Viviamo nell’era
dei super ricchi

L’1 per cento dell’umanità possiede una ricchezza superiore al resto del pianeta. Otto persone detengono tanto quanto la metà più povera dell’umanità. Una situazione ulteriormente peggiorata rispetto al 2015, quando i Paperoni erano 62. È la sintesi dell’ultimo rapporto «Un’economia per il 99 per cento», steso dall’ong britannica Oxfam. L’attuale sistema economico favorisce l’accumulo di risorse solo nelle tasche di una manciata di uomini.

Nel rapporto si legge che, nel biennio 2015/2016, dieci tra le più grandi multinazionali hanno generato profitti superiori a quanto raccolto dalle casse pubbliche di 180 Paesi del mondo. Le imprese sono la linfa vitale dell’economia di mercato e, se il loro operato va a vantaggio di tutti, sono di cruciale importanza per creare prosperità ed equità sociale. Ma se, al contrario, operano sempre più a favore dei ricchi, i vantaggi derivanti dalla crescita economica non giungono a coloro che ne hanno maggiore bisogno. Nella loro smania di produrre alti profitti per chi sta al vertice, le grandi imprese spremono sempre più i lavoratori, mentre i produttori ricorrono a pratiche di elusione fiscale, evitando così di pagare imposte che andrebbero a beneficio di tutti e, in particolare, dei più poveri.

Tra il 1988 e il 2011 i redditi del 10 per cento più povero dell’umanità sono cresciuti di meno di 3 dollari all’anno, mentre quelli dell’1 per cento più ricco sono aumentati 182 volte tanto. «Multinazionali e super ricchi – spiega il rapporto – continuano ad alimentare la disuguaglianza, con il ricorso a pratiche di elusione fiscale, massimizzando i profitti anche a costo di comprimere verso il basso i salari e di usare il loro potere per influenzare la politica». I dati sui più poveri vengono da uno studio realizzato per conto dalla banca Credit Suisse, riguardanti la distribuzione della ricchezza globale e aggiornato ogni anno. I dati sulle persone più ricche del mondo scaturiscono da «The World’s Billionaires», una classifica realizzata dalla rivista «Forbes»: gli otto Paperoni sono, nell’ordine, Bill Gates, Amancio Ortega, Warren Buffett, Carlos Slim, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg, Larry Ellison, Michael Bloomberg.

Chi ha contestato i criteri della ricerca ha dovuto ammettere, comunque, che il conteggio compiuto da Oxfam è sostanzialmente corretto. Anche i critici dello studio di Oxfam, come «The Economist», hanno sottolineato che oggi la ricchezza è molto concentrata in pochissime mani. Già quattro anni fa la crescente disuguaglianza economica era stata identificata dal Forum Economico Mondiale come la maggiore minaccia alla stabilità sociale. Obama, nel settembre dall’anno scorso, nell’occasione del suo ultimo discorso di fronte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dichiarò che «un mondo in cui l’1 per cento dell’umanità controlla la stessa quantità di ricchezza del restante 99 per cento non sarà mai stabile». Il suo successore Trump, però, ha annunciato di voler tagliare le tasse alla parte più ricca degli Stati Uniti e, a capo dei dipartimenti del suo governo, ha nominato miliardari e generali. Negli Usa, secondo le nuove ricerche condotte dall’economista Thomas Piketty, negli ultimi trent’anni i redditi del 50 per cento più povero sono rimasti fermi, mentre quelli dell’1 per cento più ricco sono aumentati del 300 per cento. Nel mondo, nei prossimi vent’anni, 500 persone trasmetteranno ai propri eredi 2.100 miliardi di dollari: è una somma superiore al Pil dell’India, che conta un miliardo e 300 milioni di abitanti.

Come scrive Papa Francesco nella «Laudato si’», «l’inequità non colpisce solo gli individui, ma Paesi interi, e obbliga a pensare ad un’etica delle relazioni internazionali».

L’Italia non fa eccezione. I primi sette miliardari italiani possiedono quanto il 30 per cento dei più poveri. Non solo. «La novità di quest’anno – spiega Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia – è l’aumento della disuguaglianza, sia in termini di ricchezza che di reddito»: l’1 per cento degli italiani possiede un quarto della ricchezza nazionale, il 20 per cento poco meno del 70, mentre il reddito sale solo per lo strato più alto della popolazione. Un tempo la crescita della produttività si traduceva in un aumento salariale. Ormai da tempo non è più così: il legame tra crescita e benessere è scomparso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Massimo De Maestri

8 anni, 3 mesi

La globalizzazione è quella che ci ha rovinato! Non è assolutamente vero che tutti possiamo avere tutto! Gli stipendi sono sempre gli stessi. Ci fanno credere che non si può vivere senza auto di lusso, cellulare ultra di qui e ultra di là, TV LED piattissimo curvatissimo, vestiti firmati, viaggi da sogno x tutti, torace depilato, casa domotica, ecc. Ma pensiamoci bene: sono tutte cose inutili e superflue!!! Non ci aiutano a stare meglio e a renderci più felici!!! Ci fanno solo illudere!!! Ci fanno solo indebitare, litigare, allontanare, innervosire, diventare cattivi, appiattire le tradizioni, portare ad un unico colore, unica religione, ecc. La cosa più bella e importante è il valore umano, la semplicità, la spontaneità, le differenze, il sacrificio, l'amicizia (non quella di FB). Fermiamoci un attimo a riflettere. Potrebbe aiutare la lettura del libro "la fine del mondo storto" di Mauro Corona.

Caricamento
Piero Giombi

8 anni, 3 mesi

L' 1 per cento di 7 miliardi di abitanti della Terra sono 70 milioni. Qualunque proprietario di BMW o altra vettura di lusso rientra in questa categoria. Il reddito del cittadino medio del mondo e' sugli ottomila o novemila euro all' anno. Meno del messicano medio, per capirci. Un campesino, insomma.

Caricamento
Juri Forlini

8 anni, 3 mesi

ma ce la prendiamo sempre con i super poveri

Caricamento
Luigi Colleoni

8 anni, 3 mesi

I super ricchi filantropi sono coloro che prendono le decisioni politiche e lo fanno senza farsi eleggere. Chi gli da il potere? Il denaro e il politico corrotto che si fa finanziare la campagna elettorale. Tv e giornali dovrebbero giorno e notte parlare ad esempio di George Soros. Perché quasi nessuno ne parla? Dove sono i giornalisti liberi?

Caricamento
Michele Pagani

8 anni, 3 mesi

Ricchi, ricchissimi ma rigorosamente di sinistra, pro globalizzazione e vaccini. Ma quanto ci amano!

Caricamento
Rosanna Vavassori

8 anni, 3 mesi

La solita valanga di commenti basati sulla invidia nei confronti dei ricchi.

Caricamento
paola gardi

8 anni, 3 mesi

Non vorrei essere ripetitiva, ma possedere una seconda casa non rende una persona ricca. A me fa tanta tenerezza questo suo orgoglio per la ricchezza conquistata, ma forse nella vita non ci sono solo i soldi. Esistono anche sentimenti come il desiderio di equità sociale, di giustizia, di comprensione verso il prossimo. Sentimenti che fanno sì che le mie tasse paghino anche la sua sanità, e viceversa. Perché in un sistema come quello americano, che lei tanto ammira, basta una sfortunata malattia per ritrovarsi senza casa, prima e seconda. Non basi la sua vita esclusivamente sui soldi, tanto non se li potrà mica portare dietro, quel giorno.

Claudio Chersovani

8 anni, 3 mesi

Non vedo invidia nei confronti dei "ricchi",specie di quelli che hanno lavorato sodo per diventarlo. Il problema e' (come spiegato nell'articolo) "Un tempo la crescita della produttività si traduceva in un aumento salariale. Ormai da tempo non è più così: il legame tra crescita e benessere è scomparso".) che il potere d'acquisto e' in calo ,gli stipendi non aumentano e la disoccupazione giovanile e' al 40 % ecc. Mi spiegate come faranno le generazioni future a metter su famiglia e comprare casa ?

