La dottoressa e le stoffe chic
A Gaverina nasce Velvet 1961

Cinque anni fa gonne e borse con tessuti dell’alta moda. Un medico bergamasco si è inventata un hobby moda.

Ha due specializzazioni mediche, come otorino e come odontoiatra, ma nel tempo libero ha sempre cucito, con una manualità che le è stata tramandata da piccina, quando a Gaverina guardava la zia sarta lavorare sul grande tavolo di casa mentre ricamava, tagliava, accorciava e creava nuovi abiti per le signore bergamasche della zona.

Cristina Facchinetti ora vive e lavora tra Brescia e ospitaletto, ma cerca di tornare spesso a Bergamo. «Ricordo ancora il rumore delle forbici quando mia zia le appoggiava sul tavolo. Ho iniziato a cucire presto anche io, tradizione di famiglia che ho abbinato a un’incredibile passione per i tessuti, le stoffe, soprattutto quelle più esuberanti e fantasiose». E per questo che, nonostante la professione (doppia) di medico, Cristina ha creato Velvet 1961, data della sua nascita e omaggio al velluto, tra i tessuti da lei più amati. «Sono partita dalle gonne, perchè avevo voglia di colore e di un capo che potesse spezzare la monocromia» sorride e ricorda i primi prototipi dopo la laurea in Medicina: «Mi sono subito accorta che non sarebbe potuto mai essere un lavoro, ma che poteva diventare un hobby, da vivere con passione, senza obblighi, da condividere».

Da qui la scelta oculata e mirata dei tessuti, l’alta qualità del progetto sartoriale e la voglia di un prodotto che fosse «femminile, esuberante, ricco di colore» spiega, «sperimentando, tagliando e ritagliando ancora. Se penso che da bambina aprivo l’armadio di mia madre e lei mi lasciava libera di sperimentare - ricorda -. A 15 anni ho tagliato anche il suo abito da sposa».

Dopo le gonne sono arrivate le borse, richieste soprattutto attraverso i Social e nei diversi mercatini che gira in Lombardia, Bergamasca compresa. «Mi diverto, mi appassiono ai colori che mi trovo di fronte e se fosse per me oserei anche di più, soprattutto con il tulle, mia grande passione: punto a fare gonne folli, stravaganti, vaporose». Una fuga fashion dalla realtà, la sua, perchè «amo pensare che dentro di noi c’è la voglia, sempre, di evadere. E lo si può fare anche con una gonna».

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