Moda e tendenze / Bergamo Città
Mercoledì 05 Settembre 2018
A Songavazzo per fare rete
all’insegna della sartorialità
Il mondo dell’arredamento e del design lo ha portato in giro per il mondo e, contatto dopo contatto, ha pensato di avviare un nuova attività che non riguarda più i mobili o complementi d’arredo ma gli abiti da uomo. Sartoriali.
Intraprendente Luigi Raimondi, imprenditore di Songavazzo, che con la moglie Desiree lo scorso anno ha avviato Luxaly, società ed etichetta di moda, mentre il figlio Eric porta avanti l’attività legata all’arredamento e delle ristrutturazioni, la Edl Arredamenti di Clusone.
«Il progetto è nato da una rete di conoscenze che mi hanno fatto venire l’idea di avviare un brand di moda: la richiesta dai miei clienti del mondo dell’arredamento è stato il test per avviare la nuova avventura». Raimondi ha così contattato Giacomo Balduzzi, designer originario di Clusone che da anni lavora come consulente stile a Londra oltre che essere buyer nel mondo della moda uomo. «Con lui abbiamo creato la prima collezione nel marzo del 2017 e mentre lui progettava la linea, io ho creato la mia rete di fornitori».
A Songavazzo c’è infatti il quartier generale con lo showroom e l’ufficio per la modellistica, ma tutto il prodotto moda è realizzato in Italia in più laboratori sartoriali: «Tutto made in Italy e tutte piccole realtà artigianali: le camicie le facciamo a Brescia, a Napoli pantaloni e abiti, a Bari le giacche». C’è anche un pezzo di Bergamasca: «Ci sono il cotone e lino Albini per la camiceria mentre le cinture le facciamo realizzare a Gorle».
Raimondi segue tutta la filiera e fino ad ora ha gestito la rete commerciale, ma dal 2019 l’obiettivo è quello di creare una rete vendita partendo dall’Italia: «Attualmente siamo in una decina di boutique multibrand: il primo punto vendita che ha preso la nostra collezione e ha creduto nella nostra etichetta è stato un negozio di Sarnico – spiega Raimondi -. Poi, dati i legami all’estero con il lavoro della società di arredamento, abbiamo spedito i nostri capi in Australia, in Germania e ora in Canada».
Una rete commerciale tutta da creare e da estendere, con al momento una produzione annua di un migliaio di capi che nel 2017 hanno portato un fatturato intorno ai 200 mila euro. «La cifra si conferma anche sul 2018 e si tratta dei primi passi. Dal prossimo anno puntiamo a una crescita del 30% con l’avvio di una rete di vendita che ci spingerà in Italia e all’estero, in particolare in Svizzera e Spagna come prime realtà europee da sviluppare. Offriamo anche un servizio di sartoria in giro per l’Europa», pronti a viaggiare per fornire una proposta su misura, garantendo la spedizione in due settimane del prodotto: è già capitato che realizzassimo un abito per 300 dipendenti di una società europea che voleva capi sartoriali così come ci siamo occupati del guardaroba di manager che, stranieri, si affidano al nostro brand per un total look di artigianato italiano» continua Raimondi, che si apre anche al conto terzi. «È un progetto che ha possibilità di sbocchi e che per ora è appena avviato: l’idea è anche di seguire la filiera di sviluppo per etichette differenti alla nostra, dando la consulenza stilistica e modellistica a chi vuole realizzare una linea, una collezione, anche ridotta nei numeri, ma con sempre lavorazioni artigianali e quindi di altissima qualità». Il vantaggio? «Un unico referente che offre una rete di fornitori altamente specializzati, garantendo il made in Italy e una consulenza diretta».
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