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Il segreto per stare bene ad ogni età è la prevenzione

L’aspettativa di vita è raddoppiata rispetto al 1900, ma vivere più a lungo non sempre significa vivere meglio. Una dieta equilibrata, attività fisica, sonno adeguato e gestione dello stress sono fondamentali per prevenire malattie e migliorare la qualità della vita. Il cibo, parte centrale del benessere, richiede consapevolezza e rispetto del ritmo circadiano. Lo screening, specie per il colon-retto, è cruciale per la diagnosi precoce e la prevenzione. Il Centro Salute Uomo offre supporto e consulenze personalizzate. Compreso il mapping genetico

Il Centro Salute Uomo si trova a Bergamo, in via Palma il Vecchio, 4a.
Vuoi avere informazioni gratuitamente? Chiama 0350085320 oppure 3896147512.

All’inizio del 1900 la media per gli uomini era di circa 40 anni. Oggi, vivere oltre gli 80 anni è la quasi normalità. Si tratta di uno straordinario risultato. Tuttavia, vivere più a lungo non significa necessariamente vivere meglio, perché, spesso, il prolungamento della vita è accompagnato da un declino della salute fisica e mentale, con un aumento della fragilità e delle malattie croniche.

Abitudini quotidiane come una dieta equilibrata, l’attività fisica regolare, il sonno adeguato e la gestione dello stress svolgono un ruolo cruciale nel mantenere il corpo in salute e prevenire molte malattie croniche.

«I farmaci essenziali per tutti sono 3: - precisa la dott. Messa, nutrizionista al Centro Salute Uomo – camminare, respirare e bere». L’adozione di comportamenti salutari non solo riduce il rischio di sviluppare patologie, ma migliora anche la qualità della vita, favorendo un equilibrio generale che rende meno necessari interventi medici. Anche se non si può eliminare del tutto la necessità di assistenza sanitaria, un impegno costante verso la prevenzione può certamente “tenere lontano il medico”.

L’attività fisica quotidiana fa una grande differenza nel benessere generale dell’uomo. «La prevenzione inizia fin dalla nascita e si costruisce attraverso abitudini sane. Una dieta varia ed equilibrata insieme ad uno stile di vita attivo sono i pilastri su cui si basa una vita lunga e in salute – afferma il prof. de’ Angelis, specialista gastroenterologo al Centro Salute Uomo –. Infatti, una corretta attività fisica, che deve essere adeguata allo stile di vita, non è mai solo un modo per muoversi, ma un atto di prevenzione che coinvolge l’intero sistema cardiovascolare, muscolare e mentale».

Il Centro Salute Uomo, in via Palma il Vecchio 4a a Bergamo, è a disposizione per insegnare agli uomini come vivere una vita di qualità e prendersi cura di sé tramite piccole pratiche, che svolte tutti i giorni possono fare la differenza. Da che parte iniziare? Chiamando lo 0350085320 oppure 3896147512 per prenotare un incontro o avere informazioni gratuitamente.

Il cibo può essere il nostro miglior alleato

«Quando si pensa alla parola “dieta” – spiega la dott. Marianna Messa, nutrizionista al Centro Salute Uomo - la prima immagine che viene in mente è spesso associata a qualcosa di restrittivo, una rinuncia alle cose che ci piacciono. Molti si immaginano che, andando da un nutrizionista, da un giorno all’altro non potranno più gustarsi i loro cibi preferiti.»

La dieta non è una punizione, ma consapevolezza e organizzazione. Imparare a gestire il tempo e a fare scelte alimentari sagge non è di sicuro facile, ma ci sono strategie e percorsi personalizzati per ognuno.

Il cibo è spesso un modo per compensare. Si mangia per noia, per stare in compagnia, per felicità o tristezza. Abbiamo una scusa pronta per mangiare in ogni occasione. La dieta non è un semplice conto di calorie o una restrizione forzata, è molto di più: è un percorso di benessere generale, una scelta consapevole per imparare a mangiare bene oggi e domani. Questo percorso parte dall’educazione alimentare fin dalla gravidanza.

Ma perché abbiamo imparato a mangiare per ragioni che vanno oltre la fame vera e propria?
La nostra società ci ha insegnato a compensare con il cibo, quando invece dovremmo imparare a fare scelte che aiutino il nostro corpo a funzionare al meglio, fisicamente e mentalmente. «Il primo passo verso una dieta equilibrata non è privarsi, ma fare scelte consapevoli – continua la dott.ssa Messa - imparare a fare la spesa in modo sano, magari scegliendo prodotti locali e freschi, e organizzare la nostra cucina in modo che diventi un alleato e non un nemico.»

Prevenire non significa privarsi, ma imparare a mangiare con consapevolezza per preservare la nostra salute. Quando stiamo bene, il cibo smette di essere una tentazione continua, perché abbiamo imparato a riconoscere ciò che ci fa davvero bene, sia a livello fisico che emotivo.

