorio, ex primo cittadino, pianse Giuseppe come un «amico di una vita perenne, innamorato della nostra adorabile Bergamo e cui ha dedicato tanto impegno e tanto amore».
Elvira Rebussi: guida del ristorante Giardinetto
Elvira Rebussi era conosciuta da tutti in Borgo Santa Caterina, come la guida, insieme al marito, del ristorante Giardinetto. Osteria che regalò a residenti e cittadini momenti di spensieratezza e allegria: nella bella stagione era possibile mangiare all’aperto in uno spazio accogliente all’ombra di piante e fiori.
«A contatto giornaliero con la clientela – sottolineò l’edizione de L’Eco di Bergamo del 9 dicembre 1970 – non ha mancato di dimostrare la sua convinzione religiosa e di esprimere in pratica la sua fede». Elvira dedicò la sua vita al bene della sua famiglia. Un animo sensibile e un cuore generoso erano le caratteristiche della nota ristoratrice e incontrò non poche difficoltà nel corso della sua vita, come la morte del figlio Dante, deceduto in Russia durante la guerra.
«Io vi amerò dal cielo come vi ho amati sulla terra». Con queste parole di Sant’Ambrogio, i familiari di Elvira Rebussi, i figli Piero, Gianfranca con il marito Federico e gli amati nipotini Massimo, Guido, Angelo e Sara, ne annunciarono la morte. Ai funerali nella Parrocchiale di Borgo Santa Caterina, oltre alla famiglia e gli amici, parteciparono commossi anche i clienti del Giardinetto.
Una delle anime più belle del quartiere. «La sua vita – ricordarono al tempo –, pur provata dal dolore e dalla morte dei sui cari, fu sempre chiara testimonianza di profonda fede cristiana e di instancabile operosità di fronte a quanti la conobbero e videro in lei una donna dalla stampo buono e antico».
Elia Tombini: notaio e generoso benefattore
22 dicembre 1979: in Borgo Santa Caterina si spegne Elia Tombini.
Nato a Bergamo, Tombini si laureò brillantemente in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Torino, dove visse gli anni della giovinezza e dove ottenne una borsa di studio che gli permise di recarsi all’estero per un corso di perfezionamento. Entrato nel mondo nel lavoro, affiancò il padre, il notato Attilio Tombini, e si distinse per operosità e attenzione nei confronti dei clienti, diventando anche amministratore di molte società.
Stimato professionista, generoso benefattore per la città e tutto il territorio e grande appassionato di sport. Tra le passioni, ricordiamo, lo sci alpinismo e i motori, soprattutto tutto il mondo delle motociclette. Fu premiato come pilota esemplare e molti anni fu presidente del «Vespa Club» territoriale.
Non mancarono durante la sua vita traversie e difficoltà, ma Elia Tombini superò tutto ciò che la vita gli ha riservato anche grazie al sostegno della famiglia, della moglie Lina, delle sorelle Mariarosa ed Attilia e delle amate cugine Ina e Carla.
I funerali furono celebrati nella Parrocchiale di Borgo Santa Caterina e vide la partecipazione di numerosi cittadini. Alla funzione partecipò infatti anche il Corpo Bandistico di Nese, fondato anni prima dal nonno materno Elia Astori e al quale Elia Tombini non mancò mai di offrire il suo aiuto in modo generoso e disinteressato. L’ultimo saluto fu accompagnato dalle note struggenti di una marcia funebre, un attestato di stima da parte di tutti quei musicisti che ebbero il privilegio di crescere anche grazie all’affetto dello stimato professionista bergamasco.
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