La salute / Bergamo Città
Domenica 25 Ottobre 2020
Le malattie della pelle
non vanno trascurate
Dermatologia. I tumori cutanei maligni non melanocitari sono in assoluto quelli più frequenti.
Il progressivo aumento della vita media e le mutate abitudini della popolazione (in particolare l’esposizione ai raggi ultravioletti naturali o artificiali) hanno fatto aumentare notevolmente le malattie cutanee, sia quelle delle cellule della pelle, come i basaliomi e gli spinaliomi, sia quelle dei melanociti, come il melanoma. Lo racconta il dott. Andrea Lisa, specialista di Chirurgia plastica e ricostruttiva in Politerapica di Seriate, dove fa parte del team dell’Ambulatorio Oncologia Dermatologica - Melanoma della struttura.
Tumori maligni della pelle
I tumori cutanei maligni non melanocitari sono in assoluto quelli più frequenti negli uomini, con un’incidenza stimata di 120 casi su 100.000 abitanti, e quelli al secondo posto nelle donne, dopo il tumore della mammella, con un’incidenza pari a 90 casi su 100.000 abitanti l’anno. I quadri clinici sono molto variabili, tuttavia qualsiasi lesione cutanea che non guarisce spontaneamente, localizzata in aree esposte al sole, come volto, braccia e gambe, deve destare sospetto. Attenzione, quindi, a cosa appare e anche a cosa cambia. Alcuni tumori cutanei esordiscono come una papula o placca arrossata, con superficie desquamante o crostosa a possibile evoluzione nodulare, che a volte può ricordare una verruca. Frequentemente la lesione può assumere aspetti molto differenti tra loro: può avere all’inizio l’aspetto di una papula lucida, che si accresce lentamente e, dopo mesi o anni, presentare un margine lucido e perlaceo, con piccoli vasi sanguigni sulla superficie e con una depressione o ulcerazione centrale.
Il melanoma
Il melanoma, spiega il dott. Lisa, è una patologia meno comune rispetto agli altri carcinomi cutanei ma presenta rischi molto maggiori per la sopravvivenza. Questo tumore ha diverse modalità di presentazione e comprende forme pigmentate e non, piane e nodulari. In ogni caso (questo va sottolineato e ricordato) spesso assomiglia ai comuni nei, con tendenza al veloce aumento dimensionale e con aspetti di irregolarità nella colorazione, nella forma e nei bordi.
Diagnosi precoce e terapia
La diagnosi precoce permette l’utilizzo di modalità di trattamento meno invasive e aumenta notevolmente le possibilità di guarigione, riducendo i tassi di mortalità. Lo screening dermatologico eseguito con regolarità rappresenta quindi uno strumento fondamentale per la cura di queste malattie per chiunque. Le modalità di cura dipendono dal tipo di tumore e dalle sue caratteristiche specifiche, come evolutività e sede, età e condizioni cliniche del paziente.
L’asportazione chirurgica è la modalità terapeutica primaria: offre l’importante vantaggio di un controllo istologico e nella maggioranza dei casi può essere eseguita in ambulatorio. La diagnosi definitiva dopo esame istologico permette di programmare un follow-up specifico, basato sullo stadio della patologia riscontrata. Nel programma deve essere compresa l’ecografia che serve a monitorare l’eventuale interessamento a distanza delle lesioni.
Lavoro di squadra
Il lavoro di squadra tra dermatologo, chirurgo plastico e radiologo, prosegue il dott. Lisa, è il più efficace per ottenere diagnosi, trattamento e monitoraggio nel tempo dei pazienti colpiti da queste patologie. Un trattamento moderno dei tumori cutanei, infatti, richiede l’organizzazione di centri specializzati, le cosiddette skin cancer unit, che prevedono il coinvolgimento di diverse figure professionali in un’ottica multidisciplinare.
L’importanza dell’ambulatorio multidisciplinare sul territorio
L’ambulatorio multidisciplinare per diagnosi e trattamenti rapidi e efficaci deve avere una presenza territoriale, essere di rapido accesso e composto, come si diceva, da professionisti di varie specialità che svolgono attività coordinate tra loro. Si tratta di un ambulatorio di 1° livello, capace di prendere in carico il paziente e di fornire prestazioni che non necessitano di ospedalizzazione o di cure più complesse. La struttura deve collaborare in modo sinergico con centri di livello superiore cui fare riferimento per i casi che lo necessitino. Un ambulatorio territoriale per l’oncologia dermatologica e il melanoma, conclude Andrea Lisa, compie correttamente il suo compito quando diventa un punto di riferimento per i cittadini e si impegna a favorire la corretta educazione alla salute con attività di informazione e sensibilizzazione per la popolazione. Non basta infatti curare ma è necessario prevenire e promuovere comportamenti sani e orientati al benessere.
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