Vista, laser
ad alta precisione

Oggi la chirurgia refrattiva è in grado di risolvere o attenuare una serie di «difetti» dei nostri occhi. L’intervista al dottor Marcello Galdini, co-direttore del Dipartimento di Oculistica di Humanitas Castelli.

Vedere male, da lontano o da vicino, è purtroppo una condizione molto diffusa tra le persone. Per risolvere il difetto visivo, oltre alla soluzione degli occhiali e lenti correttive, si può intervenire anche con la chirurgia refrattiva che utilizza laser ad alta precisione. Facciamo chiarezza sui percorsi possibili con il dottor Marcello Galdini, co-direttore del Dipartimento di Oculistica di Humanitas Castelli.

Dottor Galdini, quali sono le patologie su cui la terapia laser dimostra di avere più successo?

«Miopia, astigmatismo e presbiopia. La correzione di questi difetti visivi mediante il laser a eccimeri, utilizzato da solo o in associazione al femto laser, si dimostra efficace e sicura. Bisogna ricordare che il risultato è più prevedibile laddove il difetto da correggere non è troppo elevato e che la correzione dell’ipermetropia non si può spingere così in là come avviene nel caso delle miopie».

In caso di miopia è sempre possibile intervenire?

«La miopia è stata il primo difetto a essere corretto con il laser. I pazienti sono idonei se il difetto è stabile da circa 2 anni, cosa che non è scontata nei giovani e che può comportare uno slittamento della data dell’intervento. Una volta che questo criterio di scelta viene salvaguardato, è obbligatorio sottoporsi a una serie di esami clinici necessari per appurare o meno l’idoneità dell’occhio all’intervento. La tecnica da adottare viene decisa dal medico insieme al paziente sulla base degli esami fatti. Quelle più diffuse sono la prk e la femto lasik, le cui differenze sostanziali sono i tempi di recupero e il disagio post operatorio, ma i cui risultati si equivalgono a distanza di un mese nel caso della correzione della miopia. Con la prk il ritorno alla normale attività richiede circa una settimana, con la femto lasik circa due giorni. La prk è una tecnica più veloce nell’esecuzione (circa 5 minuti per occhio) rispetto alla femto lasik. I maggiori tempi chirurgici della femto lasik derivano dal fatto che si devono utilizzare due differenti laser, mentre nella prk solo uno».

Quali sono le indicazioni per gli astigmatici?

«L’astigmatismo può presentarsi da solo o in associazione ad altri difetti come miopia o ipermetropia. Anche in questo caso valgono le regole appena descritte: difetti bassi vengono corretti con maggiore precisione rispetto a quelli più elevati; gli esami preparatori sono fondamentali per stabilire l’idoneità al trattamento».

E se i difetti sono presenti in contemporanea?

«L’astigmatismo, anche se associato ad altri difetti come miopia e ipermetropia, viene corretto contestualmente al difetto a cui si associa. Le regole per i tempi di recupero sono pressoché sovrapponibili a quelle della correzione della miopia e dell’ipermetropia, tenendo presente che per l’ipermetropia sono necessari tempi più lunghi se confrontati a quelli del trattamento della miopia».

Quali sono le paure dei pazienti?

«Talvolta le persone riferiscono timore, ma non sanno indicare una motivazione precisa. Secondo la mia esperienza questo succede perché non si ha paura della procedura, che ormai è sicura e prevedibile, ma si manifesta un giustificato timore verso tutto ciò che non conosciamo bene e che coinvolge la sfera della salute».

C’è un falso mito sulla chirurgia refrattiva?

«La chirurgia refrattiva non è in grado di eliminare qualsiasi difetto visivo, quasi fosse una bacchetta magica. Esiste una percentuale di casi in cui il paziente non è idoneo al trattamento e quindi lo specialista lo sconsiglia. Lo scopo della chirurgia refrattiva è eliminare o ridurre di molto il difetto visivo; questo significa che se il paziente, dopo l’intervento, fosse costretto a portare un occhiale assai leggero non ci troviamo di fronte a un insuccesso. Un corretto approccio a questo tipo di chirurgia è riporre fiducia in quello che può dare ma, al tempo stesso, avere coscienza dei suoi limiti».

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