Ivan Milesi

8 anni, 3 mesi

Invidia per i ricchi? Io, invece, noto nei recenti sviluppi, una invidia da parte dei ricchi verso quelli che cercano di emergere da situazioni di povertà. In un certo qual modo si sentono minacciati da un mondo che viaggia verso una maggiore uguaglianza, o almeno ci prova, di razza e di genere. Trump, Salvini, Le Pen, si spacciano per paladini di classi disagiate, quando invece e' chiaro quanto difendano la posizione di supremazia economica di determinate classi di alta borghesia.

silvana messori

8 anni, 3 mesi

Sig.ra Rosanna, Le devo dare ragione! c'è molta invidia nei riguardi del "ricco benestante e pure socialmente apprezzato, ma determinati personaggi inducono a rabbia coloro che debbono guadagnarsi la pagnotta con il duro sudore della fronte nell'intera vita, senza aver un reddito pari agli sforzi! ottenere almeno la soddisfazione di essere per lo meno retribuiti per quello che si vale veramente! il dilemma è dello sproporzionato divario che oggi si è verificato anche in Italia. L'invidia sociale è sempre esistita, ma penso che i nostri amici commentatori vogliano esprimere qualcosa di diverso: diseguaglianze con "forbice" sempre più grande dalla parte di coloro che pur avendo un lavoro, non riescono a mettere insieme, e sempre di più, il pranzo con la cena! e questa si chiama dignità di uomo e non invidia! cordialità p.s. se va avanti così supera Ivan nei pollici versi!... ah.. ah...

Ciro Calabrese

8 anni, 3 mesi

In realtà la nostra visione è miope, derivante dal fatto che guardiamo solo noi stessi. E' un dato di fatto che la situazione nel mondo è migliorata, la povertà e la fame sono in netta diminuzione. Anche sulla concentrazione di ricchezza non c'è nulla di nuovo, senonché la globalizzazione favorisce la concentrazione economica. Se 40 anni fa ci volevano decenni per diventare leader anche solo di un continente, oggi in un lustro si diventa un leader mondiale. Si tratta comunque di ricchezza finanziaria non liquida, concetto ben diverso. Questo non per minimizzare, ma per mettere ben a fuoco la situazione. Quanto a Piketty, è significativo come una ricerca piena di errori e banalità, abbia così riscontro. Figlio dell'età dei social e del "spariamola grossa e attiriamo attenzione". Basterebbe leggere i nomi degli 8 paperoni per rendersi conto che il confronto con 30 anni fa non ha senso, non sta infatti misurando lo stesso perimetro (siamo all'ABC della statistica per chi la conosce).

Caricamento
Fabio Piazzoni

8 anni, 3 mesi

lei parla a vanvera...ha letto il libro di Piketty? Ricerca piena di errori e di banalità? E' andato a ripescare dati addirittura del 1800 (dove erano disponibili). Se poi lei pensa che i "ricchi" che si prendono tutto il banco siano la soluzione, le auguro (a lei ma non all'umanità) di vivere in un mondo in cui le ricchezze si accumulino in sempre meno mani e agli altri restino le briciole (do per scontato che lei in quel club di ricchi non ci entrerà mai).Poi fa veramente ridere il concetto di ricchezza finanziaria non liquida, cioè secondo lei chi specula in borsa ha in mano un po' di carta e basta? Certo che se è lei è il faro economico da cui dobbiamo pendere stiamo freschi.

Guido Riva

8 anni, 3 mesi

Secondo Forbes nel 2016 Bill Gates si è confermato per il terzo anno consecutivo l’uomo più ricco del mondo. Nel 2009 Bill affermò: “La soddisfazione maggiore di un imprenditore non è la ricchezza, ma incidere sul destino degli altri.” Ecco, anche a Lui periodicamente i Governi concedono di incidere sul nostro destino, poi per mettere la coscienza a posto questi incisori fanno i filantropi e i Governi applaudono.

Caricamento
Piero Giombi

8 anni, 3 mesi

Mi basta sapere che ci sono 1500 milioni di obesi e 800 milioni di persone in sottopeso. Sono più quelli che stanno bene di quelli che sono alla fame. Noi italiani, poi, stiamo benissimo. Provate a chiedere a un ottantenne come se la passava a venti o venticinque anni, tra il 1947 e il 1952.

