La salute / Valle Brembana
Domenica 24 Novembre 2019
Incubo dei calciatori, ma non solo
Ecco come si ripara il «crociato»
Anche l’Istituto clinico Quarenghi ha strutturato un percorso mirato per il recupero
di questa patologia. Il paziente viene affidato ad un’equipe multidisciplinare e multispecialistica
Come abbiamo appreso dalle notizie di stampa, Zlatan Ibrahimovic, Giorgio Chiellini, Andrea Conti, Mattia Caldara potrebbero giocare tutti nella stessa squadra, ossia quella della lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio. Un vero incubo per i calciatori con una frequenza di lesione stimata tra 0,6% e 8,5% seppur con differenze tra atleti di sesso maschile o femminile e con un rapporto di 3:1.
La stabilità dell’articolazione del ginocchio dipende sia dai muscoli sia dai legamenti: il legamento collaterale mediale (LCM), il legamento collaterale laterale (LCL), il legamento crociato anteriore (LCA) ed il legamento crociato posteriore (LCP) che limitano lo spostamento anteriore e le rotazioni della tibia rispetto al femore. Tuttavia le lesioni dei legamenti, o quelle altrettanto frequenti dei menischi, colpiscono non solo i «professionisti» ma anche gli atleti amatoriali che, oltre al calcio, praticano diversi sport: basket, sci, pallavolo, motocross. Più in generale i traumi articolari al ginocchio o alla caviglia accadono purtroppo, il più delle volte accidentalmente, svolgendo la normale attività quotidiana, a seguito di movimenti bruschi o sbagliati, distorsioni o banali cadute.
Presso l’Istituto Clinico Quarenghi di San Pellegrino Terme un’equipe specializzata ha strutturato un percorso mirato per il recupero, spesso molto lungo, di questa patologia traumatica; il paziente è affidato ad un’equipe multidisciplinare (medici e terapisti) e multispecialistica (medico ortopedico, fisiatra e radiologo/ecografista). Il paziente viene valutato inizialmente dallo specialista ortopedico che può avvalersi dell’utilizzo delle tecniche di imaging di ultima generazione per indirizzarlo verso un trattamento chirurgico o conservativo. In entrambi i casi interviene anche il fisiatra che imposta un progetto ed un programma riabilitativo per il recupero del trauma. Può quindi iniziare in palestra riabilitativa la presa in carico da parte del fisioterapista specializzato che diventa, a questo punto, la figura centrale cui viene affidato il trattamento dell’arto traumatizzato.
Generalmente il recupero nel post intervento avviene entro sei mesi. Gli obiettivi iniziali prevedono la riduzione dell’edema e del dolore, il recupero dell’articolarità e di una corretta deambulazione. Successivamente si procede al rinforzo muscolare e training propriocettivo. Da ultimo si imposta la ri-atletizzazione con l’allenamento dello specifico gesto atletico a seconda dello sport praticato dal paziente. Oltre alle tecniche fisioterapiche più moderne il paziente è trattato con il supporto della tecnologia: Gait Analysis per la valutazione del cammino, Pedana Hunova® e Tecnobody® per il recupero della propriocezione, attrezzatura Technogym® per il rinforzo muscolare. In collaborazione con le Università di Bergamo e di Pisa, l’Istituto di San Pellegrino ha intrapreso progetti di ricerca finalizzati a migliorare il percorso riabilitativo, riducendone i tempi di recupero e incrementando la qualità della salute del paziente.
Accanto alle problematiche tipiche dello sportivo vengono trattate anche le più diverse patologie dell’età adulta sia ortopediche (quali esiti di protesi di anca e di ginocchio, di tenorrafia in lesioni tendinee, di stabilizzazioni di fratture ossee, lombalgie) sia neurologiche, al fine di recuperare l’autonomia del paziente nelle diverse attività della vita quotidiana (igiene personale, vestizione, alimentazione e deambulazione).
Esiste anche un percorso specifico per le patologie dell’età evolutiva, soprattutto scoliosi, seguite dal personale fisioterapico appositamente formato.
Al fine di poter disporre degli spazi adeguati al potenziamento di tale nuovo servizio, la struttura è in procinto di inaugurare una moderna Palestra Riabilitativa di 220 m2, immersa nel verde del giardino che si affaccia sul Brembo, dedicata alla sola utenza ambulatoriale.
Annamaria Quarenghi specialista fisiatra
Mattia Mazzoleni fisioterapista
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