La salute / Bergamo Città
Mercoledì 27 Maggio 2015
Il 31 Giornata Mondiale senza tabacco
A Bergamo 1.200 morti all’anno per fumo
Il 31 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale senza tabacco. Venerdì 29 maggio l’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII organizza in Hospital Street, nei pressi dell’ingresso Est, dalle 10 alle 14, un gazebo informativo per sensibilizzare i cittadini sui danni causati dal fumo, allestito in collaborazione con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Onlus e l’Asl di Bergamo.
La Giornata Mondiale è indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per contrastare una vera e propria epidemia silenziosa, che nel mondo uccide ogni anno oltre 6 milioni di persone. In Italia secondo gli ultimi dati diffusi lo scorso anno da Doxa-Iss, i fumatori sono 11,3 milioni, il 22% della popolazione: 6,2 milioni di uomini (il 25,4%) e 5,1 milioni di donne (18,9%).
Si stima che le morti collegate al fumo siano più di 80 mila ogni anno, di cui circa 30 mila per malattie polmonari. A Bergamo si stima che oltre 1.200 persone ogni anno muoiano per patologie correlate al tabagismo e che i fumatori adulti nella nostra provincia siano oltre duecentomila, cioè il 27% della popolazione. Complessivamente l’andamento dell’incidenza e della mortalità per tumore del polmone è in calo nella popolazione maschile ma in crescita per la popolazione femminile.
Al gazebo i visitatori potranno sottoporsi al test per la misurazione del monossido di carbonio e ricevere informazioni preziose dai volontari della Lilt Onlus e dai pneumologi dell’ospedale bergamasco, mentre le studentesse del Corso di laurea di ostetricia e infermieristica e gli studenti della classe 1A della Scuola primaria di secondo grado «Aldo Moro» di Dalmine consegneranno ai visitatori una mela o un pacchetto di biscotti in cambio di una sigaretta e distribuiranno materiale appositamente ideato dai bambini su questo tema.
Gli studenti faranno anche tappa in Ostetricia per consegnare alle neomamme un vasetto con erbe officinali, offerte da Lilt Onlus, e una cartolina disegnata dai ragazzi che hanno svolto un programma di prevenzione del tabagismo «Smoke free class competition» coordinato dall’Asl di Bergamo.
«Lilt Onlus da oltre ottanta anni è impegnata a Bergamo sul fronte della prevenzione delle malattie tumorali, e, in particolare, per prevenire e combattere i danni provocati dal fumo – spiega Lucia De Ponti, segretario Lilt -. Negli ultimi anni si assiste a un significativo abbassamento dell’età della prima sigaretta e all’aumento delle giovani fumatrici. Per questo abbiamo scelto di intervenire con progetti ad hoc a partire dalla scuola primaria, con l’obiettivo di potenziare la capacità di scelta e di resistenza alle pressioni dei coetanei, di cui i ragazzi della scuola Aldo Moro ne sono la testimonianza».
«Asl di Bergamo – ribadisce Mara Azzi, Direttore Generale di Asl Bergamo - da sempre è impegnata nella prevenzione del tabagismo, sia con progetti dedicati a chi intende smettere di fumare sia con l’offerta di percorsi curricolari alle scuole di ogni ordine e grado, sin dalle scuole dell’infanzia. Lo scorso anno scolastico hanno partecipato a progetti contro il fumo di tabacco ben 2.600 alunni di scuola primaria e secondaria di primo grado. La lotta al fumo rimane un impegno prioritario per la sanità pubblica, a tutela della salute del singolo e della collettività».
«Questa iniziativa è frutto del ruolo attivo che la nostra azienda ospedaliera da diversi anni ha scelto di assumere nella lotta al tabagismo, che si è concretizzata anche nell’adesione al programma “Luoghi di lavoro che promuovono la salute”, in collaborazione con Asl Bergamo e Confindustria Bergamo, entrando così a far parte della Rete Whp Lombarda – ha spiegato Laura Chiappa, direttore sanitario dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII -. Lo scorso anno all’interno della rete provinciale sono stati contattati 2.226 fumatori, di cui il 25% nei nostri ambulatori, per capire se fossero intenzionati a smettere. Dall’inizio dell’anno solo nel nostro ospedale ne abbiamo già intercettati 50 e continueremo a lavorare per coinvolgere anche i nostri dipendenti attraverso il Servizio sanitario aziendale».
Chi si dimostra interessato a smettere di fumare può sottoporsi a un test per misurare la motivazione a smettere di fumare e a uno per quantificare la dipendenza. Ai fumatori interessati a smettere, siano essi pazienti o operatori dell’azienda, viene consegnato anche un dépliant informativo con consigli pratici per porre fine alla dipendenza e i centri antifumo attivi.
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