«Il Miur - prosegue il comunicato - con nota del 14 gennaio scorso dichiara non attivabili, a meno che non si accorpino, circa 500 scuole di specializzazione medica su oltre 1600 esistenti, in applicazione, alquanto tardiva, del DM 1/08/05». Ad essa, spiega l'Anaao Assomed, hanno fatto seguito richieste di sospensione dell'intero decreto «nel malcelato intento di mantenere lo status quo attraverso un tipico condono all'italiana travestito da proroga, vanificando anche l'attivazione della tanto attesa Scuola in medicina di emergenza ed urgenza, a dimostrazione, ancora una volta, del profondo disinteresse dell'Università verso la formazione dei medici e le esigenze del sistema sanitario».
«Appare ormai evidente - commenta l'associazione - l'incongruità di metodi e contenuti di un processo formativo che, unico caso in Europa, è appaltato interamente ad istituzione diversa dal Servizio sanitario nazionale, la quale peraltro, continua a gestirlo in maniera autoreferenziale». Anaao Assomed chiede che il Governo riconosca «che il bisogno di professionisti non è più compiutamente soddisfatto, né per qualità né per quantità da un tale modello»; inoltre chiede che si recuperi «il ruolo e le prerogative del Servizio sanitario nazionale in un processo cruciale per la Sanità pubblica».
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