Il cappotto di Crowe
arriva da Bergamo

Lui, il gladiatore più famoso del cinema Usa, interpreta bene lo stile «take it as it», motto dell’azienda di moda bresciana Boglioli e che sta a significare «prendila come vuoi». Tanto che per «prendere» il suo cappotto preferito, dalla più glamour città del mondo quale è da sempre New York, Crowe si è spinto fino a Bergamo. Non nel senso vero e proprio del termine, ci dispiace per le sue fan orobiche, ma si può dire che il desiderio del celebre divo di Hollywood si è esaudito direttamente in via Paglia, nel negozio cittadino «Harrison», gestito da Stefano Boglioli che tra i suoi scaffali custodiva il cappotto tanto voluto dall’attore.

Nello stile di un vero shoppingaholic, tre mesi fa Crowe, passeggiando sulla Quinta Strada, ha visto nelle vetrine del celebre Bergdorf Goodman un cappotto Boglioli K Coat, cento per cento cachemire. Non se l’è fatto dire due volte ed, entrato nel negozio, ha richiesto lo stesso modello ma nel colore grigio. Un desiderio da soddisfare con urgenza, probabilmente per motivi cinematografici: l’attore stava girando in quei giorni la pellicola proprio ora sul grande schermo, State of play, thriller politico nel quale interpreta un reporter d’assalto. In 24 ore da New York la richiesta ha quindi fatto il giro del mondo arrivando a Bergamo dove i fratelli Boglioli Stefano e Mario hanno recuperato il capo richiesto, recapitandolo direttamente nell’abitazione di Los Angeles dell’attore. Che il gladiatore fosse un fashion victim già si sapeva, da tempo affezionato cliente del made in Italy e patito delle giacche destrutturate della maison bresciana, balzate agli onori della cronaca per aver fatto innamorare anche il presidente Nicolas Sarkozy.

Una lista, quella dei fan Boglioli, che annovera tra gli altri il re di Spagna Juan Carlos e il figlio Felipe, Bill Clinton e i Rolling Stones e, tra gli italiani, Flavio Briatore e il regista Gabriele Salvatores. Una passione che nasce da due peculiarità dei capi spalla Boglioli: la tecnica del tinto in capo, un’esclusiva dell’azienda di tinteggiare successivamente alla realizzazione dell’abito, e l’uso di lane grezze pregiate, tinte con colori naturali e decisi e poi sottoposti a uno speciale lavaggio tale per cui ogni pezzo risulti diverso dall’altro. Caratteristiche, queste, nate in una famiglia bresciana di sarti per generazioni: dal nonno Piero a papà Giuseppe, fino al figlio Mario con la «Luca’s Moda», al quel si sono poi aggiunti in azienda anche i due fratelli Stefano, responsabile dell’area commerciale e di vendita (e titolare del negozio bergamasco «Harrison») e Pierluigi, la mente creativa.

Con una filosofia aziendale che non cambia da generazioni: vestire con eleganza, ma senza rinunciare ala comodità e, soprattutto, senza ingessare o conformare in linee rigide chi indossa abiti nati da una mentalità sartoriale. In perfetto stile Crowe, del resto, che ora dal cappotto indossato anche in «State of play» passerà, dato il cambio di stagione, alle giacche. Si vocifera che l’attore stia anche definendo il guardaroba per il prossimo film. E Bergamo si prepara ancora una volta ad esaudire i suoi desideri.

Fabiana Tinaglia

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