Lo ha portato James Dean in «Gioventù bruciata» e lo ha reso ancor più famoso, sempre negli anni Cinquanta, Marlon Brando nel film «Il selvaggio». Ora il blouson, capo intramontabile della moda maschile in pelle o camoscio, si riveste a nuovo e, al passo con i cambiamenti del costume, si modernizza. Tanto che in non poche occasioni va a sostituire la giacca. Lo ha scelto, per esempio, Sergio Marchionne che lo ha utilizzato anche in occasioni ufficiali, spiccando tra un nugolo di giacche e cravatte. L'acquisto lo ha fatto in una boutique torinese, ma il blouson, in felpa con inserti in lana cachemire o in cotone nido d'ape, è tutta un'idea bergamasca. A ricrearlo e a trasformarlo in un nuovo capo must è Marco Lorenzi, 47 anni, a capo da 25 anni della Duelle di Zanica e ideatore da due di Capobianco, nuovo marchio “made with love” (fatto con amore, ndr) che prende il nome dal bianchissimo promontorio toscano vicino a Portoferraio. Colori preferiti per Marchionne il sabbia, il blu e il grigio, il blouson Capobianco ha conquistato anche altri nomi noti tra i quali gli attori Remo Girone ce Rossella Gardini, gli artisti-designer Angelo Bucarelli e Daniele Basso, lo stellato chef Carlo Cracco, Alfonso Signorini, la principessa Marina Colonna, il senatore Guido Possa, il comico Bergonzoni, ma anche Vittorio Feltri e il direttore della sofisticata rivista francese «Monsieur», François-Jean Dahen.
Tutti con il blouson, quindi, rivisto e corretto ai giorni nostri. Si parte dall'attenzione alle materie prime: la felpa viene trattata con una lavorazione che la rende più morbida, colorata con tinture artigianali che danno un effetto soffuso ai toni mentre la fibra di cotone scelta è la Pima, importata dal Perù, pregiatissima e dalla particolare lunghezza, compattezza e resistenza che permette di usare come lavorazione quella del nido d'ape. Che Capobianco propone anche sulle giacche destrutturate, la polo neck-up, con il colletto che resta in piedi e il fessino lungo, e la henley, sempre polo ma a manica lunga e con il polsino oltre alle cuciture in rilievo sulle spalle.
Del resto al bergamasco Lorenzi l'idea di fare qualcosa di nuovo gli frullava in testa da un bel po': a 22 anni, nell'85, ha iniziato con Duelle che a quei tempi era un piccolo laboratorio tessile per conto terzi, forte della tradizione familiare e delle sue competenze di perito tessile. Poi si è avvicinato al jersey, specializzando l'attività e producendo per grossi marchi. Arrivano gli anni Novanta e mentre c'è chi si delocalizza, lui si riorganizza internamente, iniziando a fornire il prodotto finito, dalla materia prima al capo disegnato e cucito. Nella squadra entra anche un altro bergamasco, Luca Verzeri, ex compagno di scuola ed esperto nel settore tessile, che dà una svolta commerciale all'azienda. Duelle inizia a produrre le linee jersey uomo e donna per Bottega Veneta e per altri marchi di moda, mentre l'idea di una griffe personale si fa sempre più concreta. Ecco allora nel 2008 Capobianco, che vuole reinterpretare la moda, partendo da capi della tradizione e rivestendoli con tessuti nuovi e dettagli originali. Tra cui il colore, con una rosa di quattordici tonalità decisamente originale. Dal giallo limone al rosso fragola, passando per il verde salvia , al ciclamino, all'indaco e all'azzurro cielo. Tutte proposte per la collezione uomo e replicate per quella donna e bambino, un mercato «nuovissimo per Capobianco, ma assolutamente da coltivare» dice Lorenzi.
Capi tradizionali, ma personalizzati al punto di trasformare il casual in chic. Ma servono sempre delle new entry, tanto che vicino al blouson e alla polo arriva la tuta elegante, con i pantaloni morbidi e il chiodo in felpa. Alcune giocatrici della Foppapedretti si sono già accaparrate le novità della prossima stagione. Se Eleonora Lo Bianco predilige il blouson blu, Valentina Arrighetti, Christiane Furst e Lucia Bosetti hanno messo gli occhi proprio sul chiodo in produzione per il prossimo autunno/inverno, realizzato in felpa e vivacizzato con diverse zip. Per una moda che ha bisogno di nuovi protagonisti e nuovi interpreti. Mentre Duelle si accaparra anche una nicchia nelle mecche della moda quali Barney's e Colette, ma anche 10 Corso Como: dal 2006 detiene infatti la licenza dello stilista Tomas Maier, di fama internazionale, producendo le linee jersey. Sempre con la stessa filosofia: made with love.
Fabiana Tinaglia
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