Aumento di peso, sbalzi d’umore, irritabilità, problemi cardiovascolari e osteoporosi. La menopausa è ancora considerata una fase negativa della vita da molte italiane. Eppure, se gestita bene, può essere piacevole e serena. Ne parliamo con il dottor Marcello Filopanti, endocrinologo di Smart Clinic all’interno del Centro Commerciale Le Due Torri e di Oriocenter, strutture dove è possibile essere seguite per problemi di menopausa con un approccio multidisciplinare che tiene conto dei diversi aspetti (ginecologici, endocrinologici, cardiologici, nutrizionali, riabilitazione del pavimento pelvico in caso di incontinenza urinaria etc.) e con esami radiologici come la MOC per la diagnosi precoce di osteoporosi.
Dottor Filopanti, cos’è la menopausa?
«L’interruzione definitiva del ciclo mestruale, causata dalla diminuzione della funzione dell’ovaio. Ciò provoca una notevole riduzione degli ormoni estrogeni e di conseguenza grandi cambiamenti nell’organismo femminile».
A che età compare in genere?
«Compare spontaneamente fra i 45 e i 55 anni, più frequentemente intorno ai 50. I sintomi possono iniziare anche 5 anni prima dell’ultima mestruazione (pre-menopausa). In alcuni casi la menopausa può esordire fra i 40 e i 45 anni (giovanile) e più raramente prima dei 40 anni (precoce). In questo caso, i rischi per la salute possono essere maggiori e quindi è consigliato rivolgersi al medico. Un fattore frequentemente associato alla menopausa precoce è il fumo».
Quali sono i sintomi che porta con sé?
«I più comuni sono quelli vasomotori —le cosiddette “vampate”— l’aumento di peso e l’insonnia. Più rari sono mal di testa e depressione. La riduzione degli estrogeni modifica tessuti e organi soprattutto dell’apparato genitale. Per esempio, la secchezza della mucosa vaginale può comportare disturbi nel rapporto sessuale (dispareunia). Inoltre la riduzione del tono muscolare della pelvi può portare a prolasso e incontinenza».
Quali invece i rischi a cui può esporre?
«Anche se la menopausa è un fenomeno normale, alcuni rischi per la salute aumentano. Primo fra tutti quello cardiovascolare (infarto o ischemia delle coronarie), poi il rischio di fratture ossee —soprattutto di femore, vertebre e polso— a causa dell’osteoporosi, cioè della riduzione del calcio nelle ossa».
Se i sintomi diventano troppo pesanti, che tipo di terapie esistono oggi?
«Il trattamento più efficace è la terapia sostitutiva menopausale. Si tratta di assumere sotto forma farmacologica gli ormoni ridotti a causa della menopausa. Tuttavia, tale trattamento va valutato molto attentamente in rapporto ai rischi che comporta. Anche se i risultati degli studi su questa terapia sono ancora dibattuti, sembra risultare un piccolo aumento del rischio di carcinoma mammario e un più piccolo rischio di trombosi. In alcuni casi, però, la somministrazione locale di estrogeni con creme o ovuli consente di trattare i disturbi a livello delle mucose, senza apparenti effetti negativi su altri organi».
E per il rischio di osteoporosi si può fare qualcosa?
«È fisiologico che in menopausa ci sia una riduzione di calcio nelle ossa e nella maggioranza dei casi non è necessaria terapia. È il rischio di fratture che conta in realtà e questo aumenta se sono presenti anche malattie come artrite reumatoide, celiachia, ipertiroidismo o farmaci come cortisone e chemioterapici. In tutti questi casi più gravi può essere indicato un trattamento farmacologico vero e proprio, soprattutto a scopo preventivo, ma anche nei casi in cui si siano già verificate fratture osteoporotiche. Se calcio e vitamina D sono insufficienti, nonostante dieta ed esposizione solare, dovrebbero essere integrati. Infine importante è tenere sotto controllo le condizioni dell’osso e l’andamento dell’osteoporosi sottoponendosi (con la cadenza indicata dallo specialista) alla MOC (mineralometria ossea computerizzata)».
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