Un’«Officinae» di stoffe in via Tasso
Paola: «I miei abiti? Sono felici»

Datele delle stoffe, lasciategliele toccare, riassaporarne la storia se arrivano dal passato. Datele filati colorati, l’idea di un ricamo, l’esperimento di un colore che nasce, perchè no, dalla tintura naturale dei petali di rose.

Paola Tirinzoni è tutto questo, con l’esuberanza di una ragazzina, il sorriso che travolge, la voglia di una moda comoda e felice: «Sì, i miei abiti sono felici» sospira lei. Cinque anni fa è nato Officinae, etichetta sartoriale che ha la sua base in via Tasso 32, a Bergamo. Un negozio da girare e assaporare, gli abiti lo avvolgono nelle loro forme morbide, nei colori accesi.

C’è la gonna a palla, sempre e comunque, pezzo storico dello stile di Paola, riproposto in toni e tessuti differenti, stagione dopo stagione; ci sono i pantaloni in taftà larghi e sopra la caviglia: «Mi ricordo i primi anni che li proponevo, c’è chi strabuzzava gli occhi: ora vanno tutte in giro così» sorride e continua a lavorare all’uncinetto: «Non mi fermerei mai, passione antica, eredità familiare». Cuce e ricama, disegna e tinge in casa, si inventa nuove vite per tessuti in canapa e lino: «Sono una patita di mercatini, a caccia di pezzi antichi, di materiali da riutilizzare». In giro per l’Italia, in Toscana soprattutto: «Io parto dalle stoffe» spiega, e questo dipende anche dalla storia della bergamasca: «Arrivo dalla Marangoni, ho fatto esperienza per dieci anni nell’azienda di camicie della mia famiglia, poi un progetto stilistico che ho concluso per ripartire da sola con Officinae». E tutto è iniziato a 20 anni: «Lavoravo maglie jacard: fantasie elaborate che ho proposto a un negozio di Milano. Mi ha detto di sì ed eccomi qui, maglia dopo maglia» .

Ancora oggi continua la ricerca, affiancata da Anna Facchinetti, «attenta ai dettagli, a comunicare il mio stile in laboratorio e anche on line, dove abbiamo avviato un progetto e-commerce» spiega Paola che pensa alla produzione: «Con lane pregiate che arrivano dalla Scozia e dall’Islanda, ma anche con tessuti che seleziono in particolare sul nostro territorio». Cotoni e lini Albini, ma non solo, anche perchè Paola ama tingere, rielaborare, sperimentare disegni e ricami sempre diversi sui tessuti: «Da qui una collezione sempre in evoluzione, anche settimana dopo settimana, personalizzando se necessario, facendomi ispirare dal tessuto per capi che si trasformano, si evolvono. Io non progetto più di tanto: non bisogna porre limiti alle idee». In uno stile senza tempo, senza stagione, per capi scomponibili e di sperimentazione artistica: «Una moda stratificata, riutilizzabile, che avvolge e non strizza, da vivere comode» dice ancora e continua a lavorare. Una moda felice: «Senza vincoli. Perchè bisogna stare bene in noi stesse».

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