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Moda e tendenze / Bergamo Città
Domenica 12 Ottobre 2014
Dal vetro alla stoffa
Nasce «MateriaPrima»
«Prendi un foglio bianco. È davanti a te, candido e perfetto: pronto per essere trasformato». Tutto ha inizio da qui, dalla «materia prima» che Elena Ravasio reinventa.
Dal nome del suo negozio a Bergamo, angolo colorato e di ricerca in via Broseta 26 aperto esattamente tre anni fa, parte con una nuova avventura che racconta di stoffe, capaci di trasformarsi in gonne fluttuanti, bluse dai tagli netti e leggeri, abiti essenziali.
Forme molto amate da questa bergamasca 38enne, che prendono vita attraverso tessuti pregiati e fantasie. Righe, scacchi e spigati, con il grigio che prende il sopravvento: «Prima o poi estenderò la gamma di tonalità» si schernisce lei, che da architetto non molla l’essenzialità, e torna al foglio bianco: «Per un designer, la primissima materia che consente di trasformare un’idea in progetto è il foglio bianco. La prima collezione di abiti che porta il nome di “MateriaPrima” simbolicamente è partita proprio da questo: dal foglio con cui giocare per inventarsi nuovi origami».
![Un cappotto MateriaPrima Un cappotto MateriaPrima](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2014/10/12/photos/cache/dal-vetro-alla-stoffanasce-materiaprima_45a0a3d8-521a-11e4-8441-1b8f31f72970_700_455_v3_large_libera.jpg)
(Foto di Fabio Toschi)
Foglio bianco su cui disegnare modelli, ritagliare cartamodelli, incollare pezzi di stoffa da accarezzare. «Tutto questo progetto nasce dalle stoffe che sono diventate una passione sfrenata». E per lei che è partita come disegnatrice di gioielli in vetro è una rivoluzione di idee, di manualità. Ripensando al suo lavoro e alla sua vita. Tre anni fa ha aperto bottega, tra i colori di Marimekko e nomi emergenti di una moda essenziale e di nicchia. «Poi, a guardare gli altri, cercavo sempre qualcosa di diverso, che rappresentasse di più la mia idea di donna: elegante, ma attenta ai dettagli, semplice e comoda, ma sofisticata». Una moda di alta qualità, che puntasse al made in Italy e che giocasse con le forme: «Ecco “Origami”, prima collezione di “MateriaPrima”» spiega.
Perché parte proprio tutto dalla materia: «E quanto mi diverto: a scegliere e confrontare stoffe, a trovare scampoli di passate collezioni di griffe dell’alta moda». Pezzi di stoffa che hanno una storia e che Elena interpreta con nuove dimensioni: tagli di texture che nella materia sono unici e che si reinterpretano nel gioco delle forme, esplorando nuovi spazi stilistici.
![Un capo MateriaPrimaFabio Toschi Un capo MateriaPrimaFabio Toschi](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2014/10/12/photos/cache/dal-vetro-alla-stoffanasce-materiaprima_658ef7da-521a-11e4-8441-1b8f31f72970_700_455_v3_large_libera.jpg)
«E ancora mi emoziono e mi spavento per questa che è una nuova avventura». In un periodo in cui pochi investono e pochi ci credono: «Ma è da qui che parte tutto: il foglio non può restare bianco» sorride lei mentre prepara origami e veste, modella per un giorno, l’attrice bergamasca Giulia Manzini, entusiasta nel mettersi nei panni di questa «MateriaPrima».
Intanto Elena soffia vetro e colora collane che avvolgono colli, rivitalizzano corpi, giocano sulle linee di abiti dalle forme morbide. E ci sono tagli e tasche, nuovi spazi d’azione: «Dopo Milano, dove uno studio di architettura ha presentato nei giorni scorsi la mia collezione, sono arrivata a Mantova dove la linea è già in un negozio di ricerca del centro. Ora la vera sfida è Bergamo, la mia città e il mio punto di partenza». Ma non di arrivo: «Tutto il mondo, se possibile», e si riferisce al nuovo progetto e-commerce sul sito web materiaprimabergamo.it, mentre restano quegli occhi che ridono, di lei bambina: «Come quando osservavo il mio maestro Davide Penso che soffiava il vetro e io restavo lì a osservare la sua appassionata arte. Adesso mi succede con la stoffa». Che taglia, che pensa. Si inventa vestito.
![Un modello di «MateriaPrima» Un modello di «MateriaPrima»](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2014/10/12/photos/cache/dal-vetro-alla-stoffanasce-materiaprima_7c64c588-51fd-11e4-8441-1b8f31f72970_700_455_v3_large_libera.jpg)
(Foto di Fabio Toschi)
Un laboratorio artigianale la supporta nella confezione: «I modelli sono una ventina, dai pantaloni alla gonne e un coprispalla che amo alla follia». C’è un cappotto a uovo, dal taglio minimale che avvolge e riscalda. Poi cambiano i colori, i tessuti, ma resta quel foglio. Da piegare e riscrivere, rimodellare. Volano gli origami, Elena sorride e pare più sollevata: «L’importante che non resti mai bianco».
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