«Per mio nipote vorrei una vita più sobria e vera»

Terza puntata con i contributi dei lettori. Le risposte e le proposte arrivate sono tantissime. Scrivici anche tu il tuo parere.

NON LIMITARTI A LEGGERE, PROGETTA CON NOI LA PROVINCIA CHE VORRESTI ABITARE
Ecco alcune delle domande che ci siamo posti e su cui abbiamo ospitato il parere di esperti. Ora chiediamo anche a te di comunicarci il tuo pensiero, di rispondere alle domande che vedi qui sotto, scrivendo a [email protected]

Su questo sito puoi ritrovare tutti i contributi che ti abbiamo proposto in queste settimane: dal calo delle nascite alla transizione economica ed ecologica, dalla città che educa a come sta cambiando il lavoro, e a come il lavoro cambia il nostro territorio. E ancora i temi ambientali, urbanistici e della sanità, così come la domanda sui valori di fondo che sono alla base della nostra identità e convivenza.

Continuiamo a pubblicare i contributi che i lettori ci hanno già inviato, raggruppandoli per singoli temi.I temi di oggi sono:

•Sei d’accordo sul fatto che abbiamo vissuto (e in parte il Covid ce lo ha svelato) sopra le nostre possibilità? Avverti l’esigenza di ripensare il nostro modello di sviluppo?
•Come può una città come Bergamo diventare più attrattiva e più competitiva?
•Cosa serve perché la sanità sia migliore e più efficiente?

Sei d’accordo sul fatto che abbiamo vissuto (e in parte il Covid ce lo ha svelato) sopra le nostre possibilità? Avverti l’esigenza di ripensare il nostro modello di sviluppo?

Il cambiamento inizia da noi

Abito in un piccolo paese della Valle Imagna e da poco sono in pensione, ma qui qualcosa si sta risvegliando, un gruppo di mamme prova a rianimare l’oratorio e la biblioteca, le vedo sorridenti e affiatate e ricomincio a sentire quel senso di “paese e comunità “ che mi sembrava un po’ perso. Ecco questo vorrei per il mio nipotino, che i suoi genitori interrompessero quella corsa verso i centri commerciali (non me ne vogliano..) che ci vorrebbero tutti impegnati la domenica in uno shopping continuo e convulso. Vorrei queste giovani famiglie impegnate al parco, in biblioteca, in Oratorio e perché no... in piazza a dire che scuola e sanità sono i mattoni perché i loro figli abbiano un buon futuro. Grazie dell’opportunità.
Lucia Gervasoni

Perfettamente d’accordo con voi: oggi stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità. Il problema è che nessuno se ne accorge e i nostri figli, nipoti ne pagheranno le conseguenze.
Vittorio

Sì, potremmo e dovremmo vivere con più parsimonia. Magari è difficile farlo, ma se pensassimo più spesso a tantissime persone che fanno fatica ad avere il minimo indispensabile forse potremmo aumentare le nostre rinunce.
Franca B.

Sì, sono d’accordo ci dobbiamo ridimensionare.
Angela Pezzotta

Sono perfettamente d’accordo.
Miro Crimella

Non è vero che i bergamaschi hanno vissuto al disopra delle loro possibilità tanto è vero che i depositi bancari sono aumentati ed il Pil è in continua crescita. È vero invece che molti non pagano le tasse e l’evasione fiscale aumenta.
G. Pizzinelli

Assolutamente d’accordo. Il livello di acquisizione del superfluo è assurdamente alto e crea una disparità sempre maggiore tra chi può permetterselo e chi no.
Luigi A.

Io non devo rimproverarmi niente, ho sempre vissuto entro le mie possibilità, con uno sguardo al futuro, senza sprechi ed eccessi tenendo conto delle origini. Mio padre operaio all’Italcementi, unico supporto di una famiglia di sei persone. Lavorando e studiando, mi sono laureato.
Quirino Arcaini

Concordo con voi, la nostra generazione ha vissuto e sta vivendo al di sopra delle proprie possibilità, siamo decisamente concentrati sull’avere, a discapito dell’essere e questo porta ad una caduta dei valori fondamentali.
Tiziana Longhi

È vero, avevamo perso il senso della misura, in tutto.
Gerolamo Rota

Penso che ci siamo lasciati travolgere dal progresso,bisogna tornare a vivere con l’essenziale, dare priorità alle scelte di vita più semplice, condividendo con il prossimo come si faceva nei cortili una volta, dove si trasmettevano i valori della vita. Creare condizioni perché questo avvenga, solo con l’altro è possibile un mondo migliore.
Ivana Guarnaroli

Dobbiamo cambiare rinunciando al superfluo e con attenzione alle nostre spese, e attenzione all’espansione dell’aeroporto.
Edward

Abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità? La mia risposta è ovviamente sì. Stiamo vivendo in maniera completamente dissennata, con un approccio alla vita completamente stravolto rispetto al passato. Elenco qualche tema:

1 - Il primo problema è l’estremo egocentrismo che caratterizza la vita odierna di ogni individuo. Pensiamo solo a noi come individui, a scapito della famiglia, della società, degli altri. Siamo completamente autocentrati e l’interesse verso noi stessi prende le forme più idiote: la linea, l’aspetto fisico, l’essere belli o l’apparire giovani. Nulla di spirituale, solo un totale, esasperato materialismo.
2 - Da ciò consegue, inter alia, la crisi totale della famiglia tradizionale. La famiglia può sopravvivere solo se i genitori accettano di sacrificare una parte della propria libertà a favore della famiglia: risparmiare per far studiare i figli, non fare tutto ciò che ci passa per la testa per noi stessi per dedicare tempo ed attenzione alla famiglia (figli, consorti..). Tutto questo è crollato e la famiglia non regge più, purtroppo.
3 - Il vivere al di sopra dei propri mezzi è la conseguenza di ciò: coltivare il piacere edonistico, apparire belli e ricchi, piantare la moglie o il marito, metter su altra casa in cui finalmente “essere se stessi” , tutto ciò ci fa spendere un sacco di soldi, è funzionale ad un modello economico basato sui consumi.
4 - Realizziamo al massimo il nostro egocentrismo esibendoci agli altri, come l’utilizzo dissennato del social network e l’enorme successo di questo veicolo sta a dimostrare. Non siamo solo egocentrici, ma esibizionisti, dobbiamo mostrarci agli altri, emergere, in qualsiasi modo, compresi i più folli, in modo da lusingare il nostro Ego...

Il rumore della vita moderna appare particolarmente stridente se confrontato con la tradizionale Weltanschauung del bergamasco di un tempo. Una vita sobria, silenziosa, dedita al lavoro, alla famiglia, una vita profondamente onesta nell’intimo, guidata dai Valori Cristiani, dal rispetto delle Leggi. Non voglio mitizzare il passato, la vita un tempo era difficile, non erano rose e fiori. Ho 64 anni, ho avuto la fortuna di vivere negli anni 60 e 70, nei quali la cultura tradizionale stava mutando, ma era ancora ben presente, anni immediatamente precedenti ”la scomparsa delle lucciole”, citando Pasolini, il cantore della cultura tradizionale. Se penso a come erano i nostri paesi di montagna negli anni ’60, alle persone adulte allora, e confronto i miei ricordi con la realtà attuale, mi pare che siano passati 1000 anni; siamo più distanti dalla realtà di allora di quanto era distante la Bergamasca degli anni ’60 rispetto al Medioevo. Finisco affermando che non solo viviamo consumisticamente, egoisticamente e clamorosamente al di sopra dei nostri mezzi (e delle risorse del nostro povero pianeta stuprato, svuotato, consumato), ma nel vuoto totale Etico, Spirituale, Intellettuale. E’ un mondo che non mi piace più, per niente.
Grazie
Carlo Spada

Come diventare una città più attrattiva e competitiva

Una grande riflessione sui rapporti tra Bergamo e Milano, e su come la nostra città può maggiormente competere. Diverse le proposte e i contributi arrivati, dopo le riflessioni pubblicate da Missione Bergamo:

Ecco alcune proposte: Decentramento dei servizi attualmente concentrati a Milano. Miglioramento e potenziamento dei collegamenti collettivi pubblici tra Bergamo e gli hub con il resto d’Italia e del mondo. Miglioramento e potenziamento dei mezzi di trasporto collettivi con le valli bergamasche e con la Bassa bergamasca. Potenziamento dei trasporti pubblici e riduzione del traffico in città. E poi realizzazione di un circuito cittadino di “vere” piste ciclabili in sede propria e regolamentate. E potenziamento e mantenimento di aree verdi cittadine e circum-cittadine.
Maurizio Zola

Al posto di capannoni dismessi oppure costruiti e mai utilizzati realizzerei polmoni verdi, ossia parchi in stile newyorkese ad uso dei cittadini.
Loretta

