L’equilibrio dei gioelli di Arigiagi

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È cresciuta tra le sculture del padre Gianfranco e, dalla sua passione per le pietre, ha creato una vera e propria professione, nata e sviluppatasi dopo le specializzazioni in oreficeria e modellazione della cera.

Arianna Guerra, trent’anni di Bergamo, è Arigiagi. Il suo laboratorio lo ha creato nella sua abitazione, per conciliare il suo lavoro con la «professione» di mamma, ma in molti conoscono anche il suo piccolo atelier in borgo Canale 103, in Città Alta: «Ho iniziato quasi per caso, creando qualche collana per me - racconta Arianna -. Poi sono arrivate le amiche e le amiche delle amiche, con le prime riparazioni e creazioni».Creazioni in oro, argento e rame: «Utilizzando prima materiali poveri, per poi dedicarmi ai preziosi - continua -. Sono partita lavorando sul binomio geometria-natura, creando collane semplici e lineari». Con materiali originali, come la spugna di mare, per esempio, che solitamente si usa per realizzare le pipe, ma anche l’argento e le conchiglie.Materiali e forme che con il tempo si sono evoluti: ci sono allora l’agata striata, la radice di smeraldo, il calcedonio, ma anche l’ametista, il quarzo citrino. Tutti materiali che Arigiagi assembla a mano, pezzo per pezzo.
Con una particolarità: «Amo realizzare ricami in argento, dei veri e propri intrecci con cui creo collane e accessori - racconta -. Questo perchè credo che il gioiello sia una decorazione, uno strumento per adornare, valorizzare la persona che lo indossa».

Gioielli che devono dare risalto a chi li porta, con una precisa funzione: «Creare armonia nelle forme e nei colori, creare qualcosa che possa avere un equilibrio». Proprio come Arianna, che trasmette serenità ed equilibrio. Ma anche rigorosa semplicità. Come le forme dei suoi gioielli e un progetto nuovo su cui sta lavorando: «Realizzare gioielli da sapore afgano, attuando le loro tipologie di lavorazione e i loro materiali, creando una commistione tra il gusto occidentale e quello afgano».

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(08/10/2008)

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