Le righe più belle
rieditate per la moda

Sarà la prima fiera senza Silvio Albini per il gruppo della Val Seriana che dal 6 febbraio e fino a giovedì sarà a Milano Unica, una delle manifestazioni più importanti del settore tessile. Albini si presenta come sempre con molte novità, all’insegna soprattutto della sostenibilità e di collezioni sempre più ampie.

L’edizione 2018 di Milano Unica si apre anche con una chicca legata a Thomas Mason, il brand inglese del 1796 che il Gruppo Albini ha acquisito nel 1992, celebre per i suoi tessuti, punto di riferimento dell’eleganza maschile. Proprio cercando ispirazione dal vastissimo archivio (oltre 700 volumi), l’ufficio stile di Albini ha dato vita a «Icons», una capsule collection che comprende la riedizione di dieci disegnature storiche - tutte a righe coloratissime - ispirate al mitico stile di Jermyn Street e oggi declinate su basi contemporanee.

A Milano in anteprima, e a Première Vision di Parigi la prossima settimana (dal 13 al 15 febbraio), Albini lancia le nuove collezioni p/e 2019 pensate per i suoi diversi brand: Albini 1876, Albini donna, Thomas Mason e Albiate 1830. Tessuti di altissima qualità, all’insegna di linee classiche ma anche dai colori accesi e dalle estrose fantasie, lavorati con trattamenti che garantiscono al tessuto un’elasticità naturale, senza ricorrere a materiali sintetici. Con i cotoni anche i lini e i tessuti «Ecotone», realizzati con 100% cotone organico a fibra extra-lunga ed «Ecolino», creati con 100% lino organico proveniente da piante coltivate senza l’uso di sostanze chimiche dannose per l’ambiente e senza ricorrere all’irrigazione.

Cresce la collezione donna, una curiosità è il Tencel, fibra di origine vegetale, che viene estratta dalla cellulosa proveniente dalle foreste di eucalipto del Sud Africa, la cui coltivazione è gestita in maniera sostenibile: «I tessuti realizzati con questa materia prima risultano particolarmente setosi e morbidi sulla pelle, donando una sensazione di comfort e naturalezza» spiegano dal Gruppo Albini.

Per Thomas Mason c’è per la prima volta anche la canapa, una fibra green all’insegna del percorso sostenibile avviato dall’azienda: la canapa infatti è una pianta che cresce in zone tropicali calde o in climi temperati, non richiede pesticidi, elimina naturalmente le erbacce e produce molto ossigeno, oltre a lasciare il terreno in condizioni eccellenti per qualsiasi coltura successiva. Tutti i suoi sottoprodotti possono essere utilizzati, di conseguenza non produce scarti e i tessuti creati con la canapa sono ipoallergenici, antibatterici e non irritano la pelle: sono eccezionalmente resistenti, con proprietà termoregolatrici e proteggono la pelle dai raggi Uva.

Il denim si conferma invece la specialità di Albiate 1830, in una gamma sempre più vasta di pesi. Il tutto in un’ottica eco: «La sostenibilità per noi non è un punto di arrivo, ma un processo di miglioramento continuo» era una frase che Silvio Albini ripeteva sempre e che è espressione del lavoro che il Gruppo sta proseguendo, grazie a un limitato utilizzo di prodotti chimici, la massima attenzione al risparmio energetico e idrico, e l’uso di fonti rinnovabili. Proprio con questa ottica, dal dicembre 2017 l’azienda è anche membro di Better Cotton Initiative, un’organizzazione no-profit che mira a rendere la produzione di cotone progressivamente migliore per le persone che lo producono, per l’ambiente e per il futuro del settore.

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