Ecco come noi bergamaschi stiamo cambiando

Dopo le numerose interviste sul territorio, i sociologi dell’Università di Bergamo rileggono le trasformazioni in atto. Ecco i primi risultati dell’indagine

L’identità di una città e della sua provincia è il risultato di una molteplicità di fattori che si evolvono nel tempo: storia, istituzioni, architettura, ambiente e, soprattutto, persone. Bergamo, con il suo ricco patrimonio storico e culturale, non è estranea a questi processi di trasformazione.

Negli ultimi decenni, l’identità bergamasca ha subito importanti mutamenti, che hanno avuto un’accelerazione dopo la tragica esperienza della pandemia da Covid-19. Se una volta la città era principalmente nota per la sua economia basata sull’industria manifatturiera, oggi vediamo come questa base si sia ampliata verso nuove direzioni (turismo, industria culturale, innovazione tecnologica, ecc.), spinta dalla globalizzazione, dall’immigrazione e dalle trasformazioni culturali.

Anche sul piano demografico, Bergamo è in evoluzione. La città e la provincia invecchiano, come nel resto d’Europa nascono meno figli, e l’arrivo di nuove comunità hanno arricchito il tessuto locale. La composizione della popolazione è cambiata, riflettendo una realtà più variegata rispetto al passato.

La domanda principale del nostro studio sociologico si è concentrata sul modo con cui la comunità bergamasca percepisce sé stessa in relazione agli altri. I risultati mostrano un cambiamento, ma al contempo è ancora forte il senso di appartenenza alle proprie tradizioni locali. C’è una crescente consapevolezza di appartenere a una realtà più globale, soprattutto nei giovani, pur senza dimenticare il passato. Questa cultura identitaria è un equilibrio tra il vecchio e il nuovo, tra l’apertura al mondo esterno e la conservazione di ciò che rende unica Bergamo.

Nel corso del nostro studio ci siamo soffermati su quattro tematiche per noi fondamentali: la famiglia, il lavoro, la religione e la politica.

Famiglia. Dalle fragilità alla nuova centralità del caregiver

Negli ultimi anni, l’identità sociale di Bergamo è cambiata profondamente, con la famiglia al centro di queste trasformazioni. Le fragilità familiari, un tempo gestite all’interno delle mura domestiche, oggi sono affrontate con una crescente consapevolezza e attenzione. Questioni come la solitudine, prima invisibili, ora emergono con forza, facendo capire l’importanza di creare una rete di supporto e un senso di comunità per rispondere alle nuove sfide.

Il ruolo della donna, tradizionalmente associato alla cura della famiglia, ha subito una notevole evoluzione, acquisendo maggiore complessità sia in ambito familiare che sociale. In questo scenario, emerge l’importanza della figura del caregiver, destinata a diventare cruciale nelle famiglie future, che saranno sempre più diverse nella loro struttura, ma sempre fondamentali nel loro ruolo.

Lavoro. Un nuovo valore del tempo, risorsa da proteggere

Dopo l’esperienza pandemica, il lavoro ha perso la sua centralità, lasciando spazio a nuove priorità come la famiglia, le passioni e il benessere personale. Le persone hanno rivalutato il valore del tempo, non più visto come secondario rispetto al lavoro, ma come una risorsa da proteggere.

Questo nuovo modo di pensare non riguarda solo i giovani, alla ricerca di un’occupazione allineata ai propri valori, ma anche i lavoratori più maturi. Essi rivendicano il diritto al tempo, un maggiore equilibrio tra vita professionale e personale. Anche gli imprenditori comprendono l’importanza di creare spazi di dialogo con i dipendenti per trovare nuove soluzioni.

Emerge tuttavia anche il rischio di una deriva lassista. Il desiderio di libertà personale rischia di portare a un distacco eccessivo dalle responsabilità lavorative, creando aspettative irrealistiche, che mal si adattano al mercato del lavoro.

La sfida futura, secondo gli intervistati, sarà quella di saper trovare un equilibrio sostenibile tra lavoro e vita privata, senza perdere di vista né la qualità del tempo né le esigenze lavorative.

Vita religiosa. Si riscoprono i valori, cresce una nuova spiritualità

Le interviste condotte rivelano una sorta di allontanamento dei bergamaschi dalle forme più tradizionali e dogmatiche della Chiesa. Tuttavia, questo allontanamento non è sinonimo di una perdita dei valori cristiani. Al contrario, emerge un desiderio di riscoprire i valori autentici alla base della fede cattolica, come la cura per l’altro, la solidarietà, il rispetto e la condivisione.

Sempre più persone sentono il bisogno di una spiritualità che sia scelta consapevole, basata su un percorso personale di fede e di autentica ricerca del senso dell’esistenza. Questa nuova visione della fede prende le distanze dalle regole imposte dall’alto e si avvicina a una dimensione più intima e universale, dove la religione diventa una pratica di vita e non solo un’adesione formale a istituzioni o rituali tradizionali.

Politica. Alla ricerca di una nuova partecipazione civica

La politica a livello locale segna un cambio di passo. Si afferma l’esigenza di un nuovo civismo: una forma di partecipazione che mette al centro la cura della comunità e un nuovo equilibrio tra vita privata e responsabilità collettive.

L’evoluzione dell’identità bergamasca, segnata dalla riscoperta di valori come la solidarietà e la condivisione, spinge verso una politica più inclusiva e orientata al benessere comune. In questo contesto, la costruzione di reti diventa cruciale per affrontare le fragilità familiari, sociali ed economiche, puntando su una comunità che si supporta vicendevolmente.

