basta quindi con somme astronomiche in fronzoli che verranno portati solo un giorno e poi conservati in soffitta come reliquie in una scatola: gli stessi stilisti si adeguano e lanciano linee accessibili, «pret-a-marier». «Le spose contemporanee quando investono in un abito realizzato su misura e che adorano vogliono poterlo indossare anche dopo - spiega la stilista Ana Quasoar -. Tra le proposte top, bustier, giacche, mantelline, gonne o pantaloncini da portare facilmente anche dopo il matrimonio abbinati ad altri vestiti, sopra un jeans per esempio».
Per le spose che amano le metamorfosi nel giorno del fatidico «sì» c'è Alexandre Docquin, stilista: «Il mio lavoro, fatto esclusivamente su misura, consiste nell'immaginare invisibili sotterfugi per camuffare maniche smontabili e gonne accorciabili e permettere alla sposa di cambiare modello dalla cerimonia in chiesa alla serata danzante». E l'abito da sposa, così, diventa più accessibile.
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