Quanti danni fa
la paura del dentista

Quando si parla di paura per le visite e le sedute dal dentista parliamo di odontofobia, paura ancestrale molto comune che interessa, secondo ricerche dell’Organizzazione mondiale della sanità, il 15-20% della popolazione.

Spiega Paolo Aldrighetti, odontoiatra dell’istituto Palazzolo di Bergamo: «Un disturbo riconosciuto come una vera e propria malattia, poiché ritenuta una concausa dell’aggravamento delle condizioni di salute orale nelle persone che ne soffrono. Infatti, il problema maggiore di questo disturbo è la mancanza parziale o totale di adeguati controlli e cure nelle persone affette, con conseguente aggravamento di patologie comuni come la carie o le parodontopatie che portano a una compromissione anche totale delle funzioni masticatorie e della qualità di vita».

Normalmente l’appuntamento con il dentista non rappresenta quasi mai un incontro piacevole ma, nella maggior parte dei casi questo è comunque affrontato. Non accade, invece in chi soffre di odontofobia: il dentista e tutto quello che lo circonda, il trapano, gli aghi ma anche il rumore che si percepisce, provoca una livello di paura tale da rendere impossibile sottoporsi a qualsiasi trattamento. Anche la sola visita di controllo può scatenare reazioni fobiche.

La persona, pur essendo consapevole dell’irrazionalità di questa paura, non può evitare di provarla sperimentando sintomi quali tachicardia, sudorazione, senso di soffocamento, tremore, sensazione di svenimento ed anche attacchi di panico. Per fronteggiare tutto questo, l’odontofobico mette in atto tutta una serie di strategie: la sua paura lo porterà quindi a evitare o rimandare l’appuntamento dal dentista e tenderà a sopportare disturbi e dolori propendendo per l’automedicazione, spesso assumendo farmaci a sproposito abusando di antidolorifici, antiinfiammatori e soprattutto, pratica pericolosa e lesiva per l’organismo, di antibiotici. Con l’evitamento solo apparentemente la persona riesce a gestire l’ansia sperimentata mentre, in realtà, non si rende conto che più evita più ingigantisce la sua fobia.

Ma perché tanta paura? «Innazitutto il dentista – spiega Aldrighetti – interviene in una zona particolare del corpo, la bocca, una sfera privata che molto difficilmente, magari anche per pudore, si riesce ad aprire davanti a un estraneo. Un altro motivo è sicuramente dato dalla particolarità degli strumenti utilizzati che rappresentano stimoli ansiogeni.

Quali possono essere quindi i rimedi? «Trattandosi di un disturbo psicologico, la strada di un approccio di tipo psicoanalitico è da prendere in considerazione per chi ne soffre anche se i tempi si dilatano e i problemi urgenti non possono essere subito affrontati. Un consiglio può essere quello di trovare un dentista di fiducia che infonda calma e sia disposto a parlare, magari seduti a una scrivania e non alla poltrona, e a spiegare le procedure e le dinamiche prima di passare alla parte operativa. Oppure sottoporsi a interventi in narcosi o sedazione cosciente con la presenza di un anestesista. Rivolgendosi ad una struttura ospedaliera sarà comunque anche possibile avere la possibilità di affrontare il tutto in day hospital».

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