La Bottega di Giorgia
punta sulla donna

La donna? Un’eterna bambina. Lo pensa Giorgia Totaro che ha presentato da poco la sua nuova collezione autunno/inverno 2017/2018 e che non punta solo ai più piccoli, estendendo la linea «a quelle mamme che ho conosciuto raccontando la mia idea di bambino» spiega la stilista.

Cresce così La Bottega di Giorgia, marchio made in Bergamo lanciato al Pitti esattamente cinque anni fa. «La donna arriva di conseguenza alla collezione bambino: la richiesta è aumentata e l’ho pensata proprio come tutto quello che faccio per i piccoli: agile, comoda, divertente». Senza fronzoli, armoniosa; dalle linee morbide ma geometriche e definite, mentre il brand si estende sul mercato: «In Italia, ma anche negli Stati Uniti dove siamo presenti con uno show-room a New York. Iniziamo a farci strada in Cina e Giappone» aggiunge. Merito del Pitti Bimbo, ma anche delle fiere parigine, con la speranza di rafforzarsi ad Est: «Il mio sogno? Sviluppare una rete commerciale in Oriente e in Giappone, ma sono consapevole della necessità di un partner locale che mi aiuti a districarmi sul mercato».

Questo senza voler snaturare il progetto: «Che nasce piccolo, artigianale, etico e con un’idea molto chiara e concreta della moda bambino - spiega Giorgia -. Ho sempre voluto che il mio prodotto fosse coerente con il mio essere, i miei valori, con il desiderio di trasmettere l’amore per i tessuti, per una moda vivere a 360°, giocosa e poetica». E soprattutto made in Italy: «In Bergamasca realizzo tutto il progetto tessile, la maglieria in un laboratorio a Imola». Questo mentre Giorgia Totaro gira l’Italia e racconta il suo progetto: «Sono poco social, mi affascina Instagram, ma alla fine punto a metterci la faccia e a raccontarmi con la collezione e i miei bambini». Ora anche con una donna scanzonata, molto libera, che vive i mille impegni con grande comodità.

«Ci sono denim, velluti, lane, cotoni misto cashmere». E ci sono tanti pantaloni, passione de La Bottega di Giorgia, nei loro tagli morbidi e ampi. «Credo molto in quello che ho fatto in questi cinque anni e continuo a rispettare il bambino, cercando di offrire un punto di vista nuovo e sempre confermando il valore della manualità e il senso artigianale di un guardaroba contemporaneo». Con l’inserimento, a sorpresa, del tulle: «Per me in fondo non è tanto una sorpresa - sorride lei -: se penso ai miei inizi feci una gonna molto ampia, tutta in tulle». E ammette: «Nel mio armadio ho una ricca collezione di tutù da ballerina». Un passato nella danza? Assolutamente no, ma una passione per un tessuto «pieno, divertente, capace di sdrammatizzare ogni situazione se indossato con leggerezza».

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