Le aziende comunicano / Bergamo Città
Giovedì 24 Ottobre 2024
Monossido di carbonio: il «killer silenzioso» da non sottovalutare
Il Dr. Gianmariano Marchesi, anestesista in camera iperbarica di Habilita Zingonia, spiega i rischi che si corrono quando viene inalato questo gas inodore ed incolore che si diffonde facilmente nell’aria
Ormai siamo in autunno e, come tutti gli anni, iniziano a registrarsi diversi casi di cronaca di intossicazioni da monossido di carbonio (CO). Il Dr. Gianmariano Marchesi, anestesista in camera iperbarica di Habilita Zingonia, spiega i rischi che si corrono quando viene inalato questo gas a causa di avarie nel sistema della caldaia o quando per riscaldare gli ambienti di casa si utilizza un braciere o un camino che non garantisce una corretta fuoriuscita dei fumi. «Il CO è un gas tossico, inodore ed incolore, che si diffonde facilmente nell’aria senza che le persone lo avvertano. È molto pericoloso: si lega al sangue e alle cellule, impedendone l’uso dell’ossigeno. Questa situazione può provocare danni cardiaci e neurologici anche permanenti, che possono portare fino al decesso della persona. Per questo è chiamato “killer silenzioso”».
Quando si produce monossido di carbonio?
«Si produce durante qualsiasi tipo di combustione, spesso insieme ad altre sostanze nocive. Quindi anche nel corso della combustione dei materiali che abitualmente bruciamo per produrre calore o energia, come legna, carta, carbone o metano. È ciò che accade quando accendiamo stufe, caminetti, bracieri ed anche caldaie e scaldabagni o semplicemente la cucina a gas. Il CO è prodotto in quantità tanto maggiore quanto meno la fiamma è alimentata da un’adeguata quantità di ossigeno; più importante è la fiamma maggiore è la probabilità che si producano significative quantità di CO. L’ingresso di aria fresca deve essere sempre garantito e gli scarichi dei fumi devono quindi essere liberi, con un buon tiraggio senza interferenze esterne come può accadere per esempio nelle giornate ventose».
Come si può fare una corretta prevenzione?
«Prevenire è meglio che curare: non respirare un gas tossico è quindi essenziale. In questo senso consiglio un’attenta manutenzione delle prese d’aria e degli scarichi di stufe, camini e delle caldaie per riscaldamento e produzione di acqua calda. Una verifica che, tra l’altro, è obbligatoria per legge».
Ha qualche consiglio pratico da suggerire?
«Certamente evitare le “fiamme libere”, cioè ogni forma di combustione senza scarico adeguato. A tal proposito i bracieri impiegati per la cottura dei cibi devono essere utilizzati esclusivamente all’aperto, e mai portarli all’interno per tenere caldo il cibo o per sfruttarne il calore per riscaldare gli ambienti. È questa una raccomandazione importante perché il loro uso in alcune cucine tradizionali è diffuso ed è diventato una delle cause più frequenti di questa intossicazione negli ultimi anni».
Per chi utilizza stufe o camini è altrettanto importante effettuare controlli periodici.
«Esatto. Chi usa stufe a legna, caminetti o caldaie domestiche di vecchia generazione (quelle che nella parte inferiore sono aperte permettendo di vedere direttamente la fiamma) deve controllare che la presa d’aria dell’ambiente sia adeguata, aperta e libera da ostruzioni. Inoltre, è possibile posizionare nel locale, a circa 2-3 metri dalla fiamma, un sensore di CO che suonerà se nel locale inizierà ad accumularsi questo gas tossico. Sono strumenti facili da reperire, costano poche decine di euro, non richiedono istallazione e durano in media 5 anni».
Quali sono i sintomi principali relativi all’intossicazione da monossido di carbonio?
«Nel caso in cui l’intossicazione inizi a verificarsi, i primi sintomi sono mal di testa, nausea, vomito, malessere generale e debolezza. Sono spesso scambiati per sintomi influenzali o disturbi alimentari. Se si manifestano, soprattutto interessando più persone che soggiornano negli stessi ambienti in cui è presente una sorgente di CO, è bene pensare a una possibile intossicazione. In questi casi è fondamentale spegnere o allontanare la sorgente e areare il locale. Tenete presente che l’intossicazione può manifestarsi anche in seguito. È quindi importante rivolgersi ad un Pronto Soccorso per gli accertamenti e le cure del caso: se i valori di ossido di carbonio nel sangue superano determinati livelli, pur senza sintomi evidenti, è necessario essere sottoposti a un trattamento in camera iperbarica per non manifestare i sintomi successivamente, in forma più grave».
© RIPRODUZIONE RISERVATA