Bergamo da qualche secolo si sta cullando nella certezza che siccome abbiamo le Mura, siamo a posto. Stiamo benissimo. Sembra che non abbiamo più nemici che ci aggrediscono. Infatti arrivano banche da altrove, comprano le nostre, portano via i risparmi dei bergamaschi e li investono altrove e noi siamo qui a piangere la pessima viabilità cittadina suburbana valliva e verso la Brebemi. Bergamo ha due handicap che oggi sono la ferrovia e l’A4. Se Bergamo non ”abbatte” queste due formidabili mura e diventa un tutt’uno col suo hinterland (almeno la prima corona di Comuni e buona parte della seconda) resterà sempre una cittadina caotica che si ammira il pisello Teb1 e sta per ammirarsi pure il secondo pisello Teb2 che - per non smentire la sua provincialità - hanno treni che viaggiano su binari col medesimo scartamento Rfi ma non sono collegati coi binari nazionali. Sarebbe uno scandalo se un viaggiatore salisse in carrozza a Milano centrale o a Brescia ed arrivasse a Piazza Brembana o nella piana di Parre senza cambiare carrozza? Bergamo deve interrare la ferrovia da Curno a Seriate e da Stezzano a Bergamo: penso che abbiamo pagato abbastanza tasse dall’Unità d’Italia perché Roma ci dia il finanziamento dell’opera. Così Bergamo si apre sulla sua Pianura anziché abbarbicarsi con le due Teb per le valli. Bergamo deve pensare a una metropolitana che da Orio arriva alla stazione, percorre il viale, sottopassa città alta e sfocia nella piana di Petosino col treno per la ValBrembana fino a Piazza. Due/tre ascensori sotto città alta bastano per arrivarci escludendo del tutto il traffico auto.

(…) Bergamo deve creare il campus universitario nell’area che include il Parco ovest, arriva fino all’Ospedale comprensivo di scuola, impianti sportivi e residenza. Non fosse altro perchè così sta a cavallo della ferrovia e dell’asse interurbano e dei principali assi d’ingresso dall’A4. Non fosse altro perché così collegato e collegandolo col verde dei Pgt di Treviolo e Curno arriviamo fino al Brembo.

(…) Insomma Bergamo deve diventare permeabile anziché murata da due potenti ingombranti inquinanti infrastrutture come la ferrovia e l’A4. Infine – sperem! - che Provincia, Regione, Stato, RFI risolvano il problema dei ponti ferroviari di Mozzo-Ponte san Pietro e Calusco-Paderno. Speriamo che lo risolvano nei tre anni del finto raddoppio Bergamo-Curno. Una rete ferroviaria innestata dalle valli al regionale e al nazionale. Un campus universitario non sbriciolato in mille sedi ma collegato spazialmente in una grande area verde cittadina, con la più importante sede di pratica e ricerca provinciale (il Papa Giovanni). Una città alta raggiungibile solo coi mezzi pubblici sotto terra. Ecco: in 20-25 anni possiamo farcela sia costruttivamente che per i finanziamenti. Ma è la politica che non vuole perdere i cadreghini. Grazie per l’ospitalità.Leone Zanchi

Più sicurezza, meno clandestini ed avremo più cittadini per strada anche la sera e riapriranno i caffè anche la sera. Tornerà la vita serale e tornerà ad essere una città viva giorno e notte.
Giuseppe Zanga

Per me Bergamo dovrebbe avere più verde, meno auto. Più coraggio e interventi decisivi anche se impopolari. Ovviamente potenziamento dei mezzi pubblici ed aree parcheggio fuori città. “Green” la parola d’ordine.
Manuela

Condivido pienamente le riflessioni sia sulla pianura che nelle valli, però servono ora prese di posizione più determinate, nette nel senso che non è più tempo di compatibilità, fattibilità e mitigazione. Va detto chiaramente alla politica che la Bergamo-Treviglio, il centro logistico in previsione ad Arcene non possono essere realizzati, pena un continuo peggioramento del vivere di tutti gli abitanti della Bassa. Provate a pensare tra 10 anni cosa ne faremo dei centri logistici quando questi saranno vuoti? I vecchi dell’Albero degli zoccoli, quando si cominciava a costruire Zingonia - sottraendo superficie agrarie - dicevano in dialetto: “’ndi nac a fabricà; mangeri i quadrei”. Bisogna guardare più in là di quello che accade oggi, bisogna avere una visione del futuro, che è compito di formazione educativa delle università, spiegando soprattutto che il territorio non si rigenera. Grazie
Alvaro Ferrari

Cosa serve perché la sanità sia migliore e più efficiente

Al centro la cura della persona

Caro L’Eco di Bergamo, vanno premiate con crediti le azioni virtuose degli operatori sanitari e cambiato il modo di raggiungerli, non tenendo gli operatori incollati ore e ore alle postazioni pc, ma organizzando aggiornamento e formazione, tramite scambi di postazione lavoro per progredire realmente non virtualmente.Grazie per lo spazio dedicato, affinchè il lavoro renda degno l’uomo di oggi come era in passato e come sarà in futuro.
Carmen Licini

