Una nuova tecnologia, ma anche un nuovo modo di comunicare, con una t-shirt. Non col solito messaggio convenzionale: a diventare protagonista è il codice a barre bidimensionale Qr stampato sul tessuto, che grazie all'ausilio di un telefonino, permette di accedere a internet e recuperare informazioni, ma anche scaricare musica, foto o altri contenuti racchiusi dal codice stesso. Eppure a vederlo sulla maglietta sembra un semplice quadrato composto da tanti puntini neri. Ma se lo si inquadra con la fotocamera del cellulare racconta tutto di sé, potendo contenere fino a 4.296 caratteri.
Da questo tipo di innovazione, sviluppata nel romanzo «Progetto Io» dello scrittore David A. R. Spezia, è nata, ideata e realizzata dallo stesso autore in collaborazione con Us Fashion Store, gruppo di abbigliamento bergamasco, la «maglia tecnologica Ioman», con il Qr Code direttamente stampato sul tessuto. La t-shirt è presente negli store Us Fashion del centro commerciale Due Torri a Stezzano e nella Galleria Auchan a Monza.
«Il marchio "Ioman" - spiega Spezia - significa "uomo digitale" ed è un modo di comunicare sfruttando le nuove tecnologie. Può nascondere un messaggio personalizzato, creando interazione. È un modo di socializzare, soprattutto tra giovani. Potrebbe avere un grande ritorno d'immagine per Us Fashion, se prodotta su larga scala». Una primogenitura importante quella del gruppo retail bergamasco: già alcuni grandi brand della moda (da Fendi a Gucci, a Ralph Lauren) si erano già buttati sull'applicazione, usandola però su etichette e manifesti e non direttamente sulla t-shirt, mentre altri come Benetton usano abitualmente i codici su alcuni settimanali di moda e di attualità.
«L'idea del Qr Code sulla t-shirt ci è piaciuta e pensiamo possa trovare molte declinazioni in futuro», spiega Federico Pellicioli, amministratore delegato di Finalba. Intanto continua l'espansione del gruppo attraverso nuovi marchi e nuovi format: «L'esempio - aggiunge Pellicioli - è quello avvenuto nel centro commerciale Due Torri di Stezzano, dove il modello di business è stato declinato in maniera articolata, attraverso l'apertura di alcuni negozi con un target specializzato, per giovani, donne, più casual o più classico. Si va quindi da Us Fashion a Antony Morato, da Phard a Sebiro. Questo modello, esportabile prossimamente in altre location, farà ulteriormente lievitare i volumi d'affari, che già oggi, nonostante la crisi, prevede per il gruppo nel 2010 un fatturato vicino ai 45 milioni di euro, rispetto ai 31 dell'anno scorso, con una crescita significativa anche dei dipendenti, passati da 200 a 300, e dei punti vendita, diventati 57 rispetto ai 45 del 2009, con aperture, oltre che in Lombardia, anche nel Veneto e nel Lazio».
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