Moda e tendenze / Valle Seriana
Lunedì 21 Dicembre 2015
Dalle camicie al cashmere
Sonrisa spinge sul made in Bergamo
Una nuova sfida per Sonrisa. Il marchio di camicie prodotto ad Alzano Lombardo si lancia nel cashmere con una linea uomo di maglieria che aggiunge un pezzo alla collezione della famiglia Valoti
«L’Italia è il primo trasformatore al mondo di cashmere pregiato e qui hanno sede le più importanti aziende al mondo che lavorano questa fibra, con un ciclo completo di produzione. Abbiamo pensato così di diversificare il prodotto spingendo sulla qualità – spiega Monica Valoti, responsabile dell’ufficio stile di Sonrisa –. La nuova etichetta “Sonrisa Cashmere” per il momento sarà distribuita solo in Italia, in 50 realtà selezionate di alto livello».
Ufficio stile in casa, la realizzazione è affidata a un laboratorio manifatturiero bergamasco che da 35 anni lavora il cashmere, «una garanzia artigianale – continua Monica Valoti – con un filato 2/28 fornito dalla filatura Cariaggio, espressione di altissimo valore italiano».
Un progetto nuovo per il marchio del Gruppo V&V che sta crescendo sull’export e che si prepara anche al Pitti Uomo, a gennaio dal 12 al 15 gennaio a Firenze. «Stiamo costruendo una rete vendita estera che ci permetta di crescere fuori dall’Italia con il prodotto Sonrisa che piace per l’altissima qualità della fattura e la produzione italiana. Un percorso iniziato due anni fa e che ora si sta consolidando». Da qui l’apertura, proprio in questi giorni, di uno showroom a Milano, in via Manzoni, nel quadrilatero della moda: «Ci abbiamo investito intorno ai 100 mila euro e siamo partiti. Del resto siamo cresciuti con l’export del 40% nel 2015 e per il prossimo anno prevediamo un altro +25% - continua Monica Valoti -. L’Italia è da sempre il nostro mercato prioritario con Sonrisa: proprio per questo l’80% del nostro fatturato, chiuso per quest’anno a 11 milioni, è realizzato nel nostro Paese». Undici milioni che riguardano Sonrisa, camiceria completamente prodotta ad Alzano, mentre il Gruppo V&V realizza i suoi capi anche con altri marchi negli stabilimenti della famiglia Valoti in Egitto e Romania: «Con Sonrisa siamo cresciuti intorno al 18% in un anno e, dati i tempi, questo risultato spiega il valore del made in Italy e della sartorialità». Con un consolidarsi del mercato americano e una novità sulla Russia: «A Copenaghen abbiamo aperto uno showroom e un secondo è a Barcellona, ma soprattutto siamo concentrati su quelli avviato lo scorso gennaio a New York e Toronto, in due showroom che lavorano con il mercato americano e canadese: una cinquantina i clienti, abbiamo dedicato una linea apposita con modelli specifici, tessuti ricercati e che rispondono al gusto americano. Stiamo lavorando anche sul su misura, con boutique di New York: abbiamo già realizzato così in un anno 10mila camicie e ora potenzieremo il magazzino».
La Russia parte ora: «Siamo entrati in uno showroom di Mosca e le nostre camicie sono arrivate ai grandi magazzini Gum: nonostante la crisi che ha colpito il Paese, per l’alto livello di Sonrisa il mercato è molto appetibile e ha buone possibilità di sviluppo». Importante anche l’investimento sul personale: «Quest’anno abbiamo assunto quattro risorse, per un totale di 65 dipendenti che lavorano esclusivamente su Sonrisa» commenta ancora Monica Valoti, che dà uno sguardo anche al Pitti: «Sempre più lavorazioni tessili, tra stampe e laseraggi, con il cotone che viene affiancato al jersey, il jersey jacquard, il denim piquet, misti lane e tessuti trapuntati».
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