Il nuovo civismo bergamasco è anche fortemente influenzato dalla crisi della centralità del lavoro e dalla crescente attenzione al benessere personale. Questo porta a una visione politica in cui il diritto al tempo e la qualità della vita sono considerati beni essenziali, da tutelare al pari di diritti tradizionali come il lavoro e l’istruzione.

L’impegno politico non è più legato solo all’attività istituzionale, ma si manifesta in iniziative orientate a rafforzare il senso di comunità.

L’indagine sociologica sul territorio grazie ai collaboratori de L’Eco

Il viaggio di Missione Bergamo era iniziato poco più di un anno fa: da settembre a dicembre 2023 avevamo proposto ai lettori numerosi contributi di esperti e personalità significative per la realtà bergamasca, con a tema le domande centrali sull’identità bergamasca e i cambiamenti in atto.

E poi, la primavera scorsa, il cuore di questo progetto: un’approfondita indagine sociologica in provincia di Bergamo. Per mesi, abbiamo così raccolto parole e voci di chi è osservatore “privilegiato” della vita quotidiana nelle nostre comunità. Per il suo ruolo, per la sua personalità, o anche per la storia di un’intera vita.

L’indagine si è svolta tra marzo e luglio di quest’anno, incontrando e intervistando, a seconda dei casi, l’imprenditrice e il parroco, la farmacista e il barista, il sindaco e il catechista, il volontario, l’allenatore sportivo, l’assistente sociale, il consulente del lavoro..., e l’elenco potrebbe continuare. Con l’obiettivo di indagare il cambiamento nella società bergamasca dopo la pandemia, ricercato proprio attraverso lo sguardo di attori del territorio che hanno un osservatorio “privilegiato” sui quattro ambiti del progetto: famiglia, lavoro, vita religiosa, politica.

Protagonisti di questa prima fase sono stati 14 collaboratori locali de L’Eco di Bergamo, uno per ognuna delle 14 aree geografiche in cui si era divisa la Bergamasca. Un grazie particolare va perciò a Monica Armeli, Laura Arrighetti, Chiara Balducchi, Melissa Braka, Lucia Cappelluzzo, Claudia Esposito, Pietro Giudici, Giambattista Rodolfi, Tiziana Sallese, Antonella Savoldelli, Maria Chiara Sertori, Andrea Taietti. Grazie a loro e alla loro conoscenza del territorio, si è realizzato ciò che ci si prefiggeva, tenendo conto della complessità di un territorio così diversificato come quello della provincia di Bergamo. E il grazie si estende ovviamente ai tanti testimoni individuati sul territorio e che si sono resi disponibili a raccontarci le trasformazioni sociali che osservano.

Terminata questa fase, la palla è passata al gruppo di sociologi dell’Università di Bergamo, coordinati dal prof. Stefano Tomelleri, che hanno raccolto dai collaboratori tutto il materiale (registrazioni audio e cartaceo) e lo hanno analizzato con le tecniche tipiche dell’indagine sociologica. E ora iniziano a restituire ciò che da questa ricerca emerge, mostrandoci come anche l’identità bergamasca – in uno scenario di transizione complessivo – si vada trasformando, in modo particolare dopo la pandemia, che ha portato ad una forte accelerazione di alcune dinamiche già in atto da tempo. Per offrire a tutti uno sguardo più approfondito e consapevole sulla realtà bergamasca.

Ora la restituzione dei primi risultati e il dialogo con i lettori

Ora si apre una nuova fase, che vedrà - oltre agli spazi sul nostro quotidiano - anche la presenza di tv e radio. La restituzione dei primi risultati dell’indagine avverrà così ogni settimana anche su Bergamo TV (il venerdì alle 17.15, durante “Incontri”) e su Radio Alta (il giovedì alle 8.20, in “Colazione con Radio Alta”). Insieme naturalmente al web, nella sezione di Missione Bergamo all’interno del sito de L’Eco di Bergamo.

In tutto questo rimane decisivo il vostro apporto. Continueremo a pubblicare tutte le idee, le riflessioni, i contributi che vorrete mandarci (scrivete a [email protected]). Vogliamo continuare a coinvolgere tutti in questa grande discussione collettiva sul futuro della nostra provincia.

Nel 2025 l’Università e L’Eco presenteranno in modo completo i risultati dell’ indagine, in un confronto anche con le istituzioni e le realtà civili, economiche, culturali e sociali della Bergamasca. Per offrire elementi di comprensione dei cambiamenti in atto a tutti coloro che hanno a cuore l’oggi e il domani del nostro territorio. Conoscere queste tendenze può contribuire anche a scelte politiche o economiche che diano priorità a certi interventi anzichè ad altri. Ma i primi ad essere interessati e coinvolti siamo noi, ognuno di noi. Riguarda la nostra vita, e quella che stiamo costruendo per i nostri figli e nipoti. Per questo è un viaggio che vogliamo continuare a fare insieme.

Non limitarti a leggere

Dall’indagine sociologica voluta da L’Eco e Università di Bergamo stanno emergendo le prime indicazioni. Le presenteremo in questo spazio, come nelle pagine settimanali che su L’Eco saranno dedicate ogni giovedì a Missione Bergamo. Ti trovi in sintonia con questi cambiamenti? Li vedi presenti anche nella tua esperienza, personale e comunitaria? Oppure saresti portato a sottolineare altri aspetti?

Chiediamo anche a te di comunicarci il tuo pensiero e la tua esperienza. Vogliamo conoscere le tue idee, per costruire insieme a te una “missione” per il territorio bergamasco. Scrivi a [email protected]

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