«Non disturba la qualità del sonno»
Una ricerca sul russare

Non c’è alcuna correlazione tra il livello di «russamento» e le ore di sonno dormite o quante volte ci si è svegliati.

Tutti noi siamo abituati a pensare che chi russa non dorma bene e si risvegli piuttosto stanco al mattino. Ma le cose non stanno così, almeno se questa condizione non è legata alle cosidette «apnee ostruttive» nel sonno.

A rivelarlo è una ricerca effettuata dal «Toronto Rehabilitation Institute», in Canada, pubblicata sull’«American Journal of Otolaryngology». Per la ricerca canadese è stato reclutato un gruppo di 235 persone che avevano richiesto un aiuto professionale per i propri disturbi legati al sonno.

I ricercatori hanno registrato la frequenza del loro russare e dai partecipanti alla ricerca sono stati esclusi coloro che avevano apnee ostruttive, narcolessia e sindrome delle gambe senza riposo.

I 74 partecipanti rimasti sono stati divisi in tre gruppi a seconda di quanto russassero. La qualità e quantità del sonno sono state successivamente misurate usando una «polisonnografia», un esame che viene impiegato per diagnosticare i disturbi del sonno registrando le onde cerebrali, la frequenza cardiaca e i movimenti oculari. Ai partecipanti allo studio è stato chiesto anche di valutare quanto si sentissero assonnati, classificando la probabilità di addormentarsi in una varietà di situazioni nel corso della giornata.

Al termine della ricerca è emerso che non c’era alcuna correlazione tra il livello di «russamento» dei partecipanti e quante ore avessero dormito, quante volte si fossero svegliati oppure la loro stanchezza il giorno successivo.

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