Leggo sempre l’Eco on line. Da tempo vari neurochirurghi mi prescrivono, ai fini di un eventuale intervento chirurgico per sospetta stenosi lombosacrale, tac e risonanza magnetica. E mi vogliono rivedere con i referti che siano “recenti”. Il S.s.n. non solo non mi prenota la visita presso il medesimo neurochirurgo, ma me la prenota altrove dopo 6-10 mesi. Per cui di medici specialisti ne ho incontrati diversi, e con differenti opinioni. E mi presento loro con esami mai recenti come loro auspicano. Questa incongruenza nei tempi e nei metodi è peggiorata negli ultimi tre anni e dopo il Covid-19 pare sia diventata irrisolvibile. Ed io sono esausto, psicologicamente demotivato, non so più cosa devo fare…Chiedo solo sommessamente un aiuto. Grazie.
Roberto Ponti

Io penso che la sanità dovrebbe essere a modello svizzero, assicurazione da pagare direttamente dal cittadino, per avere assistenza a 360 gradi, per facilitare entrambi le parti. Io il mese scorso ho avuto un incidente sul posto di lavoro rompendo il radio del bracciolo (frattura scomposta) la diagnosi mi è stata dichiarata immediatamente in pronto soccorso, il medico mi consiglia di essere operato con urgenza, e io accetto. Solo che mi comunica che c’è la lista di attesa da 7 a 10 giorni circa !!! Quindi dove è l’urgenza?? E io non vi dico il dolore! Credo che sia un controsenso. Essendo l’incidente accaduto nel territorio di Brescia, sono stato in pronto soccorso a Manerbio e vista l’attesa ho chiesto di poter fare l’intervento a Bergamo; e così in accordo col medico ho avuto la dimissione. A questo punto mi sono diretto al Papa Giovanni di Bergamo, e il medico mi comunica che queste piccole operazioni non le fanno in questo ospedale! Lo trovo assurdo! E mi dà indicazioni per rivolgermi ad un’altra struttura. Mi son recato al San Marco di Zingonia, dove ho avuto comunque l’attesa di 9 giorni prima di essere operato . Fin lì diciamo tutto bene (l’intervento). Poi son dovuto andare al Cup per prendere l’appuntamento per i controlli. Normalmente potevo farlo online ma probabilmente non c’è... Il giorno di controllo mi ha tolto la benda senza controllare e ne medicare! La settimana dopo ho tolto i punti e anche lì non ho avuto le medicazioni e non mi è stato detto dove poter fare riabilitazione… Ora mi ritrovo con i dolori e non so come procedere per essere assistiti per le fisioterapie a carico di infortuni. Vi auguro buona giornata,
Sebastiano Morfea

Per una sanità pubblica migliore, direi anche amministratori meno politici, più esperti di organizzazione, e dirigenti capaci.
Zaira

Per leggere il territorio serve il contributo di tutti

Lavoro, economia, fragilità, ambiente, territorio, speranze: riflettere su chi siamo e dove vogliamo andare, non è pura accademia. Ha a che fare con la concretezza di chi in questa terra vive e lavora. Missione Bergamo conclude una prima fase, iniziata il 21 settembre, con cui ha provato a “seminare” idee e proposte, proprio per stimolare un confronto con e tra i lettori dei nostri mezzi. Con il nuovo anno, tra poche settimane, parte la fase due: un viaggio approfondito nelle diverse zone della provincia, accompagnato da una grande indagine sulle caratteristiche e le trasformazioni in atto in Bergamasca. Ciò che non si ferma è il dialogo con i lettori, che rimane e rimarrà sempre aperto.

Buongiorno, vorrei iniziare questo nuovo anno condividendo con voi queste parole: grazie per aver pubblicato il mio articolo. Complimenti per aver dato la possibilità ai cittadini di poter esprimere i loro suggerimenti attraverso le vostre pagine dedicate a questo tema tanto importante per il nostro futuro. Con la speranza che il nuovo anno tocchi la sensibilità e il cuore di chi è stato eletto non solo per governare, ma per fare il bene della nostra città. Buon anno!
Marco Manzoni

Penso che l’identità bergamasca si possa identificare - indipendentemente dall’essere un lavoratore dipendente o un imprenditore - in: gran lavoratori, visionari e generosi. Spero che questo prosegua con le nuove generazioni.
Marco Manenti

Stop al consumo di suolo

Vivo a Verdello, dove sono nata nel 1943 e ho vissuto tutte le importanti trasformazioni del territorio, a partire dalla fondazione di Zingonia. Purtroppo il forsennato consumo del suolo, che ancora continua, sembra inarrestabile. Ogni volta che ci passo, vedo scavatrici e gru in azione. Nuovi supermercati aprono, nuove villette vengono edificate, nuove strade aperte, capannoni vuoti...Le mie proposte sarebbero giudicate ingenue e utopistiche: stop alla cementificazione e trasformazione delle zone cementificate ed inutilizzate in spazi verdi. Ai tecnici ed ai politici la responsabilità di studiare e di operare il cambiamento. Sono molto pessimista.
Nini Brolis

Missione Bergamo: ottima iniziativa!
Maria Leale

© RIPRODUZIONE RISERVATA