Caricamento
Maurizio Tomasi

8 anni, 3 mesi

Però negli stati uniti l'obesità è più diffusa nelle classi non poverissime, ma comunque non certo benestanti, che basano la loro alimentazione sui cibi a poco prezzo e ben poco sani, e che non possono permettersi di fare jogging o di andare in palestra. (Fonte: "Poverty and obesity in the U.S.", Levine J., Diabetes 2011, è liberamente disponibile in rete). A riprova di ciò, la frazione di persone obese negli USA è aumentata quando è esplosa la crisi economica. Non bisogna necessariamente pensare a una persona obesa come a un benestante, ma come a uno che forse mangia e vive male perché non può permettersi di meglio.

Claudio Chersovani

8 anni, 3 mesi

Fallimento del sistema capitalistico e della globalizzazione. E' un'economia da reinventare. Eppure non capisco: ma se i "consumi" sono in calo , comunque la gente "compra" di meno , il potere d'acquisto cala in continuazione..... come fanno le "lobby" delle automobili, dell'abbigliamento ,delle scarpe, dei mobili ,dell'elettronica , a continuare ad aumentare i fatturati e quindi ad arricchire i "ricconi" del mondo?

Caricamento
Ivan Milesi

8 anni, 3 mesi

Ma guardi che il capitale non ha frontiere da difendere, e' volatile e si sposta dove le condizioni sono favorevoli. Guardi la FCA... sede legale nei Paesi Bassi mentre quella fiscale a Londra, dopo anni di ricatti e parassitismo fatto di cassa integrazione e compagnia bella. E la dolcezza della Ferrero? Tutta in Lussemburgo. E poi si ricorderà di Ryanair o no?

Claudio Chersovani

8 anni, 3 mesi

Non sapevo che pure la Ferrero (unica italiana ormai) avesse sede fiscale in Lussemburgo. Comunque , va bene il mercato non ha confini..... Quindi la crisi e' solo italiana mentre all'estero e' tutto ok? . Facciamo un esempio: uno dei ricconi il sig. Ortega (2° piu' ricco del mondo) propietario di Zara abbigliamento, in Italia l'abbigliamento e' uno dei settori in crisi , evidentemente Zara fattura all'estero e "compensa" le vendite in calo in Italia.

paola gardi

8 anni, 3 mesi

Chersovani, fatico a capire il suo ragionamento. Cosa c'entra la crisi del tessile italiano con l'acquisto di vestiti? Inoltre, soprattutto considerando le multinazionali, queste di certo non vendono solo in Italia. Se qui và male, in Francia, Germania, Cina o dove preferisce magari andrà meglio. E la Ferrero avrà anche sede in Lussemburgo, ma è stata la prima azienda a firmare un accordo con il fisco italiano per la trasparenza, dà lavoro a migliaia di persone e adotta comportamenti etici da sempre. E FCA vale circa il 25% dell'industria italiana, se la memoria non mi inganna. PS: le immatricolazioni in Italia sono aumentate a doppia cifra l'anno passato.

Claudio Chersovani

8 anni, 3 mesi

Nulla contro la Ferrero, anzi. Perche' la crisi del tessile non dovrebbe essere in relazione al calo di vendite nell'abbigliamento ?.Auto: L'aumento di immatricolazioni e' stato del 15 % nel 2016 rispetto al 2015, dato positivo, peccato che dal 2007 (inizio crisi) le vendite erano calate del 50 %. Comunque torniamo al "focus" dell'articolo : cioe' soldi che vanno sempre di piu' nelle mani di pochi per cui sempre meno per la classe media e medio bassa dove aumentano i "poveri". Il calo di potere d'acquisto lo ho constatato di persona (per esempio): circa dieci anni fa comprai la "cameretta" per mia figlia , ora che dovrei comprarla per mio figlio, mi ritrovo a non averne la possibilita' economica, ( se non ricorrendo ad Ikea?)

Ivan Milesi

8 anni, 3 mesi

Fossero tutte come la Ferrero saremmo un paese molto migliore. Ma non e' così e il pollo di Trilussa non lo mangiano tutti, nemmeno se fosse a tripla cifra e al 50% dell'industria e a Melfi lo sanno più che bene.

paola gardi

8 anni, 3 mesi

@Chersovani, glielo spiego subito: perché le due industrie non sono strettamente correlate. Il settore industriale può essere in crisi, ma questo non è necessariamente correlato ad un calo del potere d'acquisto del consumatore. Per esempio, può essere legato ad un cambio nei gusti dello stesso. Mi compro 10 magliette prodotte in Cina perché quello che conta non è la qualità del prodotto ma far vedere che mi vesto ogni giorno in modo diverso. E se guarda i fatturati delle case automobilistiche, noterà che durante gli anni della crisi anche loro hanno sofferto.

Riccardo Bianchi

8 anni, 3 mesi

E poi dicevano che il comunismo non aveva più ragione di essere.... L'articolo snocciola dati che si commentano da soli ma la soluzione, l'individuazione della strada o delle possibili strade per migliorare lo stato di fatto attuale, qual'è? Se ci si limita "a pensare ad un’etica delle relazioni internazionali", dubito che potremo migliorare le cose, nemmeno avendo a disposizione tempi geologici, e così non è. I tempi sono stretti, molto stretti, prima che si scateni l'inferno. Il terrorismo non è figlio di questo stato di cose? "Come scrive Papa Francesco nella «Laudato si’», «l’inequità non colpisce solo gli individui, ma Paesi interi". L'umanità è come una pentola a pressione, se non c'è una valvola di sfogo, scoppia. Quell'1% lo sa bene, ed è x questo che cerca di indirizzarci contro nemici immaginari, magari finanziati e gestiti da loro emissari, proprio x sviarci da loro stessi.

Caricamento
Andrea Manzoni

8 anni, 3 mesi

Già, il comunismo, ma quale, caro Locatelli? Quello dogmatico di Marx, lo spettro che si aggirava per l'Europa, con la teoria del plusvalore e l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione, oppure quello degli atti degli apostoli, dove "tutto era di tutti e ad ognuno veniva dato secondo i propri bisogni ex ognuno donava secondo i propri mezzi". Quello in cachemire, villa al mare, barca a vela e vitalizio perenne dei burocrati di partito come D'Alema, Capanna, Bertinotti, oppure quello sanguinario e assassino delle Brigate Rosse. Quello guerrigliero della rivoluzione permanente di Guevara, oppure le tirannie totalitarie di Stalin, Mao, Pol Pot e della Corea del Nord. Il comunismo capitalista di mercato in Ferrari della Cina o quello esistenzialista e dialettico di Sartre e Althusser. Quello democratico tutto tasse e assistenzialismo all'italiana o quello alla Peppone di mio zio operaio alla Breda. Infine, bisogna anche dire che la giustizia sociale e la redistribuzione della ricchezza non è una esclusiva del comunismo storico, anche nelle democrazie occidentali da sempre si cerca di coniugare libertà, stato di diritto, economia di mercato estivo equità sociale, secondo le diverse sensibilità e impostazioni politiche. Cordialmente.

silvana messori

8 anni, 3 mesi

Libertà e Giustizia e Pace conseguente... evangelica!. Dove la possiamo trovare è scelta di uomini per gli uomini tutti e non per ideologie di parte atte alla conquista del solo potere!Buona Vita!

giovanni calzaferri

8 anni, 3 mesi

Complimenti Sig. Manzoni , un ottimo commento,

Riccardo Bianchi

8 anni, 3 mesi

"anche nelle democrazie occidentali da sempre si cerca di coniugare...", beh, a giudicare dai dati citati, il tentativo è fallito. Esattamente come nel "comunismo" reale di Stalin o in quello attuale cinese. Quindi occorre trovare altre strade, che facciano tesoro delle esperienze e degli errori del passato, x cercare di avvicinarsi al meglio a quei principi di uguaglianza, libertà e fraternità figli della rivoluzione giacobina. Ha dimenticato di citare la quarta internazionale e Trockij, è lui ad aver teorizzato la rivoluzione permanente, non Guevara o Mao.

Andrea Manzoni

8 anni, 3 mesi

Caro Locatelli, se i dati sull'equità sociale a livello storico e non secondo l'oroscopo sono attendibili forse vanno rivisti i giudizi drastici sul fallimento dei sistemi democratici. Circa la rivoluzione permanente, è corretto il riferimento a Trotzky, ma fuori dall'URSS, il principio è stato ripreso e applicato da Guevara nella sua sfortunata avventura e da Mao nella cosiddetta rivoluzione culturale, e ne abbiamo sotto gli occhi i risultati. Secondo me, almeno secondo i risultati reali che possiamo apprendere dalla storia, è ancora attuale il parere di Churchill, ovvero che "Il vizio inerente al capitalismo è la divisione ineguale dei beni; la virtù inerente al socialismo è l'eguale condivisione della miseria." Cordialità.

Riccardo Bianchi

8 anni, 3 mesi

Magari fosse così, Manzoni; il socialismo reale nell'URSS era ben lontano dal condividere la miseria, si era formata una burocrazia di partito che godeva di notevoli privilegi rispetto alle masse lavoratrici. Poteva, a onor del vero, anche vantare qualche merito, come, ad esempio, l'istruzione generalizzata e la conseguente possibilità di crescita personale che prima era negata alle classi più povere.

Luciano Parimbelli

8 anni, 3 mesi

il vero problema è che chi possiede molto, in proporzione paga sempre meno di chi ha poco o nulla. Non parliamo poi di coloro che nascondono i soldi nei paradisi fiscali.....

Caricamento
paola gardi

8 anni, 3 mesi

Lo dica agli illuminati che plaudono alla Brexit (meno tasse per le aziende = ricchi), a Trump (meno tasse per i ricchi e meno controllo sulle azioni della finanza, i ricchi, a discapito dei meno istruiti e dei poveri) e alla Lega (flat tax= meno tasse per i ricchi). Vox populi, vox dei.

Andrea Manzoni

8 anni, 3 mesi

Gent.ma Grandi, purtroppo ha ragione, si è diffuso un pregiudizio tanto banale quanto refrattario ad ogni argomento proprio a favore di coloro che prima hanno causato la crisi che ha squassato è impoverito mezzo mondo, per poi incolparne i governi che hanno invece dovuto gestire e sopportarne le conseguenze, per non dire della UE e soprattutto della BCE. E sì che basterebbe poco per verificare e informarsi sulle reali intenzioni di Brexit e Trump, tutte a favore di chi è già ricco e lo diventerà ancora di più. Ad esempio, mentre tutti si esaltano per l'ordine esecutivo di Trump per bloccare i migranti, ma solo quelli poveri, peraltro bloccato da un giudice federale, nel frattempo vengono indeboliti i controlli introdotti da Obama sulla finanza dopo lo scandalo Lehman Brothers (qualcuno se è ricorda? Non è colpa di migranti, di Renzi o dell'Europa...). E dove sarebbe oggi l'economia italiana, spossata ex esangue dopo 25 anni di stagnazione se non fosse stato per la BCE di Draghi? Ma è più facile dar la colpa a qualche capro espiatorio che ammettere la dura realtà...

paola gardi

8 anni, 3 mesi

Sig. Manzoni le suggerisco di leggere un articolo pubblicato oggi sul sole, "effetto collaterale dell'uguaglianza" di Bastasin. Lo troverà certamente interessante.

Andrea Manzoni

8 anni, 3 mesi

Sig.ra Grandi, grazie del consiglio, l'analisi di Bastasin è la dimostrazione di come i fenomeni sociali, soprattutto in comunità complesse e stratificate come quelle degli Stati Uniti, sono tutt'altro che semplici da interpretare e comprendere. Infatti, l'evidente contraddizione tra la presunta rivolta sociale dei ceti più sfortunati contro le "elite" e il voto proprio per uno dei rappresentanti di quell'un per cento di privilegiati, si spiega assai più logicamente proprio con il rifiuto degli effetti dell'uguaglianza, quindi, come un voto contro politiche che hanno favorito una maggiore equità sostanziale nella società americana, contestata da coloro che ne temono le conseguenze. Purtroppo temo che Bastasin e i suoi argomenti non credo godano di grande attenzione per i tanti fanatici nostrani di Trump e della visione banalizzata del mondo...

Andrea Manzoni

8 anni, 3 mesi

PS è di oggi la notizia (vera, non alternativa...) che la crescita dell'occupazione nella Presidenza Obama ha superato quella di tutti gli altri paesi del G7, quindi si conferma che ha lasciato gli Stati Uniti molto più in salute di come li ha ereditati, ma il pregiudizio negativo è refrattario alla verità, si accontenta dei muri...

Gianalberto Vezzoli

8 anni, 3 mesi

... e dei super poveri, nonché di quelli privati della speranza. Un corpo non sta bene se ha un solo arto in perfetta salute ed il resto soffre. Si sta bene quando TUTTO sta bene, dal capo ai piedi. Lo capiranno mai, questi super miopi egoisti?

Caricamento
Fabio Piazzoni

8 anni, 3 mesi

cose ovvie...come dicevano i nostri nonni , "i soldi chiamano soldi". Se gli Stati non intervengono mettendo freno all'irrazionale rapacità e avidità senza limite dei "ricchi" è chiaro che il meccanismo non può che arricchirli sempre più (che non sarebbe scandaloso se non andasse a discapito della maggioranza della popolazione che invece si impoverisce e anche del tanto decantato "libero mercato" che però tanto libero non è, perché competere ad armi pari con chi detiene tali ricchezze è praticamente improponibile, a meno che no si posseggano ricchezze analoghe). Siamo condannati ad un medioevo economico anche perché con la globalizzazione la possibilità di tassare adeguatamente questi "ultraricchi" è praticamente nulla, visto che possono spostare i loro capitali dove più gli conviene.

Caricamento
usmano catullo

8 anni, 3 mesi

si dice che il solo gates abbia donato circa 40miliardi di dollari in beneficenzia,quindi è vero che i soldi chiamano soldi,ma poi chi ne ha più di quelli che potrebbe spendere,,se li dona,ben vanga...non è colpa loro se le loro attività sono apprezzatte pure da gente povera....

Fabio Piazzoni

8 anni, 3 mesi

certo Sig. Catullo, Bill Gates è un esempio di "ricco" illuminato, ma quanti Bill Gates ci sono fra i suoi compari? Creda sono un'esigua minoranza, come si dice una rondine non fa primavera. Basti guardare i paradisi fiscali quanti soldi occultati detengono, se un ricco volesse pagare le tasse perché dovrebbe nascondere i suoi soldi? O andare a farsi tassare dove gli è più comodo? Per inciso non sto certo colpevolizzando chi ha fatto i soldi lavorando (tra l'altro moltissimi li hanno fatti con i giochi della finanza, sfruttando quindi solo il lavoro altrui) ma se non si tassano adeguatamente si creano enormi distorsioni al vivere civile ed economico (lei pensa che con tali somme di denaro non siano in grado di piegare i politici ai loro interessi facendosi fare leggi a loro favorevoli? Intanto però il panettiere o il dipendente devono pagare il 60% di tasse e loro si e no il 20% - vedasi casi Apple e Google).

Andrea Manzoni

8 anni, 3 mesi

Sig. Rota, a diminuire le tasse ai ricchi americani ci ha già pensato Trump, in Italia le aziende pagano oltre il 60% e i lavoratori oltre il 40%, poi IVA, patrimoniale, accise, IRAP eccc...direi che l'equità retributiva e fiscale è un argomento urgente da approfondire!

Rosanna Vavassori

8 anni, 3 mesi

C'è anche chi si è arricchito con merito, così come c'è chi è povero perchè capace di fare nulla.

Caricamento
silvana messori

8 anni, 3 mesi

c'è chi è ricco senza merito, c'è chi è povero, con merito di aver fatto di tutto per non esserlo sempre, come noi italiani che oggi, dimenticando tante cose, non sappiamo quasi più riconoscerlo!

Ivan Milesi

8 anni, 3 mesi

Non scordi i poveri capaci ma costretti, da ricchi incapaci, a restare nel bisogno.

Juri Forlini

8 anni, 3 mesi

bella la vita nella villetta pagata dal suocero

silvana messori

8 anni, 3 mesi

Non invidierei nessuno di questi ricchi(parola non più, troppo adeguata per tali personaggi). Penso che dopo che hai mangiato a sazietà, senza toglierti proprio niente, anzi quasi da star male per il troppo che diventa indigesto prima, e poi ti fa venire la gotta dell'eccessivo, dovrai dire :basta! ma questo non deve avvenire facendo perdere il lavoro di coloro che hanno permesso che tali personaggi raggiungessero il top dei top dei massimi top, ma...cominciare a ridistribuire una percentuale reddituale, a fondo perduto, per il mantenimento di quanto "incassato" e non "il contrario", magari contribuendo finanziariamente per un paese in declino(es.Grecia, solo come esempio) di tirare un sospiro di sollievo! ...e per un semplice motivo: che se tutti i personaggi in questione, non danno modo a quelli meno fortunati, di acquisire o acquistare ciò che loro producono, prima o poi il circolo si ferma e a loro tocca "mangiare" il loro "oro o diamanti o muri di grattacielo! molto indigesti e non commestibili! di questi tempi... grandi mal di testa eh?

Caricamento
Fabio Piazzoni

8 anni, 3 mesi

non si pongono certo problemi....chi ha i soldi avrà sempre schiavi da sfruttare per mantenere i suoi benefici, è sempre stato così e lo sanno benissimo.Quindi anche se fossero circondati da miliardi di poveri vivrebbero bene lo stesso. Basta guardare in Africa dove ci sono ultramilionari anche in paesi in cui la maggior parte della gente vive con 1 dollaro al giorno (o meno). I ricchi non pagano mai pegno da che mondo è mondo, tranne che occasionalmente quando rotolano un po' di teste per sommosse o rivoluzioni del popolo alla fame.

silvana messori

8 anni, 3 mesi

sig. Piazzoni, b.giorno, Oggi non si pongono il problema con l'ottica di oggi, ma se siamo tutti mortali, a meno che come dissi in altri commenti, non si "paghino l'eternità" congelandosi il cervello insieme al loro capitale, o si prenotino un viaggio su altri pianeti, penso che noi siamo arrivati al punto di non ritorno a meno che... qualcuno proprio abbia messo in programma di sfruttare anche le variazioni climatiche, di sostituirci con i robot tenendosi così sempre il primato su robot, oppure siamo tutti a rischio qualora non prendiamo sul serio la possibilità con processi evolutivi a doc, di cambiare metodo sia nel consumo delle risorse del pianeta, che nelle procedure di sopravvivenza in senso lato! per questo tutti hanno bisogno di un minimo di solidità economica, e si può raggiungere solo dividendo le risorse che ancora ci sono e non di mangiarne delle altre. Forse ricostruire e rivedere il paradigma di uno sviluppo equo e non permettere che questi signori usino ancora l'ambiente che è l'involucro di tutti, e a mio modesto parere non dobbiamo aspettare una catastrofe in cui tutti saremo vittime,... oppure il futuro deve essere rivisto in metodi e prospettive ampie! ma questo è la parte più ostica da far ancora comprendere. e ai giovani dico... non solo successo a tutti costi, non solo tecnologia a tutti costi e il progresso deve essere a beneficio della maggioranza(direi tutta) delle popolazioni e non a soli piccoli sempre più sparuti "uomini"... ed il cervello umano sarà il (pro)-motore delle dinamiche con cui tutto viene veicolato. ho detto umano e non tecnologicamente avanzato, computer da super intelligenza per esempio che ti sostituisca in ogni forma umana e siamo sempre più legati ad ogni forma tecnologica: basti pensare quando non abbiamo più campo per comunicare con il cell. oppure se manca l'energia elettrica! è impensabile!