La salute / Bergamo Città
Giovedì 28 Agosto 2014
Scoperta l’origine della febbre
Tutta «colpa» delle prostaglandine
Colpisce l’uomo da sempre, ma solo ora è stata scoperta l’origine della febbre. Il meccanismo che scatena una delle reazioni più comuni dell’organismo è la sequenza di segnali che viene attivato «in caso di emergenza» dalla famiglia di sostanze-spia delle infiammazioni, le prostaglandine, prodotte dai vasi sanguigni del cervello.
Colpisce l’uomo da sempre, ma solo ora è stata scoperta l’origine della febbre. Il meccanismo che scatena una delle reazioni più comuni dell’organismo è la sequenza di segnali che viene attivato «in caso di emergenza» dalla famiglia di sostanze-spia delle infiammazioni, le prostaglandine, prodotte dai vasi sanguigni del cervello.
A scoprirlo alcuni ricercatori dell’università svedese di Linkoping, coordinati da Daniel Björk Wilhelms, che hanno pubblicato lo studio sulla rivista The Journal of Neuroscience, e secondo cui questa scoperta che apre la strada a farmaci più efficaci.
La febbre è una risposta ad un’infiammazione, ma «nel caso di gravi infezioni - spiega David Engblom, uno dei ricercatori - può essere una cosa buona». Già undici anni fa Engblom aveva scoperto il meccanismo dietro la formazione delle prostaglandina E2 durante la febbre. Queste molecole segnalatrici non possono passare attraverso la barriera sangue-cervello, il cui scopo è proteggere il cervello da sostanze pericolose.
Il ricercatore svedese ha dimostrato invece che possono essere sintetizzate da due enzimi presenti nei vasi sanguigni del cervello, prima che si spostino all’ipotalamo, dove si trova il «termostato» del nostro corpo. In questo studio i test sono stati condotti su dei topi privi degli enzimi COX-2 e mPGES-1 nei vasi sanguigni cerebrali. Una volta infettati gli animali con delle tossine batteriche, hanno visto che la febbre non compariva, mentre gli altri sintomi dell’infiammazione sì. «Ciò dimostra - continua - che le prostaglandine responsabili della febbre si formano nella barriera sangue-cervello e da nessun’altra parte».
Per i medici conoscere il meccanismo della febbre è utile da vari punti di vista, come precisa Giuseppe Remuzzi, immunologo e direttore dell’Istituto Mario Negri di Bergamo. «Sapere che c’è una produzione locale di prostaglandine da questi piccoli vasi del cervello è utile anche ai fini dei farmaci - spiega -. Esistono già degli inibitori selettivi della E2, ma che rispetto all’aspirina, pur dando meno problemi gastrici, aumentavano il rischio di infarti. Ora si potranno creare dei farmaci più selettivi e controllare le febbri più pericolose». Eliminare la febbre in se infatti non è sempre un bene, perché la febbre è un meccanismo di difesa. «Andrebbero eliminati gli effetti negativi associati alla febbre - conclude Remuzzi - come dolori, spossatezza e inappetenza, e le febbri pericolose, che possono diventare convulsive e danneggiare i neonati. In futuro forse si riuscirà a farlo progettando dei farmaci in grado di agire sui recettori responsabili degli altri sintomi».
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