La raffinatezza di Cividini a Milano
Dopo il Giappone arriva il Brasile

Cresce la presenza in Giappone e arriva il primo ingresso in Brasile. Cividini si fa sempre più internazionale e va dove i mercati sono solidi e in crescita. Sabato l'azienda di Gorle di Piero Cividini ha sfilato a Milano per la Settimana della Moda.

Cresce la presenza in Giappone e arriva il primo ingresso in Brasile. Cividini si fa sempre più internazionale e va dove i mercati sono solidi e in crescita. Sabato l'azienda di Gorle di Piero Cividini ha sfilato a Milano per la Settimana della Moda: nella sala Pirelli di Palazzo Clerici ha presentato la prossima collezione primavera/estate all'insegna di linee pulite, di un'eleganza sobria e raffinata, dove le decorazioni leggere giocano con i materiali, dal jersey al canvas.

Proprio nello stile Cividini da sempre molto amato in Oriente: «In Giappone siamo ormai consolidati e a fine agosto abbiamo aperto il 17° negozio: un nuovo shop in shop nel famoso department store Matsuya, nel quartiere di Ginza, il più esclusivo di Tokyo. Per questa occasione, e dopo sette anni dall'apertura del primo spazio in Giappone, abbiamo anche rinnovato la nostra immagine». L'architetto? Lo stesso Piero Cividini che, con la moglie Miriam, è l'anima dell'azienda, insieme alla figlia Anita, 25 anni, sempre più attiva sugli accessori: «Dopo le prime capsule e l'esigenza di creare borse e scarpe per le sfilate, abbiamo notato crescere l'interesse per gli accessori, soprattutto da parte dei nostri clienti esteri - spiega Cividini -: avere dei monobrand implica infatti proporre al cliente finale non solo abiti ma un total look».

Da qui una linea più estesa, con 30 pezzi per la precollezione e una 40ina per la collezione: «L'ufficio stile si conferma a Gorle: qui abbiamo una quindicina di dipendenti, mentre la produzione di questa nuova fetta di mercato è esternalizzata in laboratori del nord Italia, anche bergamaschi». Un comparto in crescita, quello degli accessori, che per ora fa piccoli numeri, coprendo il 5% del fatturato finale della casa di moda, ma che ha appeal all'estero: «Il 50% dei guadagni di questo settore lo facciamo proprio in Giappone». Giappone che è ormai la seconda patria di Cividini: «La collaborazione con il partner giapponese Misaki è iniziata nel 2005 e ha permesso di crescere la nostra presenza nelle boutique multimarca oltre ad avviare le prime aperture di corner e shop in shop nei più importanti department stores della nazione: questo di agosto è appunto il 17° - commenta ancora Piero Cividini -. A nostro vantaggio ci sono l'attenzione al made in Italy, l'alta qualità, con particolare propensione alle fatture artigianali e alla purezza del design», spiega lo stilista che guarda il mercato estero come fonte di crescita: «Gli anni passati sono stati molto duri e ora la ripresa la si percepisce. L'Italia è sempre più indietro: qui fatturiamo il 20%, all'estero si va più velocemente».

Oltre al Giappone, il brand bergamasco è forte in Corea e a Taiwan: «In Cina abbiamo cominciato ad operare con la collezione a/i 2013-14 e siamo in attesa di evoluzioni positive. Bene anche negli Stati Uniti, mercato sempre complesso, con grosse difficoltà di inserimento». Ma la bella notizia parla brasiliano: «Abbiamo già firmato i primi ordini per entrare in boutique di lusso del paese che ha un mercato in grande sviluppo». Cauto ma ottimista Cividini, che per il 2012 ha fatturato 12 milioni di euro, una cifra in crescita rispetto all'anno passato e con buone prospettive per la prossima stagione: «Certo, l'export incide pesantemente: solo il Giappone da solo copre il 35% del fatturato». E chi ricorda che quest'anno sono 25 anni di storia per Cividini, Piero e Miriam tirano dritti verso la sfilata di domani, all'insegna della pulizia, dell'essenzialità, per abiti dalle linee geometriche, quasi fossero di design, dove materiali e colori giocano con sobrietà, tra microdisegni, forme asciutte e fantasie pied de poule di grande rigore ed eleganza.

Fabiana Tinaglia

© RIPRODUZIONE RISERVATA