Krizia, la maestra di Città Alta
Determinata e ribelle

«Crazy Krizia» non sarà più dietro le quinte della sua passerella in via Manin. È di lunedì 24 febbraio la notizia che la stilista bergamasca Mariuccia Mandelli, bergamasca volitiva e appassionata nata 89 anni fa in Città Alta, ha ceduto il suo marchio a un colosso cinese.

«Crazy Krizia» non sarà più dietro le quinte della sua passerella in via Manin. È di lunedì 24 febbraio la notizia che la stilista bergamasca Mariuccia Mandelli, bergamasca volitiva e appassionata nata 89 anni fa in Città Alta, ha ceduto il suo marchio a un colosso cinese.

È lei che sessant’anni fa è «emigrata» a Milano nell’appartamento del musicista Lelio Luttazzi dove, con l’amica Flora Dolci, è partita da una macchina da cucire e valige stipate di abiti che portava in giro per le boutique d’Italia. «Una volta mi scambiarono per una venditrice di saponette» racconta sempre con piacere, ricordando bene la prima gonna venduta in un negozio milanese di Corso Vercelli.

Ora ci mancheranno i suoi animali proposti e sempre riaggiornati sulla maglieria - la famosa pantera in primis - le sue geometrie, quell’uso dei plissé che con vigore ha portato alla ribalta anche nella sfilata di giovedì scorso. Ci mancherà quel caschetto perfetto, la sua determinazione, una donna che con un gusto acuto e mai scontato ha scardinato il sistema moda negli anni Settanta e Ottanta. «Ho sempre seguito il mio istinto e non ho mai avuto un modello a cui ispirarmi» ci aveva raccontato tempo fa. Lei, sempre curiosa, sempre tenace, ha portato in passerella una donna volitiva e avventurosa, cancellando tanti stereotipi: «Una donna profondamente libera che detesta le convenzioni» ha detto un giorno raccontando il suo stile ma in fondo la sua stessa vita. Quando ha deciso di riporre in un cassetto il diploma da maestra e ha preso in prestito il suo «nuovo nome» da uno dei dialoghi di Platone sulla vanità, per confrontarsi con colossi della moda quali Armani, Ferrè, Valentino e Versace.

Dello scorso anno erano le notizie del rilancio del marchio «Teen» e di «KriziaPoi», ora, con il comparto moda ceduto ai cinesi, la pensiamo tra altre due sue grandi passioni: l’arte, con il sempre avveniristico spazio di Palazzo Melzi d’Eril, e l’esotico mondo di Barbuda, dove alla fine degli anni Ottanta ha aperto il resort K Club. Del resto lo ha detto spesso, e noi ci crediamo: «Io amo tutto ciò che faccio». 

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