L'atelier di Moki
tra moda e design

Come mettere in un cassetto una laurea in giurisprudenza e darsi (felicemente) alla moda? Provare per credere. Anzi, per meglio dire, provate a chiederlo a Moki, alias Monica Silva, trentaduenne stilista bergamasca che a leggi, codici e codicilli ha preferito kaftani, borse, collane e? cappottilli. Rima (scherzosa) a parte, tutto vero (carriera forense abbandonata) e tutto molto artigianale, dal momento che le originali creazioni di Moki sono un perfetto mix tra arte e design. Insomma, se non volete passare inosservate, o ancor peggio sembrare banalmente alla moda, sarà sufficiente indossare una delle sue creazioni per ottenere un effetto sorprendentemente fashion.
Qualche esempio? Il soprabitino mezza stagione con fantasie pittoriche che ricordano una tela di Victor Vasarely (quello delle sfere tridimensionali, per intenderci), o una giacca a fiori con bottoni gioiello o ancora un kaftano di taffetà (must assolutamente imperdibile per la prossima estate).

La musa ispiratrice della stylist orobica è Audrey Hepburn, mentre il suo modello è la sartoria degli Anni '40 e '50, da cui Monica ha ereditato la ricerca dei tessuti e l'attenzione per le rifiniture. Con un obiettivo preciso. «Rendere unico, prezioso e assolutamente personale lo stile di ogni donna», spiega lei. Proprio la passione per l'arte e il design, ha dato a Moki la stura per diventare stilista; giovane studentessa si divertiva a creare capi e accessori che incantavano le amiche. Da qui, la felice intuizione di avviare una attività in proprio, un laboratorio-atelier che in via Nullo, in città, accoglie clienti in un'atmosfera assolutamente informale, tra abiti, stoffe, accessori e una tazza di tè.

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