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Minifaber, un rebranding per i 65 anni: «Così guardiamo al futuro, tenendo i piedi nel presente»

L’azienda di Seriate ha presentato un nuovo logo e la sua visione: «Responsabilità d’impresa e persone al centro, il nostro mantra è il “bell-essere”».

Minifaber, l’azienda leader nella lavorazione a freddo dei metalli e nella progettazione e costruzione di stampi con sede a Seriate, celebra il suo 65esimo anniversario con un rebranding che segna l’inizio di una nuova era. La trasformazione dell’identità della compagnia – che ha interessato ogni aspetto della sua comunicazione, dal logo al sito web e dai social alle newsletter – non è un semplice aggiornamento estetico, ma simboleggia i profondi mutamenti introdotti con il ricambio generazionale a ogni livello dell’impresa. Si tratta però di un rinnovamento che tiene i piedi saldamente piantati a terra, con uno sguardo costante alla lunga storia di Minifaber e al lascito dei suoi dipendenti “storici”. L’obiettivo del rebranding? Celebrare il passato, il presente e il futuro di una realtà solida, moderna e che mette al centro le persone. D’altro canto, Minifaber conta circa 290 dipendenti, che salgono a 350 aggiungendo il personale con contratto di somministrazione, e vanta un fatturato di 91 milioni di euro nel 2024. «Il rebranding nasce dall’esigenza di raccontare chi siamo oggi – afferma Angela Melocchi, Amministratrice delegata e HR Manager di Minifaber – ovvero un’azienda che, dopo 65 anni di storia, è pronta a farne 65 di più, grazie a un enorme bagaglio di esperienza e a tante idee fresche».

Il nuovo logo di Minifaber: una «M» che guarda al futuro

Il nuovo logo, che reinterpreta e stilizza l’iniziale «M» di Minifaber attraverso tre linee verticali dai bordi stondati e dalle curvature fluide, evoca il processo di piegatura dei metalli e incarna visivamente il cuore della produzione. Il logotipo richiama l’attenzione profusa nell’innovazione e nelle nuove tecnologie, offrendo uno sguardo verso un futuro all’avanguardia ma sensibile ai richiami della tradizione e ai valori che contraddistinguono la realtà di Seriate. D’altro canto, senza tradizione e valori Minifaber non sarebbe diventata un’impresa-leader nel suo settore: proprio per sottolineare il forte legame con il passato, la compagnia ha deciso di portare avanti il suo ambizioso rebranding in concomitanza con un anniversario importantissimo. «Minifaber continua a essere quella che è sempre stata per le sue persone, per il territorio, per i clienti e per i fornitori», precisa Melocchi, che però aggiuge: «Con questa nuova identità grafica ci presentiamo in un modo nuovo, più adatto alle sfide e alle esigenze del presente e proiettato verso il futuro.».

La presentazione del nuovo logo è avvenuta in azienda il 2 aprile, con un annuncio per il pubblico nelle scorse settimane. «In occasione del lancio interno del rebranding volevamo fare qualcosa di speciale, che mostrasse le competenze e l’esperienza dei nostri lavoratori nella manipolazione dei metalli. Per questo, abbiamo optato per un progetto “segreto”: abbiamo coinvolto alcuni dipendenti nella realizzazione di una copia fisica del logotipo, che abbiamo mostrato durante una cerimonia con tutto lo staff», continua Melocchi. L’opera si trova esposta nei corridoi della sede di Minifaber, ma ciò che ha sbalordito l’Ad della compagnia è stato il calore con cui è stata accolta dai dipendenti: «Il lavoro di squadra nella realizzazione di un progetto simile ha dimostrato la serietà e la professionalità delle nostre persone, mentre il riscontro ottenuto durante la cerimonia di presentazione ci ha stupiti: in tanti si sono fermati per scattare una foto o un selfie con la statua. È una dimostrazione di quanto il team tenga all’azienda, ma anche una conferma del fatto che la nuova estetica abbia fatto centro».

Il cuore del cambiamento? Le nuove generazioni

Il ricambio generazionale si trova alla base del rebranding di Minifaber. Si tratta di un processo che non riguarda solo la dirigenza, ma anche i dipendenti. «Minifaber è un’azienda orgogliosamente “di famiglia”» , precisa Angela Melocchi, che ricorda che «siamo nati nel 1960, nel garage di casa di mio nonno Giuseppe: ci piace definirlo il “nostro” Steve Jobs, perché anche lui è partito in piccolo ed è riuscito a creare un’impresa grande e solida». Oggi, alla guida della compagnia c’è la terza generazione della famiglia Melocchi - anche se quella precedente è ancora coinvolta direttamente nella gestione aziendale. Le due parole-chiave del passaggio di consegne a livello manageriale, infatti, sono innovazione e stabilità: «Ci stiamo orientando verso l’Industria 4.0, digitale e moderna. Il tutto senza perdere di vista le nostre origini, con pragmatismo e continuità. L’idea del rebranding era nata già qualche anno fa ed era legata a una nuova generazione che si stava facendo strada nell’azienda: ora che noi giovani siamo entrati a pieno regime, è il momento giusto per un cambiamento più marcato», annuncia la HR Manager e Ad di Minifaber.

