Le Artigiane di Cenate Sotto crescono
tra le divise e L’orologio fa cucù

Dalla linea donna a un progetto che nasce per i più piccoli, a scuola e nel tempo libero. Con le loro mamme.

Partire da una linea donna per arrivare al bambino è stato un passaggio naturale per la bergamasca Deborah Belloli e l’amica Giorgia Iori. Perchè nella moda entrambe ci sguazzano da un po’ con il loro brand Le Artigiane, che ha base a Cenate Sotto, e perchè sono mamme tuttofare e sicuramente piene di creatività. Spegne così la prima candelina L’orologio fa cucù, etichetta nata per i più piccoli dalla coppia di stiliste che, dopo aver avviato la linea da donna 5 anni fa, ha diversificato il target e ampliato il laboratorio: «C’è una modellista impegnata specificatamente sul bambino, oltre al nostro lavoro stilistico sulla collezione Le Artigiane; siamo cresciute con lo staff impegnato sulla confezione - spiega Deborah Belloli -: L’orologio fa cucù festeggia un anno positivo, che racconta un bambino comodo, principalmente casual ma sempre di un’eleganza originale». Un bambino che indossando jersey doppiati, tessuti felpati, senza rinunciare alla fantasia, al tartan e a qualche pois. Una scommessa vinta: «Il brand è ora commercializzato in una rete di negozi e per lanciarlo noi abbiamo aperto in via Tasso, a Bergamo,una sfida in un momento così difficile per il commercio. Noi ci abbiamo creduto e il valore aggiunto del fatto a mano, della artigianalità ripagano».

Con l’idea di una linea di abiti mamma-bambina: dai capispalla alle gonne in tulle, dalle felpe alle camiciole morbide. «Un ritorno al senso sartoriale, sapendo che alla base c’è un laboratorio in grado di personalizzare ogni dettaglio»».

E le due «artigiane», come spesso le chiamano, hanno chiaro anche l’obiettivo imprenditoriale: «Cinque anni fa iniziammo a pensare al mondo della scuola, con l’ideazione di una collezione di divise: è nato così un anno fa il progetto lamiadivisashop.com, con un e-commerce che ci permette di lavorare attualmente con una decina di scuole d’Italia». Un business da ampliare: «Senza però mai scendere di qualità, ricercando linee sempre originali, dettagli che fanno la differenza e un made in Italy che ci permetterà di pensare anche a un internazionalizzazione dei nostri marchi».

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