Moda e tendenze / Bergamo Città
Sabato 26 Ottobre 2013
Cambio della guardia
per «Uomo Re»
Cambio di testimone da «Uomo Re», storico di negozio di abbigliamento maschile in passaggio Bruni. Dopo 25 anni di attività in proprio e 35 di lavoro Gigi Sofist lascerà la gestione a un socio e a un commesso. E spiega: «Ora investo in felicità».
Cambio di testimone alla guida di «Uomo Re», storico di negozio di abbigliamento maschile in passaggio Bruni. Dopo 25 anni di attività in proprio e 35 di lavoro nel mondo del commercio Gigi Sofisti, 51 anni di Bergamo, lascerà la gestione a un socio e a un commesso che da anni lavorano in questo plurimarca di moda uomo. Lo scorso settembre aveva festeggiato un quarto di secolo di attività e per Natale il negozio chiuderà sotto la sua gestione per poi riaprire in mano a due dei commessi che da anni lavorano in questo plurimarca di moda uomo.
«Cedo tutte le mie quote, chiudo questo capitolo della mia vita. E non lo faccio a cuor leggero». I motivi? Presto detti: «Mi sembra di ripetere quanto giorni fa ha raccontato Luca Sacerdote. Dagli affitti ai costi di gestione, da un cambio del mercato alla crisi dei consumi fino all'avvento dell'e-commerce» spiega il commerciante che nella moda ha iniziato a lavorarci a 15 anni: «Nel 1977 facevo il commesso da “Arbiter”, negozio di lusso in Porta Nuova: era il top a Bergamo, il primo a portare in città il nome di Giorgio Armani. Qui con mio fratello Fabrizio ho imparato il mestiere». Poi il grande salto: «Ho sempre pensato che ognuno deve essere regista del proprio film: nel 1988 ho aperto Reporter, monomarca uomo, sempre con Fabrizio. Mi ricordo l'investimento: 500 milioni di vecchie lire».
Dopo 4 anni la boutique si trasforma in plurimarca, sempre moda uomo, e con brand importanti, da Santoni a Jacobs fino a Luca Roda: «Intanto Fabrizio apre Klan's in via Sant'Alessandro e io proseguo, sviluppando anche il progetto del “su misura”: al quinto piano avevo una vera e propria sartoria». C'era Antonio Savoldi che realizzava abiti e camicie: «Facevamo anche le scarpe e la maglieria in cachemire – continua Sofisti -, ma tre anni fa ho abbandonato l'avventura: la richiesta era diminuita, i costi troppo alti, e mancava personale specializzato».
Finisce così un pezzo di Uomo Re, e adesso ne finisce un altro: «I ragazzi manterranno il nome ma gli daranno una nuova impronta. Io penso ad altro». Quando per altro Sofisti intende “TerraUomo”, associazione benefica di Ranica di cui è presidente: «È nata un anno fa, mi fa stare bene: ora ho nuovi obiettivi». Anche se al mondo della moda qualcosa ha ancora da dire: «Non è che la crisi ha solo cambiato i consumi. Sono i consumi che si sono evoluti perché alla base è cambiato l'interesse del pubblico». Il vero investimento da fare? «Sulla felicità – dice -, perché la gente ora ricerca questo». E la moda può ancora donare felicità se cambiano le sue dinamiche: «Ma i commercianti devono avere gli strumenti per lavorare, ripensando alle dinamiche di ordini e pagamenti, forniture e approvvigionamenti». Poi silenzio: «Adesso però io vivrò di ricordi». Come quando nel 2008 gli furono commissionate le divise per il Genoa Calcio: «Fu l'anno in cui Preziosi comprò Milito all'ultimo minuto del calciomercato. Dovetti lavorare tutta una notte per fare la divisa all'argentino: due giorni dopo il suo acquisto c'era già la foto ufficiale» ricorda Sofisti che, in fondo, di moda ancora si occuperà: l'associazione TerraUomo ha aperto dai primi di ottobre in via Gombito Cheap&chic&philanatropic, negozio dove acquistare a peso capi firmati in stock provenienti direttamente dagli Usa. Il ricavato per progetti che vanno a sostegno delle giovani generazioni.
Fabiana Tinaglia
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