La salute / Bergamo Città
Domenica 03 Luglio 2022
Fa molto caldo, anche l’occhio
ha bisogno di tanta acqua
Oculistica I due terzi del suo intero volume sono sostanzialmente fatti di acqua. I pericoli dietro l’angolo.
Distacco della retina, maculopatie e infezione da Acantamoeba. Il caldo e le attività estive possono incidere parecchio sull’insorgenza di patologie agli occhi. Vediamo come prevenirle, riconoscerle e curarle con il prof. Mario Romano, direttore del Centro Oculistico di Humanitas Castelli e docente di Humanitas University.
Professor Romano, in che modo il caldo influisce sul distacco della retina?
«Perché il grande caldo intacca la struttura del gel vitreale: un gel composto al 99% da acqua che costituisce i due terzi dell’intero volume dell’occhio. La sua disidratazione può provocare delle trazioni sulla retina, che possono condurre alla sua rottura e, a seguire, al distacco».
In che cosa consiste il distacco della retina?
«È una delle più frequenti cause di perdita improvvisa della vista. Può colpire persone di tutte le età ed è una delle emergenze oculari che può indurre a danni funzionali irreversibili, con perdita progressiva della vista, soprattutto quando il distacco interessa anche la parte centrale della retina, la macula».
Come accorgersene?
«I sintomi della trazione del vitreo sulla retina, che potrebbe portare alla formazione della rottura e del conseguente distacco, sono, in genere, la comparsa di macchie nere che fluttuano nel campo visivo e la presenza di flash e “luci” improvvise».
A quel punto cosa dobbiamo fare?
«Per verificare se questi “segnali” sono legati a un distacco di retina è necessario svolgere un esame specifico, quello del fondo oculare, che permette di verificare se la disidratazione del vitreo è stata tale da provocare rotture retiniche. Altri esami, come l’ecografia oculare e la tomografia ottica computerizzata, possono essere richiesti per svolgere ulteriori e più specifici approfondimenti diagnostici».
Si può fare prevenzione in estate?
«Sì, bevendo molto acqua. Mentre è sbagliato pensare che le lacrime artificiali possano idratare l’interno dell’occhio, visto che con queste è possibile irrorare la sola superficie dell’occhio, l’acqua che introduciamo nel corpo bevendo, invece, si distribuisce in tutto l’organismo e contribuisce a mantenerne in salute organi e tessuti, tra questi lo stesso vitreo».
Quali sono le cure?
«In caso di diagnosi di rottura della retina, è possibile intervenire con un’operazione di fotocoagulazione con laser se non si è in presenza di distacco oppure, se questo si è già verificato, con un intervento chirurgico vero e proprio, che può anche prevedere l’asportazione del corpo vitreo che ha causato la rottura retinica».
Il periodo estivo incide sullo sviluppo della «maculopatia»?
«Le maculopatie sono malattie che interessano la macula e tra le più diffuse vi è la degenerazione maculare senile: malattia multifattoriale alla cui insorgenza contribuiscono diversi fattori genetici e ambientali. Fattori di rischio noti sono la dieta, il fumo di sigaretta e l’età: infatti, rappresenta la causa principale di perdita irreversibile della visione centrale in persone al di sopra dei 55 anni, con una prevalenza che aumenta con l’età. Ma tra i fattori di rischio c’è anche l’esposizione alla luce solare senza protezioni. Dunque misure di prevenzione come l’utilizzo di occhiali da sole dovrebbero essere adottate fin da giovani, non solo in spiaggia, ma anche in montagna: è attestato, infatti, che radiazioni solari raggiungono livelli energetici maggiori in alta quota, aumentando del’8% ogni 1000 metri. E non dimentichiamo che tutti gli elementi riflettenti (come acqua e neve) amplificano la potenza di radiazione».
Dunque, mai senza occhiali da sole in estate?
«Sì. Abituiamoci ad avere con noi sempre occhiali da sole con lenti adatte a schermare gli UV. Non è tanto una questione di colore delle lenti ma di filtri, dato ricavabile dalle etichette: scegliamo lenti che bloccano almeno il 99% di tutta la luce UV o che assorbono i raggi solari con lunghezza d’onda fino a 400 nanometri».
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