La crisi avvantaggia il make-up
Trucchi al posto di scarpe e borse

È passato un anno dall’apertura del primo Mac store nella Bergamasca - all’interno di Oriocenter - e Paolo Deponti, il trevigliese che dall’aprile 2012 è brand manager Italia del marchio di cosmetica canadese, traccia un bilancio tutto in positivo. A riprova del fatto che il settore del make up non ha risentito più di tanto della crisi.

«Cresce il “lipstick index” - spiega Deponti -, un termine coniato da Leonard Lauder, storico presidente di Estée Lauder, per descrivere l’aumento delle vendite dei cosmetici nell’ultimo periodo di recessione cominciato nel 2000. Secondo Lauder, infatti, le vendite dei rossetti potevano essere utilizzate come indicatore economico, in quanto l’acquisto di cosmetici, lipstick in particolare, tende ad essere inversamente proporzionale alla salute economica. Questo perché le donne, in tempi di difficoltà economiche, sostituiscono l’acquisto di make up a quello dei prodotti più costosi come abiti e scarpe. E cercano prodotti di qualità. Nei nostri negozi in tutta Italia abbiamo raddoppiato il fatturato in quest’ultimo anno, e nonostante la crisi siamo il primo brand a livello nazionale come numero di lipstick venduti: 147.526. Il più venduto, anche a Orio, è il Ruby Woo».

Cosa hanno apprezzato maggiormente le clienti del negozio di Orio?
«Da gennaio a ottobre il fatturato del puro servizio è aumentato del 10%. In particolare ci hanno chiesto molto la seduta di trucco di mezz’ora che costa 35 euro redimibili in prodotti, molto gettonata da chi ad esempio è in attesa dell’aereo o dell’autobus e vuole regalarsi una pausa relax per sistemarsi e avere i consigli dei nostri makeup artist». A questo proposito, nello store di Orio lavorano sei dipendenti, tutti makeup artist formati dai professionisti Mac. «Oggi Mac conta 32 punti vendita e proseguiamo con una politica di sviluppo: nei prossimi tre anni arriveremo in tutte le grandi città e i centri commerciali più importanti e poi proseguiremo con le città più piccole. Anche Bergamo è compresa nei nostri progetti per il futuro e non escludiamo di aprire uno store in centro».

Cosa distingue Mac da una qualsiasi altra profumeria?
«In un mercato difficile, caratterizzato da una forte competizione, ci distinguiamo dagli altri perché possiamo offrire dei servizi qualificati ed è questo che finora ci ha regalato enormi soddisfazioni. Ogni anno usciamo con 59 nuove collezioni, molte in collaborazione con star della musica, del cinema e del teatro. Siamo makeup ufficiale del Festival del Film di Roma e dei musical Dirty Dancing e La Famiglia Addams, makeup sponsor ufficiale della stagione lirica 2014 dell’Arena di Verona con la prestigiosa collaborazione del nostro global senior artist Michele Magnani. Seguiamo anche il fenomeno delle blogger e le invitiamo spesso ai nostri eventi, anche se non collaboriamo in esclusiva con nessuna».

Mac è diventata negli anni un brand di culto tra le appassionate di make up, che aspettano con ansia il lancio di nuovi prodotti e colori, rossetti in particolare. Alcuni, come il Russian Red, il Ruby Woo o l’Impassioned, sono diventati must have. I prodotti sono caratterizzati da un packaging nero e minimale, che si trasforma per le edizioni limitate. Per questo Natale, ad esempio, Mac ha lanciato tre nuove collezioni: Heirloom Mix, caratterizzata da tonalità scure, con tantissimi prodotti tra cui rossetti, blush, smalti, pigmenti pressati, matite occhi ed eyeliner; Keepsakes, una serie di raffinati kit per occhi, labbra e viso in diverse combinazioni cromatiche, tre kit di pennelli e una palette Viva Glamorous in edizione limitata per labbra e infine Objects of Affection, una collezione di kit presentati in confezioni glitterate adornate da un cameo in rilievo. Ci sono quattro kit di pigmenti e glitter in argento e blu, rosa e rosato, oro e beige e un intenso bronzo (solo online) e tre kit di lipglass in rosa e prugna, nude e rosso e nude e corallo. Da provare.

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