La salute è una priorità che spesso diamo per scontata finché non si presenta un problema serio. Molte volte ignoriamo i segnali che il corpo ci invia, trascurando piccoli sintomi che ci avvertono che qualcosa non va. Un aumento o una perdita di peso, ad esempio, non sono sempre un male in sé, ma possono essere un campanello d’allarme, che va ascoltato.

Il cibo deve essere la benzina del nostro organismo e dobbiamo mettere la benzina giusta al momento giusto. «Un aspetto fondamentale da considerare è il rispetto del ritmo circadiano, ovvero i cicli ormonali che il nostro corpo segue durante la giornata – ci spiega la dottoressa –. La cronobiologia ci insegna che alcuni alimenti possono essere metabolizzati in modo diverso a seconda dell’ora del giorno. Ad esempio, i biscotti consumati la mattina possono essere più facilmente smaltiti rispetto agli stessi mangiati la sera, quando l’effetto ormonale e metabolico è differente. Ecco perché è importante personalizzare l’approccio alimentare, rispettando l’orologio biologico del paziente.»

L’intestino viene spesso definito “il secondo cervello” e l’American Psychological Association spiega come sempre più studi scientifici stiano evidenziando la forte influenza che il cibo ha sulla nostra mente. I gusti alimentari riflettono spesso lo stato emotivo. La fame emotiva, nervosa o ansiosa sono tutte manifestazioni diverse che devono essere riconosciute e affrontate con attenzione. Il primo passo è rompere le abitudini e iniziare a vivere la quotidianità con piccoli cambiamenti costanti.

Il ruolo del nutrizionista è quello di accompagnare le persone «a modificare piccoli dettagli della loro vita quotidiana, senza imporre grandi cambiamenti tutti in una volta. Questo approccio evita la frustrazione e il fallimento di una dieta vista come una punizione.»

Il ruolo cruciale dello screening

Per gli uomini, i tumori alla prostata, ai polmoni e al colon-retto sono i tre più comuni e aumentano significativamente con l’avanzare dell’età. «L’attività di screening è fondamentale perché, mirando a individuare la malattia in uno stadio precoce – spiega il prof. Gian Luigi de’Angelis, specialista gastroenterologo al Centro Salute Uomo –, permette di rimuovere i polipi prima che diventino pericolosi».

Il tumore del colon-retto si sviluppa da lesioni benigne (nella maggior parte dei casi da polipi adenomatosi) che si trovano sulla mucosa intestinale. Il processo di trasformazione in tumore maligno può richiedere dai 7 ai 15 anni. «Lo screening del tumore al colon-retto è uno degli screening più importanti – continua il prof. de’ Angelis - perché questi tumori, se presi in tempo, sono tra quelli che meglio si possono curare con la chirurgia e la chemioterapia, con una prognosi favorevole per oltre il 65% dei pazienti a cinque anni dalla diagnosi».

Negli uomini, è consigliato iniziare con lo screening del colon-retto intorno ai 50 anni. Tuttavia, se ci sono familiarità positive o predisposizioni genetiche, è raccomandato iniziare il monitoraggio già a partire dai 18 anni. «L’importanza dello screening è stata messa in evidenza nel periodo del Covid. Durante quel periodo, per restrizioni prima e per paura dopo, i programmi di screening per il cancro del colon-retto sono stati sospesi. Abbiamo esaminato le conseguenze di questi ritardi nello studio “Impact of SARS-CoV-2 pandemic on colorectal cancer screening delay: effect on stage shift and increased mortality”, pubblicato sulla rivista americana Clinical Gastroenterology and Hepatology – racconta il prof. de’Angelis – e abbiamo constatato che un ritardo di 6 mesi della colonscopia di screening può comportare un aumento dell’8% di lesioni localmente avanzate e un ritardo di 12 mesi aumenta la mortalità del 12%. Questo sottolinea quanto sia cruciale l’attività di screening e diagnosi precoce».

Il test per la diagnosi precoce è l’esame per la ricerca di sangue occulto nelle feci: individua piccolissime tracce di sangue nelle feci non visibili a occhio nudo, ma solo attraverso strumenti specifici di laboratorio e va effettuato con richiamo ogni due anni dai 50 ai 70 anni d’età. Nel momento in cui viene rilevato del sangue, il secondo step dello screening per il cancro al colon-retto è la colonscopia.

«La colonscopia è l’esame più accurato per la prevenzione al cancro del colon-retto, perché – afferma il prof. de’ Angelis - una colonscopia negativa oggi sarà negativa anche fra 5 anni, perché anche nel caso di una patologia che comincia a prendere corpo, in 5 anni non sarà in grado di andare a trasformarsi».

Il Centro Salute Uomo si trova a Bergamo, in via Palma il Vecchio, 4a.
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