La transizione coinvolge però anche le maestranze, con la graduale fuoriuscita di collaboratori e responsabili storici e l’ingresso di nuove figure professionali, molte delle quali di giovane età. Queste ultime vengono formate anche tramite M-LAB, l’Academy interna di Minifaber, che si occupa di attirare di nuovi talenti. «In questo momento storico, assistiamo a un grande cambiamento nel personale, con la sostituzione di tante figure che ci hanno accompagnato a lungo con nuovi professionisti del territorio. Per noi è importante essere un punto di riferimento per i giovani: siamo sempre alla ricerca di lavoratori, ed è anche per questo che puntiamo risolutamente sul welfare», sottolinea l’Ad di Minifaber.

Il “bell-essere”: il welfare aziendale al servizio delle persone

L’importanza riservata al welfare in Minifaber è sottolineata dal concetto di «bell-essere», definito come «la valorizzazione della persona, dell’ambiente di lavoro e del territorio, garantendo il nostro esserci nel tempo». Tra le politiche connesse al “bell-essere” - componente fondamentale della missione aziendale - ci sono i percorsi con esperti come fisioterapisti, psicologi e nutrizionisti, nonché i progetti della Rete WHP della Regione Lombardia. «Dopo la pandemia da Covid-19, inoltre, abbiamo deciso di introdurre e stabilizzare uno sportello di ascolto, che si è rivelato un servizio molto utilizzato e apprezzato», spiega Melocchi. La particolare attenzione alle persone, al bilanciamento vita–lavoro e al benessere dei lavoratori è nel DNA di Minifaber fin dalle origini. Non a caso, uno dei temi forti del rebranding è quello di sottolineare il valore del capitale umano e l’approccio «human-centered» alla gestione d’impresa: «I nostri dipendenti sono la risorsa più preziosa che abbiamo. Per questo ci impegniamo perché si sentano valorizzati sotto ogni aspetto. Entrare in un luogo di lavoro accogliente è un valore aggiunto che ha richiesto tempo e fatica, ma il calore con cui è stata accolta la nostra nuova identità testimonia quanto il rapporto tra azienda e lavoratori sia solido».

La responsabilità d’impresa: Minifaber e il territorio

La responsabilità d’impresa, per Minifaber, passa per l’attivismo sul territorio e per la promozione della cultura, dell’arte e della scienza. Per questo, l’impresa restituisce alla bergamasca parte di quanto riceve tramite le sponsorizzazioni a BergamoScienza, al TEDx Bergamo e ai “Concerti in Villa” di Seriate. Forte è anche l’impegno per l’inclusione delle persone affette da disabilità, che si declina nel sostegno alla «PHB Polisportiva Bergamasca APS», un’associazione dilettantistica fondata nel 1982 e che si occupa di incentivare la pratica sportiva tra le persone con disabilità. Le sue attività, riconosciute persino dal Comitato Italiano Paralimpico e portate avanti da 200 atleti e svariati volontari, coprono sport come il nuoto, la scherma, lo sci, il tiro con l’arco, il tennis tavolo e la vela. «Crediamo che queste collaborazioni con delle realtà consolidate, che coprono il sociale in ogni suo aspetto, siano un valore aggiunto per la nostra azienda e dimostrino come un’impresa responsabile possa incidere concretamente sul suo territorio. Ci siamo sempre spesi per stimolare e migliorare la bergamasca non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello culturale. E continueremo a farlo», ricorda l’HR Manager e Ad.

Un futuro sempre più internazionale

Ma qual è la ricetta di Minifaber per il futuro e la competitività? Da una parte si punta tanto sul digitale, sull’innovazione e sulla sostenibilità con l’Academy interna «M-LAB», nata proprio per navigare le sfide della transizione digitale e di quella verde. Dall’altra si guarda all’estero, che da tempo costituisce il mercato di sbocco principale per i prodotti realizzati nello stabilimento di Seriate. Infatti, il 70% dei 45 milioni di pezzi che escono ogni anno dalle linee di Minifaber è destinato all’export, mentre il parco prodotti della compagnia è vastissimo: si parla di 1.700 tipologie diverse, perfette per rispondere alle esigenze di qualsiasi cliente italiano ed estero. I mercati di sbocco più importanti sono quelli europei, Francia e Germania in testa.

«Nel 2008, abbiamo deciso di guardare con maggiore attenzione al resto d’Europa. Per questo, abbiamo aperto Minifaber East Europe, che attualmente ha 50 dipendenti e può contare su un insediamento produttivo da 5.000 metri quadrati a Bacau, in Romania. Nonostante la distanza geografica, però, l’obiettivo che perseguiamo in Romania è lo stesso del nostro quartier generale italiano: fornire al cliente un prodotto finito completo, di qualità e che rispecchia le sue esigenze» , conclude Melocchi. Gli alberi con la chioma più verde sono quelli con le radici più profonde, e Minifaber lo sa bene: non è un caso che la sua nuova identità grafica celebri la storia come fondamento per un futuro di successi, in Italia e nel mondo.

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