I ragazzi del Duemila
non escono più di casa

I ragazzi non escono più di casa. I «Millennials», ovvero i nati tra il 1981 e il 2000, si emancipano più tardi rispetto alle precedenti generazioni. Lo rivela un’inchiesta, focalizzatasi sullo stile di vita e sui comportamenti della generazione del momento, condotta dalla Doxa su un campione rappresentativo di mille italiani. La maggior parte dei giovani va via di casa dopo i trent’anni, il 57 per cento del campione oggetto di analisi: in ritardo rispetto alle generazioni di padri e nonni.

Le ragazze sembrano più determinate a conquistare il proprio spazio rispetto ai ragazzi: il 51 per cento di esse dichiara di essere uscita di casa, a fronte di un 38 della popolazione maschile. Pesa la crescente incertezza sul futuro. Come ha acutamente osservato il sociologo Zygmunt Bauman, «l’attuale fase storica è un interregno, in cui le sicurezze di un recente passato sono svanite, mentre non sappiamo che cosa ci attenda nel futuro». La difficoltà nel trovare un lavoro stabile influisce sulle scelte di vita. Il matrimonio costituisce sempre meno il motivo di uscita dal tetto familiare, superato da convivenze, necessità di studio e di lavoro. Questa è la differenza principale tra i «Millennials» e le generazioni precedenti: il 73 per cento dei «Baby Boomers», i nati tra il 1945 e il 1964, è uscito di casa con il matrimonio, l’11 per motivi di lavoro, il 6 di studio, il 4 per vivere da solo. Il matrimonio è stato il principale propulsore dell’uscita di casa anche per il 47 per cento della «Generazione X», i nati tra il 1965 e il 1980, il lavoro per l’11, lo studio per il 14, mentre il 7 per cento è andato a vivere da solo. I «Millennials» hanno difficoltà economiche maggiori rispetto alle generazioni precedenti ed escono di casa per motivi di lavoro o di studio, il 32 per cento, quasi tanto quanto per il matrimonio, il 30 per cento.

L’inchiesta della Doxa è stata realizzata per il portale immobiliare «Idealista», di conseguenza mostra anche come due su tre dei «Millennials», che vanno a vivere per conto proprio, optino per l’affitto piuttosto che per l’acquisto dell’abitazione. Per motivi economici non riescono ad approfittare dei tassi di interesse sui mutui, oggi ai minimi storici. Non avendo uno stipendio fisso su cui contare, pagare la rata ogni mese diventa un’utopia.

Sono passati ormai quasi dieci anni da quando lo scomparso economista Tommaso Padoa-Schioppa, allora ministro delle Finanze, sorprese tutti con una battuta, infilata nel mezzo di una discussione sulla Finanziaria e i conti pubblici: «Mandiamo i bamboccioni fuori di casa», sbottò: «Incentiviamo ad andarsene i giovani che restano con i genitori. Non si sposano e non diventano autonomi». Si scatenò una dura polemica. Nel frattempo il mondo è entrato nell’era della Grande Crisi. L’attuale generazione è destinata ad avere un tenore di vita inferiore rispetto a quello dei propri genitori. Ma la colpa non è loro: la società non li agevola.

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