Svolgere esami clinici in un ospedale, ottenendo il referto o un consulto sui risultati da un altro; condividere le informazioni mediche e sanitarie per aumentare la qualità delle cure, soprattutto negli ospedali più piccoli o svantaggiati da un punto di vista logistico, come quelli montani. Sono queste le due principali attività su cui si basa il progetto europeo ALIAS (Alpine Hospitals Networking for Improved Access to Telemedicine Services).
Il programma è di durata triennale e vede Regione Lombardia ricoprire il ruolo di capofila. Coinvolge altre sei realtà alpine europee (Regione Friuli Venezia Giulia, Rhône Alpes, Cantone di Ginevra, Carinzia, Baviera, Slovenia) e prevede una serie di attività indirizzate alla creazione di un "ospedale virtuale delle Alpi", una struttura immateriale che, attraverso una comune piattaforma tecnologica e gli strumenti della telemedicina, sia in grado di unire le competenze dei diversi presidi e del personale medico, di garantire lo scambio e la condivisione delle informazioni sanitarie e in ultima analisi di migliorare la capacità di diagnosi e cura per i pazienti.
Nei territori interessati dal progetto ALIAS - presentato mercoledì 9 settembre in conferenza stampa dall'assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Luciano Bresciani - vivono 80 milioni di persone. Il costo complessivo è di circa 2,5 milioni di euro, messi a disposizione per il 74% direttamente dalla Commissione europea e per la restante parte dai sette partner.
Tra le strutture coinvolte, l'Azienda Ospedaliera di Varese, l'Azienda Sanitaria locale di Tolmezzo, gli ospedali di Grenoble e Lione, oltre a quello di Tarvisio.
"La sfida che ci proponiamo - ha detto Bresciani - è quella di assicurare la stessa possibilità di cura e di sopravvivenza a tutti i cittadini, anche quelli che vivono in aree difficili per varie ragioni come quelle montane. Quello che ci aspettiamo è un miglioramento della sanità ma non solo. Sviluppare nuove tecnologie apre un nuovo spazio anche per le industrie, che potrebbero contribuire a finanziare la ricerca universitaria, ottenendo in questo modo la possibilità di realizzare nuovi prodotti da applicare al sistema sanitario, il quale a sua volta può verificare e certificare questi prodotti. In questo meccanismo, del quale in Lombardia fa parte anche la società Finlombarda per gli aspetti economico-finanziari, tutti possono trarre vantaggi".
ALIAS, è stato ricordato, è in perfetto accordo con la linea di politica sanitaria della Regione, in cui grande importanza è data alle reti di patologia che uniscono i diversi ospedali della Lombardia. "Attraverso lo sviluppo di una più efficace connettività delle infrastrutture a supporto dell'erogazione dei servizi di telemedicina e dell'accesso alle informazioni sanitarie dei pazienti in ambito transfrontaliero alpino - ha sottolineato Bresciani - ci aspettiamo di migliorare la qualità, l'appropriatezza e la sicurezza delle prestazioni sanitarie garantendo quindi una migliore continuità della cura". L'iniziativa ha già ottenuto l'interesse e il supporto di altre istituzioni, a livello nazionale ed europeo.
ALIAS rappresenta una delle prime concrete iniziative intraprese a seguito delle intese siglate da Regione Lombardia con la Regione Rhône Alpes e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia in ambito sanitario e si inquadra nell'obiettivo di promuovere una macroarea europea che favorisca la collaborazione tra enti e istituzioni sui temi della sanità.
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