La salute
Venerdì 01 Agosto 2014
L’interruttore che sazia il cervello
L’ha scoperto un gruppo italiano
La sazietà viene percepita grazie all’attivazione di aree del cervello che usano l’istamina come neurotrasmettitore. Questa la scoperta effettuata grazie a una ricerca dell’Università di Firenze e dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma, in collaborazione con il Dipartimento di fisiologia e farmacologia della Sapienza.
La sazietà viene percepita grazie all’attivazione di aree del cervello che usano l’istamina come neurotrasmettitore. Questa la scoperta effettuata grazie a una ricerca dell’Università di Firenze e dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma, in collaborazione con il Dipartimento di fisiologia e farmacologia della Sapienza.
La scoperta, spiegano gli esperti, pubblicata sulla rivista Pnas, apre nuove prospettive per il trattamento dell’obesità.
«La conoscenza di questi meccanismi neuronali che contribuiscono alla riduzione dell’appetito - spiega Maria Beatrice Passani, ricercatrice del dipartimento di neuroscienze dell’Ateneo fiorentino -, offre nuove prospettive per sviluppare farmaci più efficaci e sicuri per il trattamento dell’obesità, che mirino ad incrementare il rilascio di istamina nel cervello».
«Abbiamo scoperto – continua Passani – che il segnale di sazietà prodotto dall’intestino durante il consumo di un pasto da parte di un lipide, l’oleoiletanolamide (Oea), attiva aree specifiche del cervello che usano l’istamina come neurotrasmettitore, favorendo così la cessazione dell’attività alimentare».
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