Krizia, stamattina i funerali a Milano
«Per sempre legata a Città Alta»

Saranno celebrati questa mattina i funerali di Mariuccia Mandelli, alle 11 nella chiesa di Sant’Angelo in via della Moscova, a Milano.

La stilista, nata a Bergamo 90 anni fa, è venuta a mancare nella serata di domenica, colta da un malore improvviso mentre era nella sua abitazione. Da ragazza aveva lasciato la sua amata Città Alta per lanciarsi nel mondo della moda, trovando in Milano la sua seconda casa, ma senza mai dimenticare «la bellezza di Città Alta, e in particolare la chiesa di San Pancrazio e poi le Mura, sempre magnifiche» aveva detto tempo fa.

Tra i ricordi di Mariuccia Mandelli a Bergamo anche il suo ruolo di madrina del corso di laurea in Ingegneria tessile che l’Università di Bergamo ha avviato nel 2002. Un sogno e un pallino da sempre della stilista: «Serve un’università della moda – aveva detto ai tempi -. È sempre più difficile trovare figure adatte alla gestione delle proprie aziende o in grado di stare al passo nel trattare, anche dal punto di vista creativo, i tessuti innovativi che l’industria tessile mette continuamente sul mercato». Considerazione quanto mai attuale, sul territorio nazionale ma anche locale che ha sete di risorse nel campo manifatturiero e tessile, tra ricerca e specializzazione. E bene lo sapeva Krizia, con la sua continua indagine stilista, per una moda femminile, ma senza fronzoli, «per liberare la donna dal superfluo, adattando i vestiti alla vita quotidiana».

Una donna, Krizia, in un panorama di stilisti uomini, considerata una ribelle quando abbinò materiali preziosi ai tagli sportivi dei suoi abiti: «Gli accostamenti più arditi riescono a far cantare i materiali e le forme» è una delle sue frasi più celebri. Per lei hanno lavorato grandi nomi della moda, come lo stesso Karl Lagerfeld, e di lei si disse che fu coraggiosa quando, insieme a Ottavio Missoni, nei primi anni Settanta, decise di abbandonare la Sala Bianca di Firenze per sfilare a Milano.Con un gusto e un’eleganza che l’ha contraddistinta fino alla fine, quando nel 2014 ha scelto di vendere il marchio al gruppo cinese Marisfrolg. Ma della Krizia bergamasca ricorderemo il tricot e l’animalier, le sue invenzioni più celebri come gli hot-pants, le famose spalle geometriche e gli abiti «a uovo», una costante del suo stile e del suo gusto. Con una pillola di saggezza, anch’essa attualissima: «Noi a 18 anni avevamo il calzino corto – ha detto un giorno -. Oggi, le ragazze sono tutte belle e possono indossare quello che vogliono. Ma attenzione al cattivo gusto».

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