Il 2011 sarà il secolo del Levriero. La «maison» Trussardi sta infatti per entrare nel suo centesimo anno di attività e svelare un programma di celebrazioni per una storia di moda che parte dal 1911. Si leggeva infatti su L'Eco di Bergamo del 2-3 dicembre di quell'anno: «Apprendiamo con vero piacere come da qualche giorno si sia installata nella nostra città una fabbrica di guanti in pelle, qui traslocata dalla vicina Milano, ove contava una numerosa clientela e godeva molta stima e riputazione. È situata in via Torquato Tasso n.11 interno; in eleganti e ben disposti ambienti al 1° piano il laboratorio e al piano terreno il negozio per la vendita tanto all'ingrosso come al dettaglio». Per Bergamo è un'assoluta novità, il proprietario è Dante Trussardi, i lavoratori sono sette. I guanti Trussardi si affermano ben presto anche all'estero, arrivando perfino alla casa reale inglese, e per far fronte alla maggiore attività la produzione viene spostata in via Gallicciolli, nell'area dell'attuale palazzo Asl, arrivando ad occupare a un certo punto 130 persone. Negli anni Sessanta però la malattia di Dante, che muore nel 1964 a 78 anni, le traversie finanziarie dell'erede, il figlio Giordano, e la flessione del mercato mettono l'azienda in serio pericolo. Nel 1966 si rischia la chiusura, ma scende in campo Nicola, che - come ricorderà su «L'Eco di Bergamo» del 23 dicembre 1990 -, da «ventiquattrenne squattrinato aspirante imprenditore» - era allora studente di Economia alla Cattolica, dove otterrà la laurea nel 1968 - ottiene fiducia dal direttore della Banca Provinciale Lombarda Luigi Ciocca e soprattutto una linea di credito per riscattare in affitto la fabbrica di guanti dal commissario giudiziale. L'azienda può così ripartire da Almè, sede della futura Sosir e quindi Trs Evolution, e, dopo la morte nel 1970 del fratello maggiore Dante per un incidente con un fucile da caccia, Nicola ne prende definitivamente la guida, con accanto la moglie Maria Luisa Gavazzeni, conosciuta al liceo e sposata nel 1970.
Nasce nel 1973 il simbolo del levriero, scelto per la sua nobile eleganza a rappresentare un gruppo che diventa uno dei simboli del made in Italy. E il levriero si mette presto a correre, con l'attività che cresce dalla pelletteria, pur sempre il «core business» della casa, agli accessori, ai vestiti (nel 1983 la prima collezione donna sfila alla Scala, l'anno dopo la prima collezione uomo, mentre nel 1988 disegna le divise della squadra olimpica a Seul), ai profumi (dal 1992) e al design in generale. Con il suo stile ben riconoscibile la firma Trussardi nobilita telefoni come gli interni di automobili (dall'Alfa 90 alla Lancia Beta Hpe) o degli elicotteri Agusta. Protagonista riconosciuto a livello internazionale del «Made in Italy» (nel 1994 interpreta se stesso nel film di Robert Altman sulla moda «Prét-à-porter»), Nicola Trussardi scompare però improvvisamente a 56 anni, in un incidente stradale nell'aprile 1999. E quattro anni dopo, nel gennaio 2003, in un altro scontro automobilistico scompare anche suo figlio Francesco, 29 anni, che aveva già preso le redini del gruppo insieme alla sorella maggiore Beatrice (gli altri due fratelli sono Gaia e Tomaso), quarta generazione dei Trussardi. Ed è ancora Beatrice, con la madre Marialuisa - nel 2004 diventata la prima imprenditrice bergamasca cavaliere del Lavoro - a guidare verso il nuovo secolo il gruppo Trussardi. Un'industria che, nonostante il baricentro si sia ormai spostato da Bergamo - dove quattro anni fa si è chiusa l'attività produttiva - a Milano, continua a rappresentare un motivo d'orgoglio dell'imprenditoria orobica.
Stefano Ravaschio
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