Sponsorizzato

L’evoluzione dell’endoscopia digestiva: diagnosi, intervento e prevenzione

Da strumento puramente diagnostico a procedura operativa e interventistica: l’importanza degli screening per la prevenzione del cancro del colon-retto

Quando il Dr. Paolo Zanoni, oggi responsabile del servizio di Endoscopia Digestiva presso la Casa di Cura San Francesco di Bergamo, era all’università, l’endoscopia era una pratica quasi sconosciuta. Oggi, invece, è diventata l’esame di prima scelta per diagnosticare e trattare le patologie dell’apparato digerente, evolvendosi da strumento puramente diagnostico a procedura operativa e interventistica. «All’inizio l’endoscopia era limitata alla diagnosi - spiega il Dr. Zanoni - mentre oggi siamo in grado di intervenire direttamente durante l’esame». Questo progresso ha reso obsoleti molti dei vecchi esami radiografici, che ora rappresentano una seconda scelta e vengono utilizzati solo in casi specifici.

La gastroscopia, per esempio, esplora l’esofago, lo stomaco e il duodeno. Nonostante i progressi tecnologici abbiano ridotto il disagio del paziente, rimane un esame invasivo, che deve essere eseguito con un’indicazione appropriata. Gli strumenti moderni, più piccoli ed evoluti, permettono diagnosi rapide (10 minuti) e interventi mirati, come il trattamento di alcune lesioni o la biopsia di lesioni sospette. La sedazione minimizza il disagio, al punto che alcuni pazienti non ricordano nemmeno l’esame, confermando quanto sia ben tollerato. Tuttavia, è importante notare che la gastroscopia individua alterazioni organiche, ma non è utile per diagnosticare problemi funzionali o altri disturbi digestivi senza lesioni evidenti.

Colonscopia: diagnostica e intervento

La colonscopia ha visto miglioramenti significativi sia nella preparazione che nella procedura. In passato, i pazienti dovevano ingerire grandi quantità di liquido per pulire l’intestino, mentre oggi si utilizzano preparazioni a basso volume, molto meglio tollerate. Durante l’esame, che dura dai 15 ai 20 minuti, le telecamere ad alta definizione individuano lesioni precancerose che prima potevano sfuggire. L’asportazione dei polipi rende la colonscopia una procedura maggiormente operativa rispetto alla gastroscopia.

Sicurezza e ripetibilità

Gli esami endoscopici sono considerati sicuri, con rischi minimi, che aumentano solo leggermente nel caso di interventi complessi come la rimozione di polipi di grandi dimensioni. La frequenza con cui devono essere ripetuti dipende dalla patologia riscontrata e segue linee guida ben definite.

Screening e prevenzione del cancro del colon-retto

Un messaggio fondamentale riguarda l’importanza dello screening del cancro del colon-retto, promosso da Regione Lombardia e ATS. Questo programma permette di identificare precocemente tumori o condizioni predisponenti, come la presenza di polipi, garantendo una prevenzione efficace e salvando molte vite. «Seguire le persone che tendono a sviluppare polipi significa evitare che si trasformino in tumori» sottolinea il Dr. Zanoni.

Il target dello screening è stato recentemente ampliato, includendo non solo la fascia di età tra i 50 e i 69 anni, ma fino ai 74 anni. Una decisione cruciale per intercettare un numero maggiore di persone a rischio e migliorare gli esiti di cura.

Un progresso continuo

La moderna endoscopia digestiva rappresenta uno straordinario progresso tecnologico e clinico, combinando precisione diagnostica, interventi tempestivi e un’attenzione costante alla sicurezza e al comfort del paziente.

www.cdcsanfrancesco.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA