Milano, la sfida inedita
delle Olimpiadi invernali

L’Italia ha ospitato le Olimpiadi in sole tre occasioni: quelle invernali nel 1956 a Cortina d’Ampezzo e, cinquant’anni dopo, nel 2006, a Torino; quelle estive una volta sola, nel 1960 a Roma. L’inedita candidatura congiunta di Milano e di Cortina d’Ampezzo per i Giochi del 2026 dovrà vincere la concorrenza della canadese Calgary e di Stoccolma. Nella prima città, che li ha già organizzati nel 1988, si terrà il prossimo 13 novembre una consultazione popolare sul progetto. Il Canada ha avuto i Giochi invernali anche a Vancouver nel 2010 e una volta a Montreal nel 1976 quelli estivi, che la capitale svedese ha visto nel remoto 1912.

Dopo la rinuncia di Roma alla candidatura per il 2024, le Olimpiadi estive sono state assegnate per quell’anno a Parigi, che le ha già ospitate due volte, e, per il 2028, a Los Angeles, negli Stati Uniti dove si sono tenute ben quattro edizioni, di cui due proprio nella stessa megalopoli. Le prossime, nel 2020, saranno a Tokyo.

La doppia candidatura della metropoli padana con il noto centro turistico invernale italiano, ai piedi delle Dolomiti e a 432 chilometri di distanza, è già stata riconosciuta dal Comitato olimpico internazionale come un «progetto grandioso», dopo due edizioni asiatiche, quest’anno a Pyeongchang in Corea del Sud e nel 2022 a Pechino. È universalmente nota l’importanza economica delle due Regioni, la Lombardia, traino dell’Italia e uno dei motori d’Europa, e il Veneto. I territori saranno pienamente coinvolti nell’organizzazione, così che si potranno considerare le Olimpiadi del Lombardo-Veneto. Si calcola che, proprio valutando le risorse già presenti nelle due Regioni, saranno più modesti, rispetto alle passate edizioni, gli investimenti richiesti, cui si aggiungerà il contributo del Cio. È un’opportunità raccolta, vista anche l’impraticabilità di una candidatura ai Giochi estivi fino al lontano 2032. Peraltro crediamo che Milano abbia tutte le carte in regola per proporsi anche per quelli, ben più prestigiosi e assegnati, ormai, a sole megalopoli. Milano, però, con il proprio vastissimo hinterland, si può considerare tale, costituendo un agglomerato urbano di oltre 4 milioni di abitanti. Nell’occasione dei sei mesi dell’Expo, nel 2015, ha dimostrato di essere pienamente all’altezza nell’organizzazione di grandi manifestazioni internazionali.

Del resto, la maturità di un Paese si vede anche dal coraggio nell’affrontare queste sfide. Non ci si sottrae per il timore di ipotetiche cementificazioni e di rischi di corruzione. Si dimostra, invece, di sapere gestire le situazioni complesse, prevenendo le possibili degenerazioni. Solo chi non lavora non sbaglia mai. Per questo motivo auspichiamo che Milano e la Lombardia traggano, dall’eventuale esito positivo della candidatura per i Giochi invernali, lo slancio per proporsi anche per le Olimpiadi estive. Peraltro, alla luce del ritiro della candidatura di Roma per il 2024, sarebbe stato più consono puntare su Milano per quelle estive e su Cortina per le invernali. Milano rappresenta un territorio che dispone di prestigiosi scenari alpini, in particolare in Alta Valtellina. A differenza di Torino, però, non è immediatamente attorniata da montagne.

Probabilmente è l’unica città italiana che può avere le energie per raggiungere, in questi tempi, tali obiettivi. Milano vanta un’operosità di antica data, uno spirito d’iniziativa e un’intraprendenza che hanno pochi eguali in Europa. Senza Milano, l’Italia non sarebbe mai diventata la settima potenza industriale, seconda in Europa dopo la Germania, né parte dell’economia e della cultura continentale e